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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Genova
   7:>
   patrizio Gian Carlo di Negro
   celebre poeta
   del quale conserva ancora il nome. In questo ridente soggiorno convenivano d'ogni parte d'Italia scienziati e poeti chiamati dalla principesca ospitalità del proprietario
   il quale aveva ridotto questa villa ad immagine dei famosi orli del Rucellai in Firenze. Il disegno attuale della villetta è opera iniziata dal Resasco verso il 1802 e condotta a termine quattro anni dopo da Luigi Monti. Bellissime sono lo stradicciuole serpeggianti sui lembi delle ainole
   verdeggianti di edera e odorate dì muschio
   ombreggiale dal folto delle siepi e rinfrescate dalle acque che da ogni parte zam-
   pillano con Iene mormorio ai piedi degli alti ippocastani
   delle vecchie roveri
   dei mesti cipressi
   tramezzate da spalliere di leandri e camelie. Qua e là addossate alle falde delle alte mura dell'antica cinta
   o sui dorsi della collinetta
   o isolati nelle loro ferree prigioni si vedono miti gazzelle
   agili cervi
   irrequiete scimmie
   superbe aquile
   eleganti pavoni ed altri numerosi ani mali i quali rompono collo loro grida il notturno silenzio della villa.
   Dalla vetta di questa collina la vista che si gode della città e del mare sorpassa ogni descrizione.
   Dintorni
   — Amenissimi sono i dintorni di Genova
   e chi vuol godere un magnifico panorama della città vada a nord dell'Acquasela
   a piazza Marsala
   sul principio di via Palestra
   e quindi della grandiosa doppia scala Palestra su per la salita San Bocchino (o lungo via Assarotti e poi a destra su per la salita San Bartolomeo) alle Mura di San Bernardino
   e quindi ancora lungo le Murazze in alto ove parasi innanzi allo sguardo estatico l'immensa distesa azzurrina del mare Ligustico e la vaile fluviale con le sue circostanti colline vestite vagamente di cipressi
   ulivi
   vigneti
   giardini e seminate di ville.
   A due chilometri in tram da piazza Deferrari
   che ben si può chiamare il cuore di Genova
   sorge la collina di San Francesco d'Alharo
   con bella veduta della marina
   che al tempo di Galeazzo Alessi era la dimora prediletta della ricca nobiltà genovese. E dell'Alessi son qui e nei dintorni tre ville. In San Francesco stesso: mila Paradiso (ora Principe Podenas) con loggia ariosa di candido marmo ove dimorò il precitato Lord Byron (donde il noto bisticcio che il diavolo — ed era davvero un diavolo di genio e di costumi — era tornato in paradiso). Verso est
   nel vicino San Martino d'Albaro
   sorge la villa Cambìaso
   una delle creazioni più belle dell'Alessi nel 1557 ; e villa Giustiniani lungo la strada a San Luca d'Alharo.
   Camposanto ni Staglierò. — Uno dei monumenti più importanti di Genova e di cui non si ha esempio in Europa
   e forse nel inondo
   e il Cimitero Monumentale a Staglieno (figg. 39-40). Questa insigne necropoli
   una vera città dei morti
   è di una tale bellezza
   di una tale magnificenza che
   sotto quelle arcate
   lungo quelle aiuole
   in quei verdi boschetti
   il tetro pensiero della morte è vinto e fugato dallo sfarzo della ricchezza
   dallo splendore dell'arte eternamente bella
   eternamente viva
   dell'arte che sfida il tempo e si perpetua nell'ammirazioni dei posteri.
   Il civico cimitero di Genova sorge nel centro del comunello di Staglieno dal quale prese il nome
   Comune soppresso nel 1873 ed aggregato
   assieme a diversi altri circonvicini
   alla ligure metropoli Dista dalla città tre chilometri circa lungo la strada nazionale Genova-Piacenza. Si può andar a Staglieno tanto per la via carrozzabile uscendo da porta Romana
   quanto discendervi per le amene pendici di Montai do
   a nord di piazza Manin
   passando dalla vicina porta di S. Bartolomeo.
   I lavori del Camposanto cominciarono nell'anno 1844. Il disegno primitivo è opera dell'architetto Carlo Barabino
   eseguito dal suo discepolo e successore nella carica d'ingegnere civico
   Giambattista Resasco
   il quale vi apportò alcune modificazioni c vi introdusse alcune aggiunte che completarono mirabilmente l'idea del maestro.
   Fra queste tiene il primo luogo il Pantheon
   opera lodatissima per la severa armonia dello linee
   per l'eleganza del concetto
   per la bellezza delle decorazioni.