Genova
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rifiuto ostinato di arrendersi alle pretese di Federico Barbarossa nel 1159
epoca in cui fu apparecchiata
con indicibile entusiasmo
la difesa della città col concorso di tutta indistintamente la popolazione
comprese le donne
le quali offrirono alla patria i loro ornamenti perchè fossero convertili m denaro per condurre a termine la cerchia delle mura da Sarzano alle porte dei Vacca (fig. 0)
che fu compiuta nel tempo prodigiosamente breve di cinquantatrè giorni.
Merita pure una speciale men- a zione l'ardimento addimostrato V
dai marinai genovesi quando
nel gì - .
12'.)0
occuparono Porto Pisano •
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segando le catene che ne asser- , > Wvjjl . >
ragliavano l'entrata
le quali
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portate in Genova
rimasero per ^^^^.JSSSML
lunghi secoli appese quali trofei , g 1.
di vittoria alle porte di Sant'An- d
drea e dei Vacca
all'ospedale dei ^'<\ì\!nirnmm
Cronici
alle arcate dell'avan- ; té» %
corpo del palazzo delle Compere
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e solamente nel 1860 vennero „>< k
restituite alla città di Pisa
che «§g fip - H
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le collocò nel proprio moravi- • ¦ V è t^Jl
glioso camposanto in segno della
concordia che iia presieduto al- ilP Jp
l'unificazione del regno d'Italia. £ .
nei fasti della gloria di Genova è l'insurrezione del 5 dicembre ».T ^
1746
della quale fu dato il se-gnale nel quartiere popolare di
Portoria da G. B. Perasso
detto i '
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il Balilla (fig. 38)
e che
dopo ILbSìtì^^'!: i * *
sei giorni di lotta memoranda F 3g_ _ Genoya: Moimmento a L„]a
per eroico sacrifizio e per indomito coraggio
finì colla totale
cacciata degli Austriaci. Di questo fatto
chiara testimonianza della fierezza e dell'eroismo della popolazione genovese
non basta un fuggevole cenno
ma è opera di buon cittadino ricordare
a titolo di doverosa ammirazione verso tanti generosi
qualche speciale circostanza.
Nella guerra che succedette alla rottura del trattato di Vormazia
che aveva posto fine alle lotte per la successione di Carlo VI
essendo i Genovesi
dopo la disastrosa battaglia di Piacenza vinta dagli Austriaci
abbandonati dagli alleati
Genova venne occupata dalle armi di Maria Teresa. Indarno il Governo della repubblica tentò trattenere nella loro marcia i vincitori mandando al generale Bromi prima Escher
maresciallo di campo
e poscia Ranieri Grimaldi e infine Agostino Lonici!ini tentando placare gli animi del nemico c allo scopo di evitare disastrose conseguenze. Ma
persistendo il Brown nel suo proposito contro Genova e imponendo la resa a dure condizioni
i padri del Comune e i consoli decisero di dare le armi al popolo perchè si difendesse dalla prepotenza straniera. Ma quest'impeto generoso durò poco nell'animo dei governatori della città! i quali
impauriti dall'ardore e dall'entusiasmo popolare più che dalle orde nemiche
pubblicarono un bando col quale