Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Genova e Porto Maurizio', Gustavo Strafforello

   

Pagina (274/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (274/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   262
   Parte Prima — Alta Italia
   del Fiasella appartenente ai marchesi Remedi ; il sepolcro in marmo di G. B. Mala-spina dei marchesi Fosdinovo
   vescovo di Luni
   e di Guarnerio
   figliuolo di Castruccio Castracani degli Antelminelli
   signore di Lucca
   bel lavoro del pisano Balduccìo. Finalmente nella chiesa suburbana già dei Cappuccini vedonsi due belle tavole
   una dello Strozzi
   detto il Cappuccino
   e l'altra del Fiasella.
   La fortezza
   o cittadella
   fu costruita dai Pisani
   che la chiamarono Fermafede
   e nel I486 fu smantellata da Lorenzo De Medici
   che nel 1488 la fece rifabbricare sullo stesso luogo. Subì varie modificazioni
   finché nel 1496 Carlo Vili di Francia
   considerandone l'importanza
   la fece ingrandire e rafforzare.
   11 teatro fu edificato a spese di otto cittadini sul principio del secolo
   su disegno dell'architetto Pietro Bargili
   lucchese
   e può contenere 800 spettatori.
   Fra i palazzi più ragguardevoli son da citare il Municipale
   quello dei marchesi Remedi
   con una tela del Solimene
   un Breughel fiammingo
   varie statue del Cybei
   un museo numismatico e di antichità lunesi ; il palazzo dei conti De Benedetti
   con collezioni di disegni originali e di pregevoli dipinti del Fiasella
   del Solimene e di Carlo di Lorena ; i palazzi Magni-Griffi
   Picedi
   Benettini
   Podestà
   Belletti
   ecc. Presso porta Nuova villa amenissima Cavaggino
   dei marchesi Orlati (lini ornata internamente con molta eleganza
   ed esternamente
   da boschetti
   giardini e viali. Ospedale antichissimo di San Bartolomeo
   Asilo infantile Spina
   fondato nel 185G
   e Monte di pietà con rendita annua complessiva di circa 33
   000 lire. Ginnasio-convitto pareggiato
   Seminario vescovile con compiuto insegnamento
   scuola tecnica
   due istituti privati femminili
   biblioteca dell'Ospedale
   del Seminario e parecchie privato. Vetreria
   fabbriche di tela
   candele
   cappelli di feltro e di paglia
   di calce
   laterizi
   mobili in legno
   materassi
   paste alimentari
   confetti
   cioccolatte
   liquori
   olio di oliva
   ecc. Olio
   grano
   ortaglie. Fino a poco tempo fa era anche in esercizio una miniera di lignite detta Sarzanello
   i cui lavori sotterranei comunicavano con quelli della contigua miniera di Ganìparola ; ma ora entrambe le miniere furono abbandonate perchè la spesa occorrente per tenere i lavori all'asciutto mediante pompe a vapore era eccessiva in confronto alla produzione.
   Cenni storici. — È opinione che questa città
   stante la sua favorevole posizione
   abbia accolto i cittadini dell'antica Luni
   fuggiaschi per la malaria che in questa regnava. La prima menzione di Sarzana trovasi in un diploma dell'imperatore Ottone I nel 9G3. Nel 1202 la potenza della città di Sarzana era salita a tanta importanza che venne prescelta a sede della cattedra episcopale della cadente Luni Molte furono le signorie a cui dovette soggiacere per lo spazio di cinque secoli
   sino alla fine del XIV.
   Nel 1318 i Sarzanesi si assoggettarono a Castruccio Castracani
   dopo la morte di costui
   3 settembre 1328
   passarono sotto la signoria dei Pisani. Nell'aprile 13G9 elessero a loro signore Bernabò Visconti
   duca di Milano
   e stettero sotto i principi di questo nome fino al 1407; nel quale anno deliberarono di sottomettersi al Comune di Genova
   retto dal Boucliinquault
   governatore del re di Francia. In novembre 1421 Sarzana fu data dai Genovesi a Tommaso di Gampofregoso. ì cui due ultimi successori
   Ludovico ed Agostino
   la vendettero alla Repubblica di Firenze nel 1467. Nel 1469
   per comune accordo dei Sarzanesi con Luciano Fregoso
   di notte tempo gli apersero le porte ed egli tornò in possesso di Sarzana. Per questo fatto nacquero continue molestie per parte dei Fiorentini ai Fregoso. E questi
   riconosciutisi impotenti a resistere
   consigliarono i Sarzanesi a sottomettersi al Banco di San Giorgio di Genova
   ciò che fu fatto nel 1484 per deliberazione del generale Parlamento. Nel 1487 cadde di nuovo in potere dei Fiorentini e vi rimase sino al 1494
   nel qual anno Piero De Medici ne fece arbitrariamente consegna a Carlo Vili re di Francia.
   Nel 1496 venne nuovamente venduta al Banco di San Giorgio da Antonio di