Genova
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Ville. — Oltre i suddescrilti palazzi ed altri minori sorgono in Genova alcune belle ville fra cui le seguenti:
Villa Milyus (fìg. 31)
luogo incantevole dal quale si domina l'immensa dislesa del mare
che lambe tutto il golfo di Genova dall'estrema punta del capo occidentale all' imponente monte di Portofino sul culmine del quale si scorge il bianco fabbricato dell'uffìzio semaforico. Questa elegantissima villa era un giorno ricca di una pregevolissima raccolta di oggetti d'arte che furono poscia venduti all'incanto.
Villa Gruber
elegantissima residenza prospiciente la strada sontuosa di circonvallazione a monte (costruita nel 1872 111 anfiteatro alle spalle della città)
dalla quale è divisa da lunga cancellata. Il vasto giardino a modo di prateria ricinto ai lati di folte piante conduce alla palazzina sul cui fianco destro si innalza una torre di stile svizzero che ricorda le torri della Musegg che incoronano l'antica e pittoresca cinta della città di Lucerna.
Villa Bosazza
con attiguo palazzo detto volgarmente dello Scoglietto
e costruito nel sec. XVI dalla famiglia Di Negro che lo fece abbellire all'interno di pitture dall'Ansaldo e dal Tassi di Perugia. Due secoli dopo Andrea Tagliafìchi disegnava la elegante facciata
che si ammira attualmente decorata delle opere di scoltura di Nicolò Traverso
e tracciava inoltre il ridente giardino e il bosco che Io circonda a tergo
ricco di eleganti chioschi e tempietti
folto di ombrosi recessi e leggiadro di ogni varietà di fiori. Delle (lue statue che si veggono in capo allo loggie laterali una rappresenta Ansaldo Grimaldi e l'altra Giambattista Cambiano
la prima opera del suddetto Traverso
la seconda scolpita dal Rava-schio. In questo palazzo alloggiarono Pio VII
e la principessa di Galles.
La vista che si gode dall'alto del boschetto ò veramente incantevole.
Teatri. — Genova era in addietro assai povera di teatri dei quali andò via via arricchendosi nel secol nostro. Primo il Teatro massimo
il
Teatro Carlo Felice (fig. 34)
edificato dall'architetto Carlo Barabino nel 1826
sull'area del convento demolito e chiesa annessa dei Domenicani. Come vede il lettore dalla figura
sopra il pronao
0 vestibolo che dir si voglia
sorretto da sei maestose colonne doriche
sorge la statua del Genio dell' Armonia
del Goggiai e del celebre Gagliuffi ò la bella epigrafe in latino incisa sul frontone. Sopra le tre porto d'accesso sotto il vestibolo veggonsi tre pregevoli bassorilievi rappresentanti: quello in mezzo Orfeo
di Davide Parodi
quello a destra
la Vendetta di Oreste
d'Ignazio Peschiera
e quello a sinistra la Commedia
di Bartolomeo Carrara. Ai lati del vestibolo gira tutt intorno all'edilizio un porticato con sovrapposto terrazzo sorretto da pilastri in pietra sopra i quali corre un architrave fregiato di bighe e mascheroni.
li disegno della platea
attribuito da alcuni al Canonica
è in fonila di ferro di cavallo
con cinque ordini di palchetti
fra cui spicca magnifico il regio
e misura 20 metri sull'asse e 18.50 sul diametro maggiore. Il palco scenico ha una lunghezza di 38 metri sopra una larghezza di 22.50 e un'altezza di 37 metri.
La vòlta fu ridipinta nel 1859 da Nicolò Barabino e Francesco Semino. Il bellissimo lampadario dorato è lavoro del Lavarello. Dei due sipari quello che rappresenta le Feste Partenopee
è di Giovanni Fontana
e di Francesco Baratta l'altro con gli Ozii Ai Sileno.
11 Carlo Felice fu inaugurato il 17 aprile del 1828 coll'opera Bianca e Fernando del Bellini.
Teatro Paganini. — A metà circa di via Caf-faro sorge a sinist ra il Teatro Paganini costruito nel 1856 su disegno dell'ingegnere Carpinoti
con cinque ordini di palchetti
ricco di lavori in plastica e di dorature. Il sipario dipinto da Giuseppe Isola
rappresenta il Trionfo di Francesco Petrarca in Campidoglio.
Politeama Eegina Margherita — Fuori Porta- degli Archi
edificato nel 1550 su disegno di G. M. Olgiato
e decorato allo esterno della statuadiS. Stefano di Taddeo Carlone
sta il Politeama Regina Margherita (già Teatro Doria)
ultimato nel 1855 sui disegni dell'Orsolino eseguiti dall'Olivieri.
Dei suoi due siparii uno
con Andrea Doria che ricusa la corona di Genova
fu dipinto da Giuseppe Isola
l'altro
col Tasso ed Eleonora d'Este
è opera del Boccacci di Parma.
Ultimamente il disegno del teatro nell'interno fu trasformato intieramente dal nuovo proprietario del Politeama
signor Giovanni Chiarella. Se scapitò alquanto l'unità di concetto
molto vi guadagnarono l'eleganza e la comodità.
Politeama Genovese. — A destra di piazza Corvetto
in capo alla rampa che mette all'Acqua-