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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ti-2 l'arte Prima — Alta Italia
   Moltiplicatisi i discendenti degli antichi marchesi
   ossia conti di confini
   questi sì divisero tra loro le proprietà che un tempo erano in potere di un solo
   del capo stipite cioè
   e diedero luogo al sorgere delle casate dei visconti
   che così chiama-vansi comunemente i vicari eletti a faro le veci del conte o marchese nelle varie possessioni dallo stesso dipendenti. Questi visconti
   cresciuti in numero ragguardevole
   aiutati dal favore del popolo
   riuscirono a poco a poco a soppiantare l'autorità dei marchesi e ad accaparrarsi quei diritti che a quelli spettavano. Divennero insomma così potenti da uguagliare i loro primi padroni
   i discendenti dei quali scaddero in modo da venire uguagliati ai secondi che
   entrati al possedimento di
   feudi
   castella
   alla partecipazione delle regalie marchionali
   furono dal popolo considerati come gli stessi discendenti degli antichi marchesi e come marchesi riguardati. Gli atti notarili fanno menzione dei nostri visconti già nel secolo X
   e primo ad apparire in quegli atti è quell'Itìo che prese ad intitolarsi dal castello di Manesseno
   in cui aveva preso a dimorare. Egli viene dal Desimone e dal Belgrano giustamente considerato come il capo stipite di quelle famiglie che nei secoli appresso ebbero tanta parte nei fasti consolari della repubblica.
   Favoriti in mille guise i visconti crebbero in fortuna
   si moltiplicarono e sorsero da essi gli Spinola
   i Caffaro
   i Pevere
   i Lusii
   gli Avvocati (poscia Gentile)
   i De Mari
   i Serra
   gli Usodimare
   i Castello
   i Brusco
   gli Embriaci
   gli Alinearii
   i Della Porta
   i De Marini
   i Della Volta (Cattanei)
   1 Buroni
   i Guaraschi
   i Guerci
   i Bulgari
   i Porcelli o Porci (quindi Salvaghi)
   i Rodolfo
   i Rufo
   i Grimaldi
   i Pedicola
   i Sardena
   ecc.
   Che gli appartenenti a tutte queste famiglie
   le quali diedero alla città un numero considerevole di governanti
   consoli
   capitani
   confalonieri
   conestabili e governatori
   che diedero alla patria valorosi combattenti in terra e in mare
   che si resero celebri nei mari conosciuti e che per la maggior parte divennero posseditóri di fondachi
   beni
   case e castella fuori dello Stato
   tanto in Italia quanto sulle coste della Catalogna
   e in quelle del mar Nero
   che in città godevano dei diritti e delle prerogative spettanti agli antichi signori
   non ambissero possedere l'onorifico titolo di marchese e sovente di quello si onorassero
   è cosa
   se non sicura
   certo assai probabile.
   Intanto le condizioni dell'antica nobiltà mutarono con il disegno vagheggiato da Andrea Doria e da lui mandato ad effetto con la riforma che egli diede alla città nel 1528.
   Le principalissime leggi della costituzione
   che venne pubblicata l'U ottobre di quell'anno
   furono queste : Sarà fatto un elenco dei nobili appellato Libro d'oro; la repubblica non riconoscerebbe più alcuna denominazione
   per cui si costituiva differenza da cittadini a cittadini. Rimarrebbe soltanto quella dei nobili
   i quali
   Fig. 41. — Tomba di Giuseppe Mazzini a Staglieno.