ti-2 l'arte Prima — Alta Italia
era minacciata pena di morte a chiunque avesse osato trarre contro gli Austriaci
e intimarono ai valligiani della Polcevera e del Bisagno di recare in città tutte le armi da fuoco delle quali avevano mostrato di sapersi troppo bene servire contro gli stranieri invasori. E in tal modo fu strozzato il primo ardimentoso movimento popolare che forse avrebbe potuto impedire l'onta di un'occupazione tristamente celebre per ogni sorta di soprusi e violenze.
Fig. 39. — Cimitero monumentale di Stagliene.
Più tardi
essendosi il Brown avviato contro i paesi della riviera di ponente
giunse in campo il generale Botta
di origine genovese e che conlava in città molti parenti. a costui si presentarono di nuovo ambasciatori Marcellino Durazzo e Agostino Lomellino
ma ottennero risposte più crude che dal Brown. Disse che veniva
non come genovese
ma come austriaco e vincitore ; sottoscrivessero i patti proposti o li costringerebbe per forza ad accettarli; e
dettate le umilianti condizioni
aggiunse per ischerno che i Genovesi dovevano essergli obbligati se non toglieva loro la libertà e la vita.
Portata la risposta al doge Gian Francesco Brignoie Sale
e sottoposta al Consiglio di guerra e al Consiglio della repubblica
fu decretata la resa. Il Botta colle sue milizie occupò la porta della Lanterna
e poscia
violando i patti formali della capitolazione
col pretesto che questa porta non metteva che ai sobborghi della città
si spinse fino alla porta di San Tommaso.
Innumerevoli sono le onte e le umiliazioni che dovettero subire durante l'occupazione il Governo e la popolazione genovese. Appena giunse il commissario imperiale Chotek impose
a nome della regina
il pagamento di tre milióni dì genovine
ossia circa venti milioni di lire
con minacce di rumare la città se non fosse prontamente versato il denaro richiesto. Mancando l'erario di siffatta somma
per quei