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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lu24
   l'arie Prima — Alta Italia
   Fig. 55. — Venezia : Piazza San Marco e
   La Piazzetta (fig. 57). — È l'appendice si può dire necessaria, complementare della piazza San Marco, il suo sbocco naturale sulla laguna, e, al pari di quella, tipica, scenografica, meravigliosa. Chi, anche senza essere stato a Venezia, non l'ha scolpita nella mente per averla vista rappresentata in tutti i modi che le arti del disegno, dalla pittura magistrale alla volgare oleografia, dall' incisione all'acquaforte alla fotografia, hanno reso possibile?
   Come già fu detto, la fronte orientale della Piazzetta è formata dall'imponente mole del palazzo Ducale, al quale fronteggiano dall'altro lato gli edifizi, del pari maestosi, della Zecca e della Libreria vecchia. La forma e d'un quadrilatero irregolare, misurante sui due lati maggiori una lunghezza di 1)7 metri e sui minori di 41 metri all'imbocco della piazza e di 49 metri allo sbocco verso il Molo.
   Presso la fiancata meridionale della P»asihca, appena imboccata la Piazzetta, si trovano le due famose colonne acritane in marmo greco, con ornati ed iscrizioni che furono illustrate da Daniele Weber, dal Cicogna e da altri; ed il grosso blocco di porfido, sul quale gli araldi del Sonato salivano a leggere i bandi, onde lo si chiama ancora Pietra del bando.
   Ma la nota caratteristica della Piazzetta, oltreché dalla facciata del palazzo Ducale, è data dalle due grandi colonne monolitiche davanti al Molo e di prospetto al mare.
   Queste colonne furono portate, chi dice da un'isola dell'Arcipelago, chi addirittura da Costantinopoli, dal doge Domenico Miehiel nel 1132; un'altra clic faceva
   Torre dell'Orologio (da Calli e Canali).
   parte dalla stessa spedizione, nello scaricarla dalla zattera, cadile in acqua e non fu più possibile ripescarla, malgrado i tentativi fatti in varie epoche, specialmente nel 1557 enei 1809. Le altre due rimasero a lungo giacenti sul suolo, finché si progettò di erigerle ad ornamento della Piazzetta ciò che fece un maestro architetto lombardo — mastro Nicola — senza compenso di sorta, ma solo colla concessione di poter metlere in date ore un banco per quei giuochi d'azzardo, che un recente decreto del Senato proibiva, nello spazio intercedente fra le due colonne. La proposta fu accettata. Le colonne furono egregiamente rizzate nel 1192, mastro Nicola ebbe la sua concessione di tener bisca, donde il popolo appioppò al valentuomo il nomignolo di Barattiere.
   Delle due colonne, quella a destra di chi è volto verso la laguna, è di granito orientale rossiccio e, nel 1329, sul singolare capitello, fu collocata la statua di San Teodoro (San Todaro) — altri dice San Giorgio — antico patrono della città, sopra una specie di coccodrillo, collo scudo calato sulla destra e l'asta nella sinistra, a significazione che i Veneziani si battono per la difesa del loro diritto, non ad oll'esa dell'altrui (fig. 58). L'altra colonna, di un granito grigio verdognolo, pur essa antichissima, porta sul capitello il leone in bronzo — nella parte anteriore, antichissimo, di origine assira probabilmente — colle ali aggiunte poscia, e la parte posteriore rifusa nel secolo XVI (figura 59). Nel 1797 fu calato dalla colonna e portato a Parigi, donde non ritornò che assai deteriorato nel 1815, cosicché lo scultore Bartolomeo Ferrari dovette