Albenga
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Anche i Piemontesi presero ed occuparono per ben due volte Albenga: la prima nel 1625 sotto Vittorio Amedeo 1
da cui si liberò il 17 luglio del medesimo anno mercè il soccorso di 42 galee genovesi; la seconda nel settembre del 1746 sotto Carlo Emanuele III
collegato agli Austriaci
ma fu sgombrata sul principio del 1749.
Nel 1794 i Francesi
respinti da Savona dagli Austro-Sardi sotto Devins
sostarono nel territorio d'Albenga
fortificando
per ordine del Massena
la linea rinomata di Santo Spirito
che procacciò loro tante vittorie. Albenga fu perciò dichiarata piazza d'armi
centro di tutte le operazioni militari
sì che accolse fra le sue mura il generale in capo Kellermann
Dumas
rappresentante del popolo francese
e
con le loro divisioni e brigate
i generali — che divennero poi così famosi — Massena
Augereau
Serrurier
Laharpe
Menard
Joubert
Cervoni
Rampon
Victor
Gareux
Rusca
Fiorella
Despinois
Gardanne
Saint-Ililaire
Bonnel
e finalmente
nel 1796
Bonaparte stesso
qua! generale in capo dell'esercito francese in Italia.
Albenga e il suo contado divennero perciò il teatro della guerra e ne' suoi dintorni furono combattute aspre battaglie
inseparabili da fiore epidemie. Nel 1797 sopravvenne la rivoluzione di Genova ; Albenga ne seguì le sorti e cessò com'essa di governarsi coi propri statuti
dei quali si hanno a stampa parecchie edizioni.
Nel 1798
nella guerra scoppiata fra la nuova repubblica ligure e il re di Sardegna
gli abitanti della cosidetta giui-isdisione del Genia-
di cui Albenga era capoluogo
levaronsi in armi
respinsero il nemico e conquistarono Loano. Ampliatosi poi l'impero francese napoleonico
Albenga vi fu incorporata col rimanente della Liguria lino al 1814
e fu poi riunita con essa ai dominii sabaudi.
Nè men cospicua è Albenga nella storia ecclesiastica. La sua sede vescovile risale al secolo IV
e suo primo vescovo fu Onorato
che nel 377 accolse ospite S. Veranio
reduce da Roma. De' suoi vescovi alcuni furono insigniti della porpora cardinalizia
fra gli altri un Carlo Cicala
della qual nobile famiglia genovese sonvi ancor discendenti in Albenga
e due salirono al trono pontifìcio
uno col nome d'Innocenzo IV e l'altro con quello di Clemente VII. Il vescovo d'Albenga
già suffraganco sino al 1180 dell'arcivescovo di Milano e quindi di Genova
fu signore del principato d'Oneglia
della Pietra e dei Comuni dipendenti
e possedè inoltre altri feudi e terre imperiali ; ma
per le istanze di Bonifacio Vili e di Urbano VI
fu
nel 1293 e 1385
spoglialo di tutte le sue signorie.
Poche città
non solo in Liguria ma in tutta Italia
vantano una storia così antica e gloriosa come quella di Albenga
storia doviziosa d'insigni personaggi.
Uomini illustri. — Oltre quel Tito Elio Proculo di forza straordinaria
che osò contendere l'impero a Probo
il quale lo condannò a morte (276-282)
e il precitato Gregorio d'Aste che prese parte alla battaglia di Lepanto
nacquero in Albenga Michele d'Aste che
nel 1526
creato prefetto d'arnn da Carlo V
espugnò Buda e sottomise Viddino e Belgrado ; Gregorio
Giovanni Battista e Marcello
tutti e tre della famiglia d'Aste (della quale morì di recente il contrammiraglio e deputato Alessandro
e vive il marchese Eurico
sindaco di Albenga)
il primo illustre viaggiatore
il secondo teologo e filosofo
ed il terzo cardinale nel 1709.
Nelle scienze e nelle lettere ebbero fama ai loro tempi il fisico Matteo Giorgi
autoredi un trattato De Ilomine c A\ uno scritto erudito sulla dottrina Cartesiana; G. A. Lengueglia
che scrisse Le guerre dei Genovesi contro Alfonso re d'Aragona ; F. M. Lamberti
cappuccino
vicario apostolico
che tradusse in varie lingue orientali la Bibbia
compilò una grammatica turca e lasciò varie opere di morale; Bartolomeo Gherardi
che illustrò la cattedra di clinica chirurgica nella R. Università di Genova dal 1838 al 1850.
Nella diplomazia e nell'amministrazione segnalaronsi principalmente Filippo Lengueglia
priore della Gallia Cisalpina e della Lombardia
governatore di Genova