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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   12G
   l'arte Prima — Alta Italia
   mediante il rustico del prirn'ordine e coll'aver lasciato nei superiori dorico e ionico a bazze le colonne, esagerando 1 comuni rapporti delle corrispondenti trabeazioni.
   Nel cortile erano distribuite le. officine ove si lavoravano i metalli per ridurli a moneta. Nei piani superiori
   tutti i locali sono a vòlta reale, quindi di una solidità a tutta prova. Vi erano dipinti pregevoli, che furono trasferiti al palazzo Ducale ed all'Accademia di Belle Arti.
   La Zecca veneziana cessò di funzionare nel 1806: il locale venne concesso alla Camera di commercio — già sedente nel pianterreno del palazzo Ducale — per ì proprii uffici e per la Borsa. Ma questi dovettero recentemente sloggiare per dar posto alla Biblioteca Marciana, che dal palazzo Ducale sta, al momento in cui scriviamo (1901), traslocando qui.
   Libreria Vecchia di San Marco. — Questo che è senza dubbio uno dei più ammirabili edilizi immaginati dal genio di Jacopo Sansovino, fronteggia il palazzo Ducale nella Piazzetta e continua, facendo angolo, nella piazza San Marco.
   Francesco Petrarca, che morendo in Arquà, pel secolo XIV, legava alla Repubblica di Venezia la sua
   ricchissima biblioteca, formata di codici e manoscritti varii, può dirsi il vero fondatore della Biblioteca Marciana, la quale origini più illustri non poteva avere.
   L'esempio del cantore di Laura fruttò a Venezia altri preziosi legati, fra cui quello della biblioteca del cardinale Bessarione, ricca di codici preziosi da lui raccolti in Oriente ; indi i legati dei cardinali Girolamo e Leandro Grimani, pur essi costituiti di pregevolissime rarità librarie. Volendo custodire tanto tesoro — clic prima era lasciato in alcune sale del palazzo Ducale — in luogo condegno e lontano dal rumore e dall'andirivieni della gente negli uffici pubblici stabiliti al palazzo Ducale, il Senato ordinò l'erezione d'un edilìzio ad espresso uso di libreria o biblioteca. Nel 1536, affidato ai procuratori de supra quest'incarico, questi ne commisero l'esecuzione a Jacopo Sansovino, i disegni del quale avevano primeggiato fra tutti gli altri. Egli ideò il fabbricato a due ordini sopra il gran porticato di venturi archi sulla Piazzetta e di dieci sulla piazza; due ordini, dorico l'uno ed ornatissimo, l'altro jonico gentile, il cui sopraornato reca un fregio grandioso, nobilmente ripartito, coronato poi da una cornice reggente una balaustrata, sui cui piedestalli si alzano le statue mitologiche di Apollo, Pai-Inde, Venere, Marie, Saturno, Diana, Daeco, Cerere, Ercole, Adone, Pluto, Prose,rpina, Mercurio, Pomona, ecc., dovute agli scalpelli eccellenti di Bartolomeo Ammannati, di Pietro da Salò, di Danese Cattaneo e di altri.
   L'arco d'ingresso alla scala è sorretto da due colossali cariatidi, lavorate con molt'arte da Alessandro Vittoria. Magnifico è lo scalone a due rampe con stucchi del Vittoria, dipinti nelle vòlte di Battista Francia e Battista Dal Moro. Le molte sale ed il gran salone, che serviva appunto per lettori nella Biblioteca, sono riccamente adorne di pitture dei migliori artisti, tra i quali figurano il Veronese, Giuseppe Porta detto Salviati, Tiziano, Jacopo Tintoretto, lo Schiavone ed altri
   Il Palladio scrive esser questo « il più ricco ed ornato « edilìzio che forse sia stato fatto dagli antichi fin a qnj ». — L'Aretino, che non era facile alla lode, lo chiamò « superiore all'invidia ». Durante il periodo napoleonico si volle aggiungere questo suntuoso edi-fizio alle Procuratie Nuove, onde accrescere magnificenza al palazzo Reale; la Biblioteca fu trasportata nel palazzo Ducale, da dove sta emigrando in quello della Zecca. Ma quanto meglio starebbe liei luogo che per essa espressamente creava lo splendore della Repubblica veneta!
   Fig. 57. — Venezia: Colonna del Leone e Isola di San Giorgio veduta dalla Piazzetta (da Calli e Canali).