ti-2 l'arte Prima — Alta Italia
Moltiplicatisi i discendenti degli antichi marchesi
ossia conti di confini
questi sì divisero tra loro le proprietà che un tempo erano in potere di un solo
del capo stipite cioè
e diedero luogo al sorgere delle casate dei visconti
che così chiama-vansi comunemente i vicari eletti a faro le veci del conte o marchese nelle varie possessioni dallo stesso dipendenti. Questi visconti
cresciuti in numero ragguardevole
aiutati dal favore del popolo
riuscirono a poco a poco a soppiantare l'autorità dei marchesi e ad accaparrarsi quei diritti che a quelli spettavano. Divennero insomma così potenti da uguagliare i loro primi padroni
i discendenti dei quali scaddero in modo da venire uguagliati ai secondi che
entrati al possedimento di
feudi
castella
alla partecipazione delle regalie marchionali
furono dal popolo considerati come gli stessi discendenti degli antichi marchesi e come marchesi riguardati. Gli atti notarili fanno menzione dei nostri visconti già nel secolo X
e primo ad apparire in quegli atti è quell'Itìo che prese ad intitolarsi dal castello di Manesseno
in cui aveva preso a dimorare. Egli viene dal Desimone e dal Belgrano giustamente considerato come il capo stipite di quelle famiglie che nei secoli appresso ebbero tanta parte nei fasti consolari della repubblica.
Favoriti in mille guise i visconti crebbero in fortuna
si moltiplicarono e sorsero da essi gli Spinola
i Caffaro
i Pevere
i Lusii
gli Avvocati (poscia Gentile)
i De Mari
i Serra
gli Usodimare
i Castello
i Brusco
gli Embriaci
gli Alinearii
i Della Porta
i De Marini
i Della Volta (Cattanei)
1 Buroni
i Guaraschi
i Guerci
i Bulgari
i Porcelli o Porci (quindi Salvaghi)
i Rodolfo
i Rufo
i Grimaldi
i Pedicola
i Sardena
ecc.
Che gli appartenenti a tutte queste famiglie
le quali diedero alla città un numero considerevole di governanti
consoli
capitani
confalonieri
conestabili e governatori
che diedero alla patria valorosi combattenti in terra e in mare
che si resero celebri nei mari conosciuti e che per la maggior parte divennero posseditóri di fondachi
beni
case e castella fuori dello Stato
tanto in Italia quanto sulle coste della Catalogna
e in quelle del mar Nero
che in città godevano dei diritti e delle prerogative spettanti agli antichi signori
non ambissero possedere l'onorifico titolo di marchese e sovente di quello si onorassero
è cosa
se non sicura
certo assai probabile.
Intanto le condizioni dell'antica nobiltà mutarono con il disegno vagheggiato da Andrea Doria e da lui mandato ad effetto con la riforma che egli diede alla città nel 1528.
Le principalissime leggi della costituzione
che venne pubblicata l'U ottobre di quell'anno
furono queste : Sarà fatto un elenco dei nobili appellato Libro d'oro; la repubblica non riconoscerebbe più alcuna denominazione
per cui si costituiva differenza da cittadini a cittadini. Rimarrebbe soltanto quella dei nobili
i quali
Fig. 41. — Tomba di Giuseppe Mazzini a Staglieno.