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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Palle Prima — Alta Italia
   sullo scorcio del secolo XVI
   ha chiesa a tre navate
   con lodevoli tele del Brandi-marte
   del Paggi e del Lemino
   e diversi monumenti sepolcrali. In questo convento
   mercè i legati dei signori Ambrogio Ramella e G. B. Rocca
   si riunirono le Scuole comunali
   e fu aperto un Convitto per gli alunni delle Scuole tecniche pareggiate. Opera pia del Soccorso Ambrogio Ramella per istruzione e per ricovero ai bisognosi
   Orfanotrofio
   Ospedale
   Scuole femminili ed Asilo infantile.
   Loano ha nei suoi dintorni alcune chiesuole campestri
   fra le quali quella di N. D
   di Loreto
   carissima ai marinai! che si vuole fosse già ospizio dei monaci benedettini
   sincrono a quello del monte Varatella. Ha pure due oratori}
   l'uno detto dei Bianchi e l'altro dei Turchini. 11 primo
   d'istituzione antichissima
   vanta una Madonna del Garaventa di mollo merito. Nel secondo
   sorto nel 16G0 per impulso della principessa Violante Lemellinì Doria
   è degna d'ammirazione la Nascita di Maria Vergine
   affresco di Santo Bertelli
   un quadro di G. B. Gaulli
   la Visita di Maria a S. Elisabetta in quattro figure di legno
   un Nazareno sotto il peso della croce
   opere entrambe dello scultore Paolo Olivari
   ed un Crocefisso che si giudica del Maragliano. Nella nuova chiesa dei Cappuccini
   eretta sul declivo del Gazzo
   si custodiscono gelosamente alcuni buoni quadri di scuola genovese
   ed un'immagine della B. V. Immacolata che Salvatore Revelli modellò e ridusse in gesso scagliola.
   Lungo la strada che riesce al confine verso Borghetto Santo Spirito
   s'incontrano le vestigia di due ponti della via Aurelia
   e non sono molli anni che sulle rapinose falde di capo Danzo (caput Dancium)
   dove ergesi in istile gotico-ligustico l'elegante castello dell'ing. Borei li
   sterraronsi non poche monete di argento e di rame
   portanti l'effigie ài Vespasiano
   di Antonino Pio
   di Marco Aurelio e di Faustina
   con diversi cocci d tegol«
   dì anfore e frammenti di vetro
   un cippo di pietra affatto illeso dagli oltraggi del tempo
   sopra un lato del quale si legge la seguente iscrizione :
   MATRONIS P
   DID1US CAI
   11 ci incus
   V. S
   L. L.
   Il compianto ramni. Emanuele Celesia
   in una dotta monografìa
   certificò la romanità dei predetti due ponti
   ed affermò che tanto il cippo alle dee Matrone
   quanto le monete ed i cocci tratti alla luce nello stabile Borelli
   sono evidentissimi segni del percorso della via romana sul fianco di capo Danzo.
   Le cartiere di Loano rimontano al secolo XV. Nei successivi due secoli erano assai produttive le saponerìe
   le polveriere
   il setificio
   la tipografia di cui si serbano pregevoli edizioni
   e la gualchiera che riforniva di albagi le galero di Spagna e quelle del Pontefice. Dai primordi del secolo XVII sino a quelli del secolo prosente erano tenuti in gran pregio i merletti neri
   che costituivano una distinta specialità del luogo. I cantieri Ioanesi
   di cui recano notizie i rogiti del Seicento
   presero incremento verso il 1780
   durarono fiorenti sino al 1875
   e di questi tempi
   nei quali il vapore detronizzò la vela
   sono deserti come cosa vieta. Presentemente Loano ha molini a vapore
   attivissime fabbriche di pasto alimentari
   due Società di mutuo soccorso
   l'operaia e la filarmonica
   nonché quelle dei capitani marittimi e dei cacciatori.
   Cenni storici. — Non si hanno notizie di Loano anteriori al J07G. Il Serra ed alcuni altri opinano sia stato li conteso Pollupice àe\VItinerario di Antonino Pio
   ma con quale fondamento non si sa. D! quell'anno Doodaio
   vescovo di Albenga
   donava
   con Borgio
   Toirano
   Bardineto ed altri borghi
   Lodanum super Podhtm
   il primitivo Loano
   ai Benedettini del monte San Pietro di Varatella che lo tennero sino al 1171. Da quell'epoca soggiacque una seconda volta alla Mensa vescovile albenganese
   finche monsignor Lanfranco Dinegro
   per atto 24 gennaio 12G3
   lo infeudò ad Oberto Doria
   l'almirante dei Genovesi alla Meloria.