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Parte Prima — Alta Italia
Il porlo di Genova
il primo porto commerciale d'Italia
è il secondo del Mediterraneo
non essendo sopravvanzato che da quello di Marsiglia. A porgere un'idea della sua attività ed importanza valgano le seguenti cifre desunte dal Movimento della Navigazione nei porti del Regno nel 1889
pubblicato dalla Direzione Generale delle Gabelle.
Entravano adunque in quell'anno nel porto di Genova 7512 navi
3640 delle quali erano a vela
stazzavano 334
051 tonnellate
sbarcandone 440
518 di merce; 853 erano vuote e stazzavano tonnellate 40
347: i piroscafi furono 2767
stazzanti 2
696
701 tonnellate e sbarcavano merce per 2
475
361 ; i vuoti furono 252
di tonnellate 196
032 di stazza. I velieri partiti furono 1758
stazzanti tonnellate 125
930 e ne imbarcavano 129
097 di merce; 2457 erano i vuoti
della stazza di tonnellate 217
553. I piroscafi usciti furono 2001
con tonnellate di stazza 1
853
003 e ne imbarcavano 1
063
877 di merce; 933 partivano vuoti per tonnellate 1
019
391. In totale il movimento del porto fu
tra velieri e piroscafi arrivati e partiti
di num. 14
711
ossia 8708 velieri e 6003 piroscafi : fra tutti avevano una stazza di 6
483
008 tonnellate
sbarcandone e imbarcandone 4
108
843.
Ed ora uri cenno storico. Diede opera precipua alla costruzione del Molo Vecchio
sullo scorcio del secolo XIII
il primo doge
Simone Boccanegra
preceduto
fra il 1257 e il 1260
da Fra Oliverio
autore del Palazzo delle Compere o di S. Giorgio
e 10 anni dopo da Fra Filippo
ambidue del Convento di Sestr: Ponente.
I lavori incominciati sotto il Boccanegra durarono sino al 1300
e 25 anni dopo il molo arrivò alla metà della lunghezza presente. Lavorò eziandio alla costruzione di codesto molo Anastasio Alessandrano verso la fine del secolo XV. La bella porta in pietra di Finale al principio di questo molo
fu disegnata da Galeazzo Alessi ed eseguita da Antonio Iloderio da Corona nel 1559
e l'epigrafe latina è attribuita all'insigne scrittore Jacopo Bonfadio
decapitato per pederastia.
Nel 1559 il molo fu prolungato di bel nuovo sotto la direzione dcll'Alessi
come anco nel secolo XVIII. L'ultimo prolungamento fu eseguito dopo il 1821 sotto la direzione di G. B
Chiodo. A metà circa della sua lunghezza trovasi una batteria.
II Molo Nuovo fu principiato nel 1635 sul disegno di Ansaldo De Mari e i lavori di prolungamento
sino all'innesto col Molo Lucedio
durarono sin verso la metà del secolo XIX.
Lanterna e sue adiacenze. — Sulla rupe sporgente in mare
detta Capo di Faro
che divide Genova da San Pier d'Arena
ergesi maestosa e imponente la torre della Lanterna (fig. 7)
costruzione saldissima divisa in due corpi distinti di ugual forma quadrangolare
uno sovrapposto all'altro ed ambidue merlati. La torre è alta 125 inetri dal livello del mare e 101 dalla base alla sommità. Ila un apparecchio alla Fresnel di primo ordine con lenti potentissime dei sistemi più perfezionati e il suo splendore è visibile alla distanza dì 40 chilometri. La fiamma è alimentata da olio d'uliva sopraffino del quale consuma ogni notte un quarto di barile. Dall'ultimo terrazzino lo sguardo spazia incantato sopra un amplissimo orizzonte limitato a ovest dal capo di Noli e a sud dal promontorio di Portofino. Il panorama della città e della riviera occidentale sino a Voi tri è veramente incantevole e indescrivibile.
Incerto è il tempo della costruzione del primo Faro pei naviganti eretto sul promontorio a cui diede il proprio nome (Capo di Faro). Pare che sin dai primi anni del secolo XII vi sorgesse già una torre la quale
oltrecchè a uso di fanale per le navi
serviva anche di prigione e di fortezza per difendere l'angusto passo che conduceva da S. Benigno a S. Tommaso. L'antica torre fu atterrata nel 1512 e la Lanterna presente già era compiuta nel 1543
ma la storia non ci ha tramandato il nome del costruttore di essa.