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IJarte Prima — Alta Italia
nelle palafitte di sostegno 1,156.627 pali o tronchi di quercia ed altri alberi. I disegni della grandiosa mole furono dati nello stile rigonfio dell'epoca, ma con un insieme di grand'impoiienza, da Baldassarre Longhena, il quale, oltre delia chiesa, ebbe ordine anche di co-strurre l'attiguo edifizio per converti» dei Chierici So-niaschi, clic dovevano ullìciarla. La costruzione di questo tempio durò oltre mezzo secolo, perchè solo nel 1G87 la chiesa venne consacrala ed impurtò al governo della Repubblica la spesa di oltre mezzo milione di ducati d'oro.
Salvo l'imponenza delle dimensioni nulla ha all'esula:» che spiccili per gusto artistico; ma la slanciata, ardita forma della cupola maggiore appaga l'occhio e fa, vista dalla Piazzetta o dall'imbocco del Canal Grande, splendido compimento al meraviglioso quadro scenografico che di là si olire all'osservatore (fig. 36).
'L'interno è costituito da due ottagoni concentrici, fra i quali gira un porticato ad otto arcate, sei corrispondenti ad altrettanti altari, una alla porta maggiore e l'ultra al presbiterio. La cupola list 20 metri di diametro e si eleva su uu tamburo ili 11 metri-
Ad accrescere magnificenza al tempio, oltre di valersi dell'opera dei migliori artisti dell'epoca, si in pittura che in scoltura, il Senato volle radunarsi opere di maestri della granile scuola del secolu XVI che potè avere, o ritirandole da chiese od edilizi demoliti o acquistandole a caro prezzo da chi ne era in possesso. Perciò si trovano qui dipinti pregevolissimi di Tiziano Vecchio, di Jacopo Robusti detto il TiiUoretto, del Sai vinti, di Polidoro da Caravaggio, di Cristoforo da Parma, di Girolamo da Treviso, del Pennacchi, di Palma il Vecchio, del Sassoferrato, del Cordella, del Lotto, del Padovanino, del Basalti, del Fosolo, del Liberi, del Brusasorci, del Rizzardini, ecc.
Ricchissimo è I aitar maggiore in marmi statuarii di Carrara, scolpito (la Giusto Le Court, e vi sono altre scolture del Morluiter, del Zaudomeneghi non prive di pregio, per quanto manierate.
Fra le singolarità di cui la chiesa della Salute ha vanto notansi le quattro grosse colonne reggenti la vòlta della tribuna di marmo greco finissimo, tolte dal magnifico anfiteatro romano di Pola. Ricchissimo corredo di vasi sacri ed oggetti preziosi, volivi o donati a quella chiesa, si conserva nella sagrestia, come nei locali dell'attiguo convento dei Smuaschi, ora ridetto a seminario patriarcale, si ammirano preziosi quadri d'ogni scuola recanti i afflili di Tiziano, Paolo Veronese, Alberto Durer, Carlo Dolci, Giulio Romano, Bartolomeo Sghedoui, Guido Reni, Annibale ed Agostino Caracci, del Doineiiicliino, di Leonardo da Vinci, del Parmigianino, di Lippo Lippi ed altri ancora. Nei chiostri, nella loggia, nei corridoi, vennero collocati monumenti onorari e sepolcrali, tolti da altre chiese o demolite o soppresse ; e fra questi ricordiamo il monumento sepolcrale di Jacopo Sansovino, col bustoni terracotta modellato da Alessandro Vittoria — tolto dalla soppressa chiesa di San Geminiano — e quelli dì Ah tu ni» Cornaro, Francesco Dandolo, Nicolò Barba-
rigo, Lorenzo Ibaf/adino ed altri illustri che figurano nella storia civile e militare di Venezia, con scolture dei Lombardi, del Vittoria, ecc.
San Moisè (Salizzada di San Moisè). — È pur essa annoverata fra le più antiche di Venezia, essendo stala eretta nel 707 col titolo di San Vittore. i\el 947 fu rifabbricata a spese di Moisè Venier, il quale la volle dedicata al santo di cui portava il nome; distrutta nel terribile incendio del 1105, fu lieti tosto rialzata per le elemosine dei fedeli ed infine la vecchia fabbrica, minacciando rovina, si pensò dì rifarla a nuovo. La prima pietra dell'attuale edilìzio fii collocata il 12 ottobre 1032; la facciata, faragginoso lavoro del peggior gusto barocco — per quanto alleggerita e modificata nell'ultimo l'istauro del 1878 — fu disegnata da Alessandro Treinignan e le numerose statue, dalle quali era sovraccarica, erano upera di Arrigo Mereugo. Il lavoro venne cominciato nel 1G48 e condotto a spese della famiglia Fini, che vi sprecò 30.000 ducati.
Nell'interno si notano scolture barocche del Taglia-pietra e del Beltrame e dipinti, migliori, di Jacopo Tiuloretto, di Malleo da Verona, di Palma il Giovane, del Bambino, del Brusaforro e d'altri.
Abbazia della Misericordia (Fondamenta della Misericordia). — In questa località, detta anticamente Val Verde, da antica data, sotto il patronato della famiglia Moro, esisteva un cenobio ed una chiesa intitolata a Maria della Misericordia. Più tardi, dopo la peste del 1348, cenobio e chiesa assursero a maggior faina e vi si aggregò una Coiilraternita o Scuola, che fu fra le più impulsanti allora esistenti in Venezia. L'edilizio attuale della scuola venne rilutto nel XIV secolo in istile lombardo, e la chiesa lu riedificata nel 1G59 sui disegni di Clemente Moli, che ne scolpì pure le statue della facciala. Tanto nella scuola che nella chiesa conservavansi pregevoli opere d'arte, che colla soppressione della fine del secolo scorso vennero disperse o collocate ultrove. Fu chiusa per lungo tempo e solo da pochi anni riaperta e restituita al culto. Vi si notano scolture di scuola lombarda del Rinascimento e del Sansovino, e buoni dipinti di Cima da Coiiegliaiio, di Domenico Muzza, di Palma il Giovane ed altri del seicento.
San Pantaleone (Campo di San Pantaleone). — Ila origini antichissime, tanto che intorno al uiille si dovette rifabbricarla perchè cadente per vetustà, du-gando Uttone Orseolo. In seguito fu più volte l'istaurala e rifatta. Nel 1008, sui disegni di Francesco Contino, che prese a modello il tempio palladiano del Redentore alla Giudecca, si cominciarono i lavori per la completa ricostruzione di quesl'edifizio, che venti anni dopo era finito.
Anche questa chiesa è ricca di dipinti pregevoli, dovuti a Giovanni od Antonio da Murano (1444), al Veronese, a Jacopo Palma juniore. al Padovanino, a Gregorio Lazzariui, al Lambranzi, al Manfredi, al Car-ievaris e ad altri secentisti, ma soprattutto a Gian Antonio Fumiani, allievo di Domenico degli Ambrosi, bolognese — che ne colorì con grandiosità di disegno,