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l'arte Prima — Alta Italia
Attivissimo era il traffico del mar Nero in quel periodo
in cui
ricaduta la Palestina in mano dei Turchi e non peranclie scoperta l'America
a quelle sponde facevano capo le principali vie commerciali. Affluivano ai porli della Crimea le pellicce
i grani della pianura russa ed il legname da costruzione. Questo portavasi in Costantinopoli
nella Siria
in Egitto e sulla costa di Barberi a : a Costantinopoli di preferenza recavansi le granaglie ed i pesci salati; il sale alle coste del Caucaso. Per la via di Astracan
le carovane commerciali si spingevano sino a Pechino
incontrando sul loro cammino le merci della Persia e dell'India clic pel Caspio erano portate ad Astracan.
Più direttamente però il commercio della Persia e dell'India facevasi per la via di Trebisonda e dell'Armenia. Perle
pietre preziose
seterie
tappeti
broccati di oro fornivano ivi ricco alimento al traffico.
Nel mentre che il mar Nero si andava popolando di colonie genovesi
altre ne venivano sorgendo sulle sponde del Mediterraneo e nelle isole dell'Arcipelago
per opera specialmente di privati cittadini. Benedetto Zaccaria
in compenso dei meriti acquistatisi presso il Paleologo
ne otteneva il dominio di Focea
nel golfo di Smirne
ricca di importanti miniere d'allume
di cui facevasi attivissimo smercio per la tintura dei panni. Dai Zaccaria
Eocea passò nei Cattaneo
i quali estesero il loro dominio anche sull'isola di Lesbo. Per poco tempo essi occuparono parimenti Scio; ma quando quest'isola
già tornata all'impero greco
fu in procinto di cader nelle mani dei Veneziani
se ne impadronì Simone Vignoso (10 giugno 1845) e poco dopo ripigliarono anche Focea. E siccome l'esausto erario di Genova non poteva soddisfare alle spese fatte per questa spedizione
i conquistatori di Scio e di Focea si costituirono in una società di azionisti e
rinunziando ai rispettivi nomi di famiglia
assunsero quello di Giustiniani.
Poco dopo (1355) l'isola di Lesbo
già posseduta per l'addietro dai Cattaneo
ritornava in mano dei Genovesi. Francesco Gattitusio
per compenso d'aver aiutato lo spodestato Giovanni Paleologo a risalire sul trono di Costantinopoli
ne otteneva il dominio che rimase nella sua casa fino al 14G2.
L'attività principale del commercio nel medio evo era rivolta verso il Levante
come in tempi posteriori lo fu verso l'America. Ciò nondimeno Genova ebbe assai frequenti ed importanti relazioni marittime colla Provenza
colla Spagna
col Portogallo
col Brabante
colle Fiandre e eoll'Inghilterra.
Frequenti spedizioni marittime partivano alla volta di Acquemorte
di Marsiglia
d'Arles
nelle quali città tutto il commercio era protetto da vantaggiosi trattati
ed alimentato dalle ricche manifatture dei panni di Linguadoca
ed in maggiore copia forse dal transito delle merci manifatturate nel Brabante ed in Fiandra
le quali venivano acquistate dai commercianti italiani sulle fiere di Champagne e di Brie e
per la via di Provenza
trasportate in Italia. Le citate fiere davano pure largo alimento al commercio cambiario.
Anche coi Sovrani così cristiani come mori della costa di Spagna vi ebbero pernii certo tempo buone relazioni mercantili
finché
insorte gelosie di commercio fra Genova e Barcellona e cresciute in ferissima nimistà
cessò quasi ogni rapporto che non fosse ostile fra i Genovesi ed i Catalani.
Frequentavansi del resto dalle navi genovesi i porli di Cadice e di Lisbona
e massimamente poi quello dell'Ecluse ove convergeva in gran parte il commercio delle Fiandre. Ricche colonie genovesi erano pure stabilite ad Anversa ed a Bruges.
il commercio ligure eoll'Inghilterra aveva spesso per meta l'ormai dimenticato porto di Ilampton; ma il nerbo della colonia genovese risiedeva a Londra
ove aveva raggiunto notevole importanza.
Tali furono in compendio le condizioni del commercio ligure fino a quel punto
che due avvenimenti di decisiva importanza vennero a mutarne le sorti. Alla caduta