Genova
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Quindi è che allorquando il console P. Scipione abbandonò il disegno d'inseguire Annibale su per la valle del Rodano
ritornò immediatamente con la sua squadra a Genova coll'intento di muovere di là contro il generale cartaginese nella valle del Po (Liv.
xxi
32).
In un periodo posteriore della guerra (205 av. C.)
quando tentò riappiccar la lotta in Liguria e nella Gallia Cisalpina
l'altro generale cartaginese Magone sbarcò a Genova e se ne impadronì
quantunque trasportasse poi il suo quartier generale a Savo (Savona) per le sue operazioni militari contro gli Ingauni (Liv
xxvui
t-OÌ xxix
5). Sembra cli'ei distruggesse la città prima di abbandonarla ; di che noi troviamo nel 203 av. G. il pretore romano Sp. Lucrezio incaricato di riediti caria (Ivi
xxx
1).
Da quel tempo Genova è mentovata raramente nella storia ed il suo nomo occorre soltanto incidentalmente durante le guerre dei Romani coi Liguri e gli Spaglinoli (Liv.
xxxu
29; Val. Mass.
1
G
§ 7)
Divenne in seguito municipio romano e Strabone ne parla come di città borente ed emporio principale del commercio dei Liguri; ma è evidente che Genova non raggiunse mai negli antichi tempi l'importanza a cui pervenne nell'evo medio e modernamente (Strab.
iv
p. 202
v
p. 211 ; Plin.
ih
5
s. 7; TolomIin
1
§ 3; Mel.
n
4
§ 9).
Da Genova però fu aperta dai Romani una strada verso l'interno a traversa l'Apennino
strada che andava da Libarna a Dertomi (Tortona)
come già abbìam visto
e che schiudeva per conseguenza una comunicazione diretta fra il Mediterraneo e le pianure del Po (Straii.
v
p. 217; Itìn. Aut.
p. 294; Tab. Peuting.)
circostanza tendente in sommo grado ad accrescere la sua prosperità commerciale
come ultimamente la ferrovia del Gottardo in più vaste proporzioni. 11 periodo della costruzione di codesta strada è incerto. Strabone l'attribuisce ad Emilio Scauro ; ma noi apprendiamo da un'iscrizione ch'essa chiamavasi Via Postumia.
Un monumento curioso e che illustra le relazioni municipali di Genova sotto il governo romano cortiiensì in un'iscrizione sopra una tavola di bronzo scoperta nel 1500
e che si conserva sempre
come abbìam visto
nel palazzo del Comune in Genova. Narra essa che essendo nata contesa fra i Genuates ed un popolo finitimo detto i Vekirit pei limili dei territori rispettivi
la quistione fu sottoposta al Senato Romano
il quale nominò due fratelli della famiglia dì Minucio Rufo per risolverla; e il loro arbitrato è riferito per minuto nella suddetta iscrizione.
Fig. 31. — Genova; Villa Milyus (da fotogr. di Degoix).
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