Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Venezia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (119/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (119/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Venezia
   (il
   «fissiti*.
   
   Fig. 44. — Venezia (Palazzo Ducale) : Capitello rappresentante i più insigni sapienti dell'Antichità
   (da fotografia Alinari).
   come abbiamo visto, durante il dogado di Francesco Foscari. ad opera di Giovanni e Bartolomeo Don. Quest'edilìzio, che già per sé stesso può dirsi un capolavoro, congiunge il lato occidentale del palazzo colla basilica di San Marco. Il Cicognara ed il Selvatico, nelle loro opere sulla scoltura e sulla architettura, descrissero magnificandola questa porta, che il primo chiama    Questa porta fu detta della Carta perchè sotto di essa venivano affìssi i bandi, i decreti ed altri atti
   15 — l^i* l*alrìa, voi. I, parte 2*.
   che dovevano essere portati a cognizione dei cittadini (fig. 45).
   Il Cortile (fig. 46). — Pari alla magnificenza esterna è lo splendore del cortile del palazzo Ducale. Le varie epoche nelle quali esso fu lavorato e compiuto vi hanno lasciata la loro impronta speciale. Così austeramente severa è la facciata dal lato occidentale, corrispondente all'ala della Piazzetta, che è la più antica ed in parte riproduce — con maggiore semplicità di decorazione — le linee fondamentali della facciata esterna. L'arte del Rinascimento invece si appalesa nel lato orientale del cortile, quello a cui s'appoggia l'imponente scalone dei Giganti. Questa facciata fu, si può dire, il capolavoro architettonico di Antonio Rizzo, al quale, se vera l'imputazione fattagli e per cui dovette fuggire da Venezia, al cospetto di quest'opera ed al pensiero del misero compenso clic n'aveva, molto si può indulgere.
   Questa facciata consta di quattro ordini allatto distinti l'un dall'altro, ma che nel complesso, nell'insieme mirabilmente fusi in modo da presentare all'occhio la più vaga e maravigliosa delle impressioni.
   Le arcate del pianterreno sono a pieno centro; le perfezioni archiacute, con innesto dei due stili lombardo e neogotico, criticato dagli uni, ammirato dagli