Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Genova e Porto Maurizio', Gustavo Strafforello

   

Pagina (62/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (62/397)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Genova e Porto Maurizio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1892, pagine 311

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   li. Parte Prima — Alta Italia
   Raggio
   costruito sui disegni del Bianco
   e riformato nel primo quarto del secolo XIX da Nicolò Laverneda. Ha sale ornate di fregi del Pelagatta
   chiaroscuri delCanzio
   stucchi di David Parodi e scolture del Gaggini.
   Palazzo Balbi - Senarega
   edificato dal Bianco e da Pier Antonio Corradi
   ricco di pitture di Domenico Piola
   Valerio Castello
   Gregorio De Ferrari e di ornamenti di Andrea Si-ghizzi e del Brozzi. Possiede inoltre una pregevolissima galleria di quadri.
   Palazzo Negrotto-Cambiaso
   fondato verso il secolo XVI. Il disegno e gli ornamenti della facciata sono attribuiti a G. B. Pellegrini. In questo .palazzo sostò alquanto Pio VII nella sua andata e nel suo ritorno di Francia nel 1815
   come ne fanno menzione le due epigrafi una sull'entrata principale e l'altra all'interno.
   Palazzo Be-Perrari
   appartenente al Duca Galliera
   il generoso patrizio alla cui regale munificenza Genova deve l'ingrandimento e sistemazione del proprio porlo. Questo palazzo
   con freschi del Tavarone
   fu riformato in parte ed abbellito da Carlo Barabino.
   Palazzo De Mari
   detto della .Meridiana
   tagliato nel 1778 pei lavori di via Nuovissima. La facciata attuale non era che il fianco primitiva del palazzo
   e fu così modificata da Giacomo Brusco.
   Palazzo Durazzo
   già appartenente alla famiglia Brignole. L'architettura di questo ò attribuita all'Alessi. Le due cariatidi o telamoni che sorreggono l'architrave sono opera assai pregevole di Filippo Parodi.
   Palazzo Brignole-Sale
   detto pure Palazzo Bianco
   costruito nel 1565
   su disegni di Giovanni e Domenico Ponzellì Le due colossali statue che si vedono sul primo ripiano della scala sono di Pietro Francavi!® e rappresentano Giano e Giove. Questo palazzo accoglieva per l'addietro una galleria di quadri
   di proprietà del dottore Giacomo Peirano
   la quale più non esiste e i cui resti migliori possono ancora ammirarsi nei locali della Banca Popolare di Genova.
   Palazzo Eosso
   anche questo già proprietà della famiglia Brignole-Sale
   di cui l'ultima erede
   la marchesa Maria Brignole-Sale
   moglie del duca di Galliera
   col consenso del consorte e del figlio Filippo
   faceva dono al Municipio di Genova
   nell'anno 1874. Questo palazzo edificato da Galeazzo Alessi
   con superba facciata rossa (donde il suo nome)
   un porticato con 14 colonne doriche e scale imponenti; contiene una ricchis-
   sima collezione di quadri ed una biblioteca di 20
   000 volumi con manoscritti importanti per l'istoria di Genova.
   Palazzo Doria-Tursi
   ora del Municipio
   fondato nel 1064 da Nicolò Grimaldi duca di Salerno su disegni di Rocco Lurago. Gran parte dei marmi e colonne che adornano questo imponente edifizio sono fatica di Giovanni Lurago fratello di Rocco
   e di Giacomo e Pietro Carlone. Nel 1593 il palazzo passò in proprietà del principe Giov. Andrea Doria duca dì Tursi. In quel tempo furono aggiunte le due loggie laterali coi sovrapposti terrazzi disegnate probabilmente dal Lurago
   ma eseguite più tardi da Giambattista Orsolino e Taddeo Carlone
   dei quali pure sono le statue sopra la porta reggenti lo scudo della città
   i mascheroni e tutte le altre decorazioni architettoniche della facciata. Il palazzo dai Doria-Tursi passò più tardi in potere del R. Demanio; nel 1780 vi ebbe stanza Maria Teresa di Parma con tutta la sua Corte; sullo scorcio del secolo l'abitò pure per qualche anno la regina Maria Teresa vedova di Vittorio Emanuele I. Dal 183S al 1848 la Compagnia di Gesù v'ebbe il pròpria collegio. Scacciati in quest'ultimo anno i Gesuiti a furia di popolo
   il palazzo passò al Comune che l'occupa attualmente. Delle opere d'arte che l'ornavano anticamente parte furono distrutte perchò
   troppo affrettate
   non rispondevano alla magnificenza del luogo
   parte perchè i Gesuiti non le credettero confacenti
   per i soggetti espressi
   alle aule di pubblica scuola. Entrando nel grandioso atrio
   si osservino quegli avanzi di vòlto e pareti di antichi monasteri e chiese quivi trasferiti
   opera la più parte di Bernardo Castello e Domenico Piola
   notevoli alcuni per pregio d'arte
   altri di antichità o per memorie storiche. Salito il maestoso scalone si presenta il vasto cortile circoscritto dall' elegante porticato con la sovrapposta galleria
   e in fondo a questo si apre il magnifico scalone
   sulle pareti del quale sono murale lapidi antiche e freschi trasportati dalle demolizioni di chiese e conventi. A sinistra del primo tronco della scala è il piccolo Monumento a Giuseppe Mazzini scolpito da Santo Saccomanno e regalato al Municipio dal signor Luigi Ruggero. Tanto nelle pareti dell'atrio quanto del porticato del cortile sono affisse epigrafi commemoranti generosi fatti della ligure popolazione
   e in apposite nicchie si vedono busti di benemeriti cittadini scolpiti in gran parte da G. B. Cevasco. Sul primo ripiano della scala che mette all'appartamento superiore
   in una eie-