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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IJarte Prima — Alta Italia
   imponente, ma sovraccarico di stucchi- dorature, pitture del più pesante e faragginoso barocco. .Non v'ha, sì può dire, angolo che non sia coperto di siffatte ornamentazioni.
   Dove non sono stucchi, dorature, intagli, sonvì pitture nella maggior parte affette dal manierismo secentista. Notiamo fra i migliori che dipinsero per San Nicolò da Tolentino: Bonifacio Veneziano, Leandro Bassano, Pier Domenico da Castelfranco, il Padova-nino, Giambattista Ferrarese, Camillo Procaccini, Girolamo Farahosclii, Luca Giordano, .Iacopo Palma juniore, Sante Peranda, Alvise dal Friso, Giovanni Lys, e fra i moderni Lattanzio Querena.
   Ricchissimo per marmi e grandiosità di proporzioni è il tabernacolo sull'alta. maggiore e, come saggio del parossismo barocco, va osservatoli monumento sepolcrale del patriarca Francesco Morosini, morto nel 1090, lavorato da Filippo Parodi \i sono inoltre in questa chiesa i mausolei dei dogi Giovanni 1 e Giovanni il Corner, morti a pressoché un secolo di distanza, il primo nel 1029 ed il secondo nel 1720.
   San Lorenzo (Campo omonimo). — Antichissima perchè data dal secolo IX. volendola le cronache eretta nell'835 a spese dei Partecipazio-ISniloer. Distrutta nell'incendio del 1105, venne rifabbricata; ed ìufme, sotto più ampie proporzioni, rifatta nel 1592, su disegni di Simone Burella. Nulla di notevole in quest'edilìzio, che risente del barocchismo dell'epoca nella quale fu eretto, all'infuori di due statue di Girolainu Campagna.
   Nella chiesa primitiva di San Lorenzo erano i sepolcri della famiglia Polo e fra gli altri tu sepolto quivi Nicolò, d padre di Marco.
   San Pietro in Castello (Campo omonimo). — E delle più vetuste e cospicue per storia ed importanza delle chiese veneziane. L'isola sulla quale questa chiesa sorge, detta Quinttttalle, è l'Olivolo degli antichi, nome venutole non tanto per la forma quanto perchè vi prosperava tale pianta, e di Castello perché quivi i primi abitatori delle lagnile stabilirono lino dei propugnacoli a loro difesa dai nnnaccianti invasori, f in dal VII secolo (anno 050)ligura quivi esìstente una chiesa dedicata ai santi Sergio e Bacco, eretta dalle famiglie dei Simacoli e Caotorta, sotto la giurisdizione dei patriarchi di Grado. Nel secolo susseguente la piccola chiesa fu rifabbricata ed ampliata dal vescovo di Oderzo S. Magno e dedicata a S. Pietro. Accresciute coll'andar degli anni le popolazioni delle isole, col consenso ili Roma e del patriarca di Grado, si elessero in Rialto un vescovo, che fu Obellerio tribuno ili Malamocco. il quale, piantando la sua sede ili San Pietro all'Olivolo, prese il titolo di vescovo olivolense, titolo durato sino al 1091, nel quale anno Arrigo Contarmi assunse il titolo di vescovo di Castello o Castellano, titolo rimasto lino alla metà del secolo XV, quando il pontefice Nicolò \ abbinami» Iti una sola le due dignità di patriarca gradense e vescovo castellano india persona di Lorenzo Giustiniani, questi assunse il titolo di patriarca di Venezia. In questa chiesa rimase adunque la cattedra n sede patriarcale fino al 1807, nel quale
   anno la cattedra fu trasferita in San Marco ed il palazzo patriarcale fu mutato in caserma militare.
   L'antica chiesa, fondata dal vescovo San Magno, subì, nel processo dei tempi, grandi modificazioni ; assai danneggiata da uu incendio scoppialo durante le esequie di Vitale Micliiel nel 1108, fu in gran parte rifabbricata ; ed altri ingrandimenti e rimaneggiamenti subì nel 1508 e nel 1524. Nel 1559 il patriarca Vincenzo Diedo, giudicando inferiore questa chiesa-cattedrale alle tante che erano sòrte od andavano sorgendo in altre parti della città, ordinò al Palladio di preparargli i disegni per un nuovo e più sontuoso tempio e si accordava coi inastri Domenico De Menili, Baldis-sero suo figlio ed Alessandro suo nipote, tagliapietre veneziani, per il materiale ed ì lavori necessari, obbligandosi a pagare in varie rate 1910 ducati. Ma il contratto 11011 ebbe effetto, perchè il patriarca morì poco tempo dopo ed il suo successore, Giovanni Trevisan, non volle dar seguito al progetto. Solo sotto il patriarcato di LorenzoPriuli 1 idea fu ripresa e, nel 1594, su disegni ili Francesco Smeraldi detto Fracà, che pare si sia giovato anche del disegno lasciato dal Palladio, cominciò la rifabbricazione della chiesa ; ultimata nel 1621 sotto la direzione di Giovanni Grapiglia, il quale pure si giovò dei disegni palladiani.
   La facciata, per quanto risenta del barocco, ha quell'imponenza che è propria alle opere del Grapiglia ; l'interno, di stile classico, ampio, grandioso, lascia nell'osservatore ottima impressione.
   Oltre del magnìfico aitar maggiore, disegnato dal Longhena e scolpito dal Moli, vi sono in questa chiesa altre pregevoli scolture di Jacopo Spada, deH'Unghero, del Moli anzidetto e del Morluiter. Fra le pitture se ne annoverano di eccellenti del l'asaiti, del \eronese, delI'AIiense, del Malombra, del Tizianello, del Liberi, di Luca Giordano e d'altri. Iiavvi inoltre un pregevole musaico, lavorato nel 1570 da Arminio Zuccato, su cartoni del Tintoretto.
   Anche in questa chiesa si conservano e si venerano molte reliquie di provenienza bisantina, e quindi di ormai impossibile autenticazione. Il campanile sorge isolato nel mezzo della piazza o campo della chiesa; fu cominciato nel 1463 e compito in undici anni. E tutto incrostato di pietra d'Istria; il pillacelo fu rifatto nel 1670 e l'orologio, opera di Bartolomeo Ferracina, nel 1735.
   San Jacopo di Rialto (presso il ponte di Rialto). — Secondo gli storici ed i cronisti più antichi sarebbe in questo luogo che, nel 421 di (',., fu dai profughi veneti, fuggenti le incursioni dei barbari nella loro regione, fondata la prima chiesa nelle isole della laguna dedicandola all'apostolo S. Giacomo Maggiore. Il iilizia, che sulle antichità venete ha fatto buoni studi, all'erma addirittura essere stata questa chiesa ed il gruppo di ventiquattro case che le sorgevano intorno il primo nucleo generatore della futura magnifica città. Secondo la leggenda il costruttore di quella primitiva chiesa sarebbe stato un Eutinopo, architetto di Gamba ed anche costruttore di navigli. Ma della leggenda non