Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Venezia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (150/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (150/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   12G
   l'arte Prima — Alta Italia
   attuale. In origine la Fenice si apriva a due grandi stagioni d'opera annuali ; poi, per molti attiri, seguitò ad aprirsi nelle stagioni di carnevale e quaresima. Ma, la soppressione della dote pagata dal Comune ed altre circostanze d'indole generale e locale rendono d'anno in anno sempre più problematica l'apertura di questo teatro, il cui ciclo brillante di storia può dirsi definitivamente chiuso.
   Teatro fiossmì, già A/» Ileiiéfhlta. — Fu eretto nel 1755, sui disegni di Francesco Costa, pittore ed architetto veneziano, per commissione dei nobili G11-mani in un fondo che gii appartenne ai Venier. Un incendio lo distrusse il 5 febbraio 1793 e fu rifabbricato sui disegui di Pietro Clieria. Nuovi abbellimenti ebbe nel corso di questo secolo per opera dell'architetto Iapclli e di altri. Dopo quello della Fenice è il più importante di Venezia ed è quello clic più di frequente si apre a spettacoli ili opera e ballo.
   Teatro Goldoni, già San l.uca e poi Apollo. — Esiste sin dal 1 (»G 1, anno in cui fu inaugurato con Pasifae, opera ili musica di Castroviliari.
   Incendiatosi nel 1750, fu riedificato dal Clieria sopradetto; altri l'istauri ed abbellimenti ebbe nel nostro i secolo, nei quale lo si intitolò al grandissimo commediografo veneziano Carlo Colimi i
   Teatro Malibrail già San Giocami! Crisostomo. — Edificato nel 1G77 dai nipoti di Giovanni Griniaui e, a quanto si dice, sul luogu ove sorgeva la casa di Marco Polo, distrutta dal fuoco. Nel IG78 vi si rappresentò per la prima volta il Vespasiano, melodramma del Pallavicino. Dopo il 1740 non servi che per la commedia. Riedificato nel 1834 su più vaste proporzioni, fu intitolato alla celebre cantatriee Malibran perchè diede alcune rappresentazioni a favore dell'impresa che lo ricostruiva. È il teatro più popolare di Venezia e serve a spettacoli ili sccond'ordine od a compagnie d'operette ed a circhi equestri, perchè lo si può anche ridurre a pista per cavalli.
   Teatro Minerva, — L'antico San Moisè, ch'ebbe un momento di voga e nel quale, sul principio del secolo, si davano spettacoli d'opera. Quivi fu fischiata sonoramente la Semiramide di Rossini; adesso vi agiscono le marionette !
   Pubblico Giardino — Le fortunate Esposizioni intemazionali d'arte moderna, che dal 1895 ad ogni biennio si tengono in Venezia (fig. 06), hanno richiamata l'attenzione su questo piccolo, ma pittoresco giardino, di cui si abbella l'estremità orientale di Venezia.
   La creazione d'un giardino pubblico a ritrovo e svago dei cittadini fu deliberata, nel 1807, dal governo del Regno Italico, che ne commise il diseguo all'architetto Giovanni Antonio Selva, ili allora godente bella fama come autore del teatro alla Fenice. Sulla località scelta all'uopo furono demolite le chiese ed i cenobii ivi esistenti, ma chiusi al culto, di San Domenico, San Nicolò di Castello, delle Cappuccine, di Sant'Antonio Abate ed il Solva dispose i giardini a divisione semplice e grandiosa, quali convenivansi ad un giardino di passeggio chiedente larghi e diritti viali e sp iziosi piazzali, circondati da piante ombrose e varie.
   L'ingresso ò semplice e nello stesso tempo monumentale ; è formato da uua grande cancellata retta da grandiosi pilastri bugnati, fiancheggiati da due curve rientranti a emiciclo. Dalla montagnola che trovasi alla estremila orientale dei giardini, presso la punta detta della Molla, siila un 'incantevole usta su Venezia, il bacino di San Marco, il Lido, le isole di San Giorgio e della Giudecca ; un quadro più facile, ad ammirarsi che a descriversi, In questo Giardino, tenuto con cura estrema e continuamente abbellito dal Municipio, in un edilizio espressamente costrutto si svolgono ogni due anni quelle esposizioni di pittura e scultura die tanto interessano il inondo intellettuale e fanno dei giardini veneziani uri ritrovo dei. più geniali, eleganti ed alla moda.
   MONUMENTI
   Monumento Collconi (Campo di San Giovanni e Paolo). — E, iu linea d'arte e per antichità, li più importante e celebre dei monumenti elio Venezia abbia voluto eretti ad uomini illustri (fig. 67).
   Bartolomeo Colleoni, bergamasco, generalissimo iu molte guerre della Repubblica Serenissima, sentendosi presso a morire, con testamento rogato nel castello di Malpaga in quel di Bergamo, il 27 e 31 ottobre 1475, legava alla Repubblica lOO.OOOducati d'oro per quanto ancora dalla Repubblica gli era dovuto per arretrati di stipen® ed il terzo di 10.000 ducali, dei quali gli era debitore il duca di Ferrara ; ma nello stesso testamento il Collconi pregava il Senato chea perpetua sua memoria venisse collocata in piazza Sau Marco una statua equestre. Opponendosi all'esecuzione del desiderio, invero non troppo modesto, del condottiero, l'antica legge che voleva la piazza di San Marco sgombra da qualsiasi monumento, il Senato, pur volendo ono-
   rare l'uomo che per tanti anni con valore e fedeltà aveva servita la Repubblica e clic anche in morte la regalava di cospicua soniti;» per la continuazione della guerra coi Turchi., decretò che il monumento venisse eretto nel campo della Scuola di San Marco, presso San Zanipolo. Con deliberazione del 30 luglio 1470 il Senato ordinò « alti provveditori, ossia commissari « sopra l'eredità del Collconi, che trovati prestanti ar-« telici facessero eseguire d'opera suutuosa una statua e equestre in bronzo ilei detto capitano ».
   L'opera fu commessa ad Andrea del Verroccliio, celebre scultore fiorentino; ma nou potè condurla a termine, chi vuole perchè gli fallisse il getto della testa del cavallo, chi perchè sdegnato fosse ad altn commessa la statua. Ma più verosimilmente il Verroccliio dovette lasciare il lavoro appena modellato, perche sorpreso d'infermità, che lo trasse a morte net 1488, come lo prova il testamento nel quale pregava