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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   18-2
   Parte Prima — Alta Italia
   di San Benedetto
   che nelle piogge inghiotte anche gli alberi e tutto ciò che i torrenti delle montagne possono portar seco; nel tempo asciutto non dimostra la minima fessura. Detta sprugola trovasi in un prato folto di piante d'alberella alle falde dei monti che lo circondano. La supera in grandezza
   ma non in orridezza
   quella di Campostrino
   dove però non ha che un rivo che tributi le sue acque.
   La sprugola che trovas! fra la zona di Marola e Gadimare ora ò scomparsa
   in causa dei riempimenti fatti per sistemare il gran piazzale che serve di deposito del carbone per le navi da guerra.
   Una grandiosa caverna
   chiamata Bocca Lopara
   trovasi nel territorio di Mari-nasco
   luogo detto la Chiappa. Si entra in essa per mezzo di un piccolo buco
   e appena nell'interno si estendono grandissimi cameroni ornati di fenomenali colonne e mille altri cordoni pendenti formati dagli scoli dell'acqua. Da questa caverna esce una grandissima quantità d'acqua potabile che fu la prima ad alimentare la Spezia.
   Uno sbocco di sprugola è pure nella via dell'Indipendenza
   a ponente della città
   che forma un lago di circa metri 20 di diametro. Distante 40 metri
   e precisamente di fronte allo stesso nel canale che circonda l'Arsenale
   havvi un altro sfogo di delta sprugola che molte volte è necessario fargli inghiottire una grandissima quantità di pietre e sacchi d'arena per riempire il vuoto ch'essa fa.
   Il golfo della Spezia nell'antichità. — Tale e tanta è l'importanza di codesto golfo
   asilo sicuro della nostra magnifica squadra
   che non torneranno discari ai nostri lettori alcuni cenni sulla sua storia antica.
   Alcuni vogliono sia il Portus Lunae da Luni
   città non si sa bene se etnisca o ligure
   situata sulla sponda sinistra della Magra
   a breve distanza dalla sua foce.
   La prima menzione storica di Luni (distinta dal suo più celebre golfo) è quella della sua presa pei Romani sotto Domizio Calvino (Frontin Stuah.
   ih
   2
   § 1) e della fondazione di una colonia romana nell'anno 177 av. C. (Liv.
   xli
   13)
   Nonostante però la fondazione di codesta colonia
   non pare che Luni prosperasse gran fatto ; Lucano la descrive come in piena decadenza nel periodo della guerra civile (desertae moenia Lunae
   1
   586)
   e quantunque ricevesse una nuova colonia sotto il secondo Triumvirato
   la non era sempre a' tempi di Strabone che una città piccola e di poca importanza (IAb. Colon.
   p. 223; Strab.
   v
   p. 222).
   Non se ne hanno notìzie storiche sotto l'Impero
   ma la sua esistenza continuata sino al secolo V è attestata da Plinio
   da Tolomeo
   dagli Itinerari e da Rutilio
   del pari che dalle iscrizioni rinvenute sul luogo.
   Apprendiamo altresì che Luni andava famosa pel suo vino
   riputato il migliore dell'Etruria (Plin.
   xiv
   s. 8
   § 67)
   del pari che pe' suoi caci
   alcuni dei quali pesavano 1000 libbre ! (Plin.
   xi
   42
   s. 97; Marz.
   xm
   30).
   Ma la rinomanza principale di Luni nei tempi imperiali derivava dalle sue cave di candido marmo — le odierne di Carrara — e che era riputato uguale
   se non superiore in qualità
   ai marmi più fini della Grecia. Fu adoperato per la prima volta a Roma nelle costruzioni sontuose a' tempi dì Cesare
   e da Augusto in poi più largamente
   come si vede nel Panteon
   nella piramide di Caio Cestio. Ma fu presto adoperalo anche nella statuaria
   per la quale era creduto preferibile al Pario (Plin.
   xxxvi
   5
   s. 4
   6
   7; Strab
   
   v
   p. 222; Staz.
   Silv.
   iv
   2
   29
   ecc.). Gli edifizi di Luni stessa e persino le sue mura erano di marmo
   come testimonia Rutilio