Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Venezia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (126/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (126/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   fifi
   12G l'arte Prima — Alta Italia
   4 6, Andrea Dandolo, 1343.—II. Vacante colla scritta: Hic est loeus Marini Falieri decapitali prò crimi-nibus, 1355. — 48. Giovanni Gradenigo, 1355. — 40. Giovanni loffia, 135G. — 50. Lorenzo Gelsi, 1361. — 51. Marco Corner, 1365. — 52. Andrea Contarmi, 1368. — 53. Michele Morosini, 1382. — 54. Antonio Venier, 1382. — 55. Michele Steno, 1400. —56. Tommaso Mocenigo, 1414. —57.Francesco Foscari, 1423.—58. Pasquale Malipiero, 1457
   — 59. Cristoforo Moro, 1462. — 60. Nicolò Tron, 1470 — 61. Nicolò Marcello, 1473. — 62. Pietro Mocenigo, 1474. — 63. Andrea Vendramin, 1476.
   — 64. Giovanni Mocenigo, 1478. — 65. Marco liar-barigo, 1485. —-66. Agostino Barbarigo, I486. — 67. Leonardo Loredan, 1501. — 68. Antonio Gri-mani,152l. —69. Andrea Gritti,1523. — 70. Pietro Landò, 1539. — 71. Francesco Donato, 1545. — 72. Marc'Antonio Trevìsan, 1553. — 73. Francesco Venier, 1554. — 74. Lorenzo Friuli. 1556. — 75. Girolamo I'riuli, 1559. — 76. Pietro Loredan, 1567.
   — 77. Alvise Mocenigo, 1570. — 78. Sebastiano Venier 1577.
   Lungo le pareti furonvi per molti anni le scansìe dei libri che costituiscono la Biblioteca Marciana.
   Sala dello Scrutinio. — In questa sala, nella quale si facevano gli squittinii delle votazioni del Maggior Consiglio —votazioni alle quali era ammesso ad assistere il popolo — si custodirono per molto tempo i preziosi codici legati alla Repubblica di Venezia dal cardinale Bessarione, e che formano il tesoro della Biblioteca Marciana. Dopo le ristaurazioni del 1815, quando quei codici ritornarono da Parigi e la Biblioteca Marciana fu collocata nel palazzo Ducale, furono di nuovo qui custoditi.
   Anche questa sala è magnificamente ornata di dipìnti di grande pregio, illustranti fasti gloriosi della Repubblica veneta. Ira questi ricorderemo : Marco Giustiniani toglie Zara al re d'Ungheria, 1346 (Jacopo Tintoretto); Presa di Cattaro, compiuta da Vettor Pisani (Antonio Vicentino); Battaglia di Lepanto (A. Vicentino); Demolizione del castello Morgantino in Albania, (Pietro Belletti); Lazzaro Mocenigo fuga i Turchi ai Dardanelli nel 1698 (Pietro Liberi); Pipino re d'Italia all'assalto di Rialto nell'809 (A. Vicentino); Vittoria dei Veneziani a Jafla sul califfo d'Egitto (Sante Peranda) ; Presa di Tiro nel 1128 (Aliense) ; Vittoria dei Veneziani su Ruggiero Normanno re di Sicilia (Marco Vecchio); Il Giudizio finale (Palma il Giovane).
   Adorna questa sala l'arco trionfale in onore di Francesco Morosini detto il Peloponnesiaco, con dipinti fra gli intercolonni: allusivi alle vittorie del condottiero, dovuti a Gregorio Lazzarini
   Nel fregio continua la serie dei ritratti dei dogi, come nella sala del Maggiore Consiglio dianzi descritta, nell'ordine seguente: Nicolò Da Ponte, 1578.
   — Pasquale Cicogna, 1585. — Marin Grimani, 1597.
   — Leonardo Donato, 1606. — Marc'Antonio Mernmo, 1612. — Giovanni Bembo, 1615. — Nicolò Donato, 1617. — Antonio Friuli, 1618. — Francesco Con-
   tarmi, 1623. — Giovanni Corner, 1625. — Nicolò Contarmi, 1630. — Francesco Erizzo, 1631. — Francesco Molino, 1646. — Carlo Contarmi, 1655. — Francesco Corner, 1656. — Bertuccio Valier, 165G.
   — Giovanni Pesaro, 1658. — Domenico Contarmi lì, 1659. — Nicolò Sagredo, 1675. — Alvise Contarmi 11, 1676. — Marc'Antonio Giustiniani, 1684. — Francesco Morosini, 1G85. — Silvestro Valier, 1694.
   — Alvise Mocenigo lì, 1700. — Giovanni Correr, 1709. — Alvise detto Sebastiano Mocenigo HI, 1722.
   — Carlo Ruzzi ni, 1732. - Alvise Pisani, 1735. — Pietro Grimani, 1741. — Francesco Loredan, 1752, — Marco Foscarini, 1762. — Alvise Mocenigo IV, 1763.
   — Paolo Renier, 1779. — Lodovico Manin, 1789.
   Il soffitto, del pari magnifico e ricco quanto quello della sala del Maggior Consiglio, è tutto ornato di pitture storiche, allegoriche e simboliche, dovute al Pordenone, a Camillo Bellini, Giulio Dal Moro, l'Aliense ed altri. — Fra questa sala e quella del Maggiore Consiglio liavvi la sala della
   Quarantia Civil Nova. — Non molto ampia ma con buone pitture di Antonio Foler, Filippo Za-nirriberti e G. B. Lorenzetti, con allegorie intorno alla giustizia, alla rettitudine, alla gloria della Repubblica Serenissima.
   Biblioteca Marciana e Museo Archeologico.
   — Di questi due istituti, che occupano ancora in parte il palazzo Ducale di Venezia, ma che, mentre scriviamo, stanno traslocando nel palazzo dell'ex-Zecca, diremo trattando degli istituti educativi dei quali anche in Venezia, per antica tradizione, non vi fu mai penuria.
   I Pozzi. — Dalla sala degli Avogadori, presso la Scala d'oro, si parte una scaletta interna che discende alle famose prigioni dette dei Pozzi, alle quali descrittori e romanzieri fecero una fama assai peggiore della realtà, per quanto non siano certo piacevoli a vedersi e tanto meno ad abitarsi. Ma innanzi tutto va sfatata la leggenda che fossero sotterranee e, come generalmente si crede e si continua a stampare, sotto il livello del vicino canale. Questi famosi pozzi constano di due piani di cellette, nove per piano, corrispondenti l'uno al pianterreno o loggiato inferiore del palazzo e l'altro alla loggia superiore; quindi a qualche metro sopra il livello del canale, anche nei momenti del maggior flusso, o delle straordinarie cresciute della laguna. Erano, per maggior salubrità, a causa dell'umido, rivestite di legno di larice, rivestimento che fu tolto dalla furia popolare, quando, alla caduta della Repubblica, il palazzo fu invaso e pressoché saccheggiato da gente eccitata, fra la quale non mancava chi aveva più voglia dì far bottino che far della politica.
   II maggiore inconveniente di queste celle, non certo più ristrette di quelle che nei nostri civilissimi tempi formano la base del sistema cellulare, era l'umidità e la scarsissima luce vegnente dagli alti spiragli. Ma, dati ì tempi ed i costumi ed ì saggi che si hanno di altre prigioni nei sotterranei dì castelli e di fortezze, forse queste della Serenissima erano ancora preferibili a tante altre dei tempi.