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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   12G l'arte Prima — Alta Italia
   che fu dello del Quarlavolo, perchè era imposto, a chi passava, il pedaggio d'una moneta di tal nome. Nel 1264, volendosi stabilire sempre più solidamente quel passaggio, fu costruito, fondandolo sopra pali, un altro ponte in legno, che, tagliato da lìajamonte Tiepolo e dai suoi compagni nella fallita congiura, allorché furono costretti a ritirarsi, rovinò nel 1450, quando su di esso accalcavasi una folla straordinaria per assistere al passaggio della marchesana di Ferrara.
   Un altro ponte, di maggior larghezza del precederne, fu costrutto dopo quel disastro, cinto da botteghe e chiuso da cancelli pel passaggio delle grosse barche, del quale è rimasta memoria in un quadro di \itlore Carpaccio, già appartenente alla Scuola di San .Marco e che ora conservasi all'Accademia di Belle Arti. Ala anche questo, nel 1523, minacciava e fu allora chela Repubblica pensò di erigerne uno più slabile in pietra. Varii progetti furono presentati, dei quali uno, a quel che narrano i cronisti, da Michelangelo ; più tardi un altro progetto fu presentato dal Palladio, ma per una località diversa da quella nella quale lo si desiderava. Alfine, salilo al dogado l'asqnaje Cicogna, volendosi defluire la cosa, fu, fra i vari progetti presentati, accettalo quello di Antonio Da Ponte, « uomo — dice la o Cronaca del contemporaneo Siringa — per molle « sue opere, ma per questa iti particolare, di eterna « memoria degno, il quale ebbe il carico di ordinare « tal fabbrica, onde dato principio a disfar il vecchio « l'anno 1587 a dì primo febbraio, fu inessa poi la « prima pietra il di f ginglHl 1588 >> ,
   Il lavoro venne compiuto ili tre anni, sebbene si cominciasse a transitarvi fin dall'agosto del 151)0. \i lavorarono lutti gli scalpellini allora disponibili in Venezia. Le palafitte sulle quali poggiarla le due teste vollero GOOO pali cadmia. Costò all'erario di San Marco 250.000 ducati. LoScamozzi, nellasua albagia, se ne attribuì il merito, lasciando credere che il Da Ponte avesse lavorato sotto i suoi precetti, ina la mendace vanteria fu sventata Non mancarono al Da Ponte, suscitate in ispecie dai concorrenti invidi o delusi, aspre critiche: immeritate nel complesso perchè, sebbene sotto l'aspetlo decorativo non scevro di mende, pure per la solidità sua, per la bellezza dell'arco su cui posa e per altri pregi ardili ottonici è degno ili tutta l'ammirazione degli iuleiligecti.
   Anche per l'epoca nella quale fu costrutto questo grandioso arco ò una prova dell'ardimento e della perizia singolare, nella valutazione delle resistenze, dell'artista che lo concepì.
   L'arco del ponte di Rialto, die nel suo genere è da mettersi fra i monumenti più cospicui di Aeuezia, misura nella corda 28 metri ; la sua altezza dal pelo normale dell'acqua è di 7 metri ; la larghezza sul dorso è di metri 22,10; una doppia serie di botteghe lo diude iu tre parti, formando su di esso tre vie, una centrale e due laterali. Le botteghe sono in tutto ventiquattro, sei per parte, tanto nel salire che nel discendere ; nel mezzo un arco maggiore mette m comunicazione le tre vie. Lungo i lati del ponte ricorre ini ricco cornicione
   sorreggente la balaustra che forma sponda ai due lati minori. Oltre la gradinata di fronte vi sono ai lati, altre discese, tanto verso il Fondaco dei Turchi e la riva del Ferro che verso i Camerlenghi e la riva del Vino. 1 bassorilievi di soggetto sacro di cui si adornano le cosce dell'arco, furono scolpili da Girolamo Campagna e da Tiziano Aspetti.
   Fabbriche vecchie di Rialto (antica pahsm dei Camertenijhi). — Nella notte del 10 gennaio 1513 mi grande incendio distrusse e danneggiò la maggior parte degli edifizi che erano nell'isola di Rialto. Il governo della Repubblica, sebbene sotto la grave preoccupazione della guerra e delle difficoltà di ogni genere che le erano suscitate contro dalla Lega di Cambra:, non esitò un momento a decretare l'erezione dei nuovi edilizi, incominciando da quello più necessario, cosicché in meno di nove anni ciò che il fuoco aveva distrutto era risorto in forma più grandiosa, artistica ed ordinata. Presiedette a questi lavori Antonio Scarpagniuo, pubblico architetto al soldo della Repubblica. Oneste fabbriche furono dette vecchie per distinguerle dalle nuove create posteriormente. Sorgono a piedi del ponte di Rialto incominciando dalla sinistra per chi discende da San Marco. Sono fronteggiate da ampi e lunghi portici, agli archi dei quali corrispondono altrettante botteghe. La loro decorazione è uniforme, ma non Spregevoli sono i profili delle parti decorative ; grandiosa è la cornice, sebbene nel complesso dell'edilìzio spiri una grande semplicità. In quelle fabbriche vecchie, al tempo della Repubblica, vi erano vari ulììci ; l'Austria vi collocò il Magistrato camerale, gli tifilet delle ipoteche e del registro; attualmente havvi 1 \rchi\io notarile, le cui rubriche cominciano cogli alti del 1° gennaio 1830.
   11 palazzo dei Camerlenghi (fig. 02), cosidetlo perchè vi avevano sede tre patrizi (i camerlenghi del Comune), incaricali della custodia del tesoro, dell'esazione dei tributi e del ripartii delle entrate, sorge dalla parte opposta del ponte, a É6st& discendendo; veniva errilo con vera munificenza, essendo compiuto nel 1525 dogando Andrea Grilli. Secondo il Temanza i disegni di questo palazzo sarebbero stati dati da Guglielmo Rer-gauàscC ma havvi chi impugna questa affermazione, considerando che le decorazioni di quest'edilìzio non Rmspoudoàìo al gusto, alla purezza, alla correttezza assoluta di linee, delle quali diede prova il Bergamasco m altre sue lodalissinie opere.
   Le fabbriche nuove furono incominciate nell'anno 1552, sui disegni di Jacopo Sansovino, che in tre anni diede il lavoro compiuto. Si estendono in lunghezza per 84 metri e sono divise in tre ordini il rustico, il dorico ed il jonico. Nel rustico si aprono 25 archi di portico, per altrettante botteghe e mezzanini e negli altri piani sonvi s;de e slanze ad uso di uffici. La facciata sul Canal Grande è tutta rivestita in pietra istriana. Serviva ad uso e comodo dei negozianti che si radunavano per la trattazione dei loro affari. Ristaurata più volli- ed in ispecie dopo il 1800, vi furono in seguito collocati gli uffici della Corte d'assise, del