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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   12G
   l'arte Prima — Alta Italia
   Il Ponte dei Sospiri (lìg. 50).— Anche su questo ponte, che nou è se non un cavalcavia tra il palazzo Ducale e l'edilìzio delle prigioni, si è più del bisogno e più del vero sbizzarrita la fantasia dei novellieri, dei poeti, dei sentimentalisti. Fu costrutto sui disegui di Antonio Da Ponte, non fedelmente eseguito dal suo discepolo Antonio Contini. È in istile baroccheggiante ed ha una fama superiore al suo merito, dappoiché non è che un passaggio coperto, a doppio corridoio, tra il palazzo Ducale e le prigioni, onde evitare sì ai giudici che ai giudicandi un percorso più lungo ed inopportuno, si in barca che a piedi. Oggi 11011 è più che una curiosità, della quale traggono profìtto i pittori, i fotografi, 1 venditori di ricordi di Venezia ed i ciceroni di piazza che infinocchiano chiacchiere e panzane ai creduli forestieri.
   Le Prigioni — Sebbene siano cosa affatto distinta, le prigioni furono sempre considerate coinè una appendice del palazzo Ducale, e con una certa ragione per il traìt-d'union che tra queste e quello è formato dal ponte dei Sospiri.
   Per ordine del Senato, che voleva liberare il ita-lazzo Ducale dall'ingombro e dalla noia recala dalle carceri, Antonio Da Ponte, proto del palazzo, forni nel 1589, il disegno dell'edilìzio attuale, alla cui costruzione si pose tosto mano. Quest'edilìzio fu costrutto tutto in grossi blocchi di pietra istriana e, al dire del
   Temanza non vi fu per molto tempo in Europa un monumento di tal genere equivalente a questo in comodità, robustezza e magnificenza. Il lato dalla parte del rivo è formato di un rude, severo bugnato, interrotto da lesene e da tre ordini di finestre con grossis-sime inferriate. Più elegante, fastosa quasi, èia parte guardante il canale di San Marco, col portico ad arcate, nel mezzo del quale si apre l'atrio che mette alle scale ed al cortile ; sopra l'atrio havvi una sala ed alcune stanze, destinate al Magistrato allora detto dei Signori di notte ai Criminale.. Colonne doriche, fiancheggiate da semipilastri con grandiose finestre nel mezzo, ornano questo piano. Completano la facciata nella parte superiore arcate e bugnate ed una bene immaginata trabeazione a mensole in luogo dei triglifi nel fregio, il che dà all'edificio maggiore severità.
   L'edifizio, essendo quasi isolato e con un grande cortile al centro, è sufficientemente arieggialo e fu annoverato dal celebre llorvvard, nella sua classica opera sulle prigioni, fra i più sani e perfetti da lui visitati. E dato il tempo nel quale fu costrutto e nel quale non v'era traccia di scienza e disciplina carceraria, in senso umanitario, è cosa che torna a lode della Serenissima. « Il governo veneto, checche se ne dica, inclinava alla dolcezza e la saggia sua politica incuteva piuttosto il timore di gravi pene, di quello che rigorosamente apprestarle ».
   piazza SAX M.li:co eh edifixi circostanti
   Fu (lotto e stampato da più dì un impressionista che la piazza di San Marco a Venezia è la più bella piazza del mondo. Noi non diremo questo, perchè in siffatta materia vìge sempre il relativo e non l'assoluto, tanto che nou è possibile confrontare piazza San Marco colla piazza San Pietro a Iioma o della Concordia a Parigi o colla Puerta del Sol a Madrid o della Signoria a Firenze, che pur tengono fama di bellezza mondiale: diremo invece che fra le più belle piazze del mondo essa è certo la più caratteristica e, nella sua tipicità, unica al mondo. Dicono che Napoleone I, il quale nelle sue sentenze passava, fra gli adulatori iminiti ed i cortigiani del suo tempo, per un oracolo, la definisse « una grande sala Ora neppure questa definizione ci pare appropriata granché, mentre è piazza con tutte le caratteristiche che a tale nome si addicono, ed è per giunta suscettibile di una sola qualifica, di mi solo aggettivo < maravigliosa ».
   Nei primi tempi di Venezia, ov'è ora la piazza che è il centro vitale della città, non era che un prato erboso con ortaglie ed alberi, < il brolo » delle monache di San Zaccaria, e nel bel mezzo di esso correva un canale detto Baiarlo. Narsete, il fortunato debellatore dei Goti, coni' ebbe consolidata la potenza greca in Italia, sulle rive di questo canale fece erigere due chiese, tana a San Teodoro (Todaro), protettore antichissimo delle genti delle lagune, spodestato poscia dall'Evangelista, e l'altra a S. Geminiano ed al martire S. .Mena. Ma quando, trasportata la sede del governo da Malamocco a Rialto, queste località cominciarono a popolarsi ed a farsi fitte di case, ed il doge e gli altri magistrati della Repubblica pensarono di stabilire quivi il palazzo che doveva esser sede del governo, grandi mutamenti avvennero anche nel brolo delle monache di San Zaccaria, le quali poco per volta dovettero cedere i loro terreni ai reggitori della Repubblica, per costruire il palazzo e per farvi la piazza, davanti e poscia la grande Basilica che doveva accogliere le spoglie dell'Evangelista trafugate