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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   12G
   l'arte Prima — Alta Italia
   immaginare, non solo sulla città, elio sembra, nella sua forma bizzarra, frastagliata da una miriade di tortuosi canali, raggrupparsi al piede della torre, ma sulla laguna e sulle isole sue, sui lidi, sulla terraferma ed al semicerchio delle alture che dai colli Euganei e dai monti Borici, per le Alpi Dolomitiche, Gamiche e Giulie, chiude da tre Iati il golfo Adriatico, sul mare e sulla costa istriana, che ad oriente si perde nella luminosità del cielo, d'una trasparenza e d'una bellezza senza pari.
   La Logyetta (fig. 53). — Il fulmine del 1488, che sì gravi danni arrecò al campanile, danneggiò pure una loggia che formava il piede della torre, per il che fu stabilito di demolire quell'edilìzio e sostituirlo con uno del tutto nuovo, e ne fu data la commissione a Jacopo Sansovino, che si applicò a tale lavoro dal lato calle San Marco, chi vuole intorno al 1540 e chi più tardi. Certo è che l'opera nel 1549 era già compiuta, poiché un decreto dei X stabiliva che in quo Ila loggetta stazionassero tre procuratori con armati, tutte le volte che radnnavasi il Maggior Consiglio, come a guardia del palazzo Ducale.
   L'edilizio si eleva pei quattro gradini dal piano di piazza, portante ad un terrazzino circondato da balaustra. La loggia propriamente detta consta ili un porticato ad otto colonne composite spiccate dal muro. Fra i tre maggiori intcrcolonuii si aprono tre archi maestosi formanti il porticato ; i quattro minori sono ornati di nicchie con statue simboliche ; un attico con magnifici bassorilievi corona l'edilizio, il tetto del quale è mascherato da una elegante continua balaustrata, posta nel 1663. Il tutto è in marini di Carrara, veronesi, orientali, dì bellissimo effetto e scolpito con arte mirabile dal Sansovino e da altri. Nel concetto primitivo la loggetta doveva girare intorno al piede della torre, coprendone : quattro lati. Ma nelle strettezze in cui si trovò la Repubblica sullo scorcio di quel secolo, per la guerra impegnata contro il Turco, si dovettero sospendere i lavori, che non furono più ripresi.
   Attualmente la loggetta serve all'operazione pubblica dell'estrazione dei numeri del lotto, che si fa ogni sabato alle 3 pomeridiane, alla presenza di ima gran folla di dounicciuole e di popolani, soggetto di curiose scenette di genere, ma è anche argomento alle più mortificanti riflessioni sugli effetti di questa imposta gravosa che I ignoranza e la superstizione, compagne indivisibili alla miseria, sì volonterosamente pagano.
   Le Procuratìe. — 1 fabbricati, che nei tre lati circondano la piazza di San Marco, prolungandosi poi lino alla Piazzetta, nell'ala detta della Libreria e della Zecca, sono detti Procuratìe vecchie, e Procuratìe nuove o palazzo Reale.
   Procuratìe Vecchie. — Era l'edilìzio occupante per lungo tratto, dalla torre dell'Orologio tino all'estremità. il lato guardante a mezzodì della piazza. Le Procuratìe erano cosidette, perchè servivano di stanza e di ufficio ai procuratori, magistrati eletti dapprima a sorvegliare la fabbrica di San Marco e poi adibiti ad
   altri importantissimi uffici, come, toccando degli ordinamenti veneti, verrà dimostrato.
   Le Procuratìe vecchie, come le mostra il famoso quadro di Gentile Bellini sulla processione della Croce esistente all'Accademia e che raffigura la piazza San Marco quale era nel 1490, esistevano, e da molto, nella loro parte inferiore quando quel quadro fu fatto; quindi è errata l'asserzione del Sansovino, del Te-manza, del Tassi, copiatisi senza controllo a vicenda, che esse erario opera di maestro Bartolomeo Buono, bergamasco. Il dotto Cadorin, sulla autorità dei documenti rinvenuti nel pubblico Archivio, dimostra essere questa fabbrica assai più antica del tempo nel quale fioriva quel Bartolomeo Buono ; essere poi le aggiunte avvenute del secondo piano opera di Pietro Lombardo — come dal notatorio del Magistrato del Sale 11 gennaio 1502 — e finalmente dopo il Lombardo, vale a dire nel 1517, aver bensì diretta la continuazione di questo lavoro Bartolomeo Buono, l'abilissimo architetto del campanile, sotto i cui ordini operava Guglielmo Bergamasco (forse da Alzano), come risulta dal documento 1° settembre 1517 dei procuratori ut supra.
   L'edifìzio delle Procuratìe vecchie misura in lunghezza 152 metri ed è costituito da un porticato di cinquanta arcate, sopra le quali si alzano due ordini di archi corinzi, sostenuti da colonne scanalate e per lina continuata sequela, sì che ad ogni arco sottostante due altri al disopra corrispondono; ad ogni ordine ricorre una maestosa trabeazione, la superiore più maestosa delle altre con aperture rotonde nel fregio, onde dar luce alle stanze sottotetto. La cornice che compie l'edilìzio porta un ricco acroterio e vasi alternati, e tutta la facciata è incrostata in marmi d'Istria,
   Alla line del secolo XVI, costruite le Procuratìe Nuove all'altro Iato della piazza e quivi traslocati gli ulhi i dei procuratori, l'edifìzio veniva venduto ad uso privato.
   Phocuratìe Nuove, ora Palazzo Reale (fig. 54). — Nel 1584 il Senato decretava di continuare la magnifica fabbrica della Libreria, disegnata dal Sansovino, sulla piazza Maggiore fino alla chiesa di San Gemi-niano, onde farne la dimora e gli uffici degli otto procuratori di San Marco. Il costruendo edifizio venne subito chiamato Fabbrica delle Procuratìe nuove, per distinguerlo dall'altro di fronte, che prese il nome di Procuratìe, vecchie. Il disegno fu commesso allo Sca-mozzi, il quale presentò un modello che, incontrato il generale aggradimento, fu tosto dato ad eseguire.
   Scrive il Selva, che ognuna di queste nuove Procuratìe — costituenti oggi il maggior corpo del palazzo Reale — formavano tutte insieme un solo edifizio, comodo e grande palazzo, il quale cominciava dal quarto arco (contando dall'angolo del campanile) e si estendeva con trentasei archi fino all'estremità della piazza, in una retta linea lunga 384 piedi (m. 133,75) e di là girava con altri sette archi fino alla chiesa di San «miniano. Sette di tali Procuratìe avevano l'entrata dal portico sulla piazza e l'ottava ria quella della