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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Genova
   7:>
   rifiuto ostinato di arrendersi alle pretese di Federico Barbarossa nel 1159
   epoca in cui fu apparecchiata
   con indicibile entusiasmo
   la difesa della città col concorso di tutta indistintamente la popolazione
   comprese le donne
   le quali offrirono alla patria i loro ornamenti perchè fossero convertili m denaro per condurre a termine la cerchia delle mura da Sarzano alle porte dei Vacca (fig. 0)
   che fu compiuta nel tempo prodigiosamente breve di cinquantatrè giorni.
   Merita pure una speciale men- a zione l'ardimento addimostrato V
   dai marinai genovesi quando
   nel gì - .
   12'.)0
   occuparono Porto Pisano •
   
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   segando le catene che ne asser- , > Wvjjl . >
   ragliavano l'entrata
   le quali
    .,/¦* -
   portate in Genova
   rimasero per ^^^^.JSSSML
   lunghi secoli appese quali trofei , g 1.
   di vittoria alle porte di Sant'An- d
   drea e dei Vacca
   all'ospedale dei ^'<\ì\!nirnmm
   Cronici
   alle arcate dell'avan- ; té» %
   corpo del palazzo delle Compere
   . ' i 'Jfe
   e solamente nel 1860 vennero „>< k
   restituite alla città di Pisa
   che «§g fip - H
   1ià
   le collocò nel proprio moravi- • ¦ V è t^Jl
   glioso camposanto in segno della
   concordia che iia presieduto al- ilP Jp
   l'unificazione del regno d'Italia. £ .
   nei fasti della gloria di Genova è l'insurrezione del 5 dicembre ».T ^
   1746
   della quale fu dato il se-gnale nel quartiere popolare di
   Portoria da G. B. Perasso
   detto i '
   llMHMflS81ft 11fllfll ! II! I ' !"
   il Balilla (fig. 38)
   e che
   dopo ILbSìtì^^'!: i * *
   sei giorni di lotta memoranda F 3g_ _ Genoya: Moimmento a L„]a
   
   per eroico sacrifizio e per indomito coraggio
   finì colla totale
   cacciata degli Austriaci. Di questo fatto
   chiara testimonianza della fierezza e dell'eroismo della popolazione genovese
   non basta un fuggevole cenno
   ma è opera di buon cittadino ricordare
   a titolo di doverosa ammirazione verso tanti generosi
   qualche speciale circostanza.
   Nella guerra che succedette alla rottura del trattato di Vormazia
   che aveva posto fine alle lotte per la successione di Carlo VI
   essendo i Genovesi
   dopo la disastrosa battaglia di Piacenza vinta dagli Austriaci
   abbandonati dagli alleati
   Genova venne occupata dalle armi di Maria Teresa. Indarno il Governo della repubblica tentò trattenere nella loro marcia i vincitori mandando al generale Bromi prima Escher
   maresciallo di campo
   e poscia Ranieri Grimaldi e infine Agostino Lonici!ini tentando placare gli animi del nemico c allo scopo di evitare disastrose conseguenze. Ma
   persistendo il Brown nel suo proposito contro Genova e imponendo la resa a dure condizioni
   i padri del Comune e i consoli decisero di dare le armi al popolo perchè si difendesse dalla prepotenza straniera. Ma quest'impeto generoso durò poco nell'animo dei governatori della città! i quali
   impauriti dall'ardore e dall'entusiasmo popolare più che dalle orde nemiche
   pubblicarono un bando col quale