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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I (S()
   l'arte Prima — Alta Italia
   coppie colossali di argini ortogonali e da pennelli costruiti da non mollo, opere elio costarono al consorzio la non lieve somma di circa mezzo milione. La Rogna è arginata da molta e solida muraglia in pietra e le sue sponde sono protette a sinistra da due argini, uno di 100 metri, l'altro di 860 di lunghezza, e a destra da un argine lungo 820 metri. Alla costruzione di queste opere idrauliche concorsero il Governo, il Circondario e i tre Comuni di Domodossola, Calice Ossolano e Tronlano.
   — La valle della Toce — dice il precitato Stoppini — è, come tutte le grandi valli alpine, triste piuttosto e monotona, tutta incavata com'è in quegli schisti cristallini cui il tempo tinge di quella ruggine così uggiosa ed uniforme. La Toce serpeggia segnando una striscia angusta nel vasto letto che si è preparato da secoli. Le parti basse della valle sono coperte di prati, di vigneti, di colli ; le alte di boschi, da cui traspariscono, quasi dagli strappi di un manto verde-cupo, le brulle rupi. Frequenti macchie biancastre indicano le cave di beote (grandi lastroni di gneiss, uno dei quali basta alle volte a coprire un terrazzo lungo 4-5 m.) che quei paesi forniscono così belle ai terrazzi cittadineschi. Tra queste macchie volgari va distinta la più nobile: quella della cava di Candoglia.—
   Oltre ì graniti, ì marmi, l'amianto, ecc., il circondario di Domodossola abbonda di minerali d'oro, principalmente nei dintorni di Macugnaga e a Pestarena e contiene anche minerali di ferro. Basti il dire che l'estrazione principale dei minerali d'oro nel regno compiesi nella provincia di Novara, vale a dire nel circondario di Domodossola.
   I terreni nell'Ossola sono molto divisi e coltivati generalmente a mezzadria. Le colline e le montagne, che fanno corona al capoluogo, sono coltivate sino alla metà a campi, prati, vigneti, castagneti, querceti e altri alberi fruttiferi, e mostransi tutto all'intorno sparse di villaggi e di case eleganti ; l'altra metà, che si aderge più in alto è nuda o rivestita soltanto di qualche faggio, ontano, pino, larice o di piante silvestri. In codeste montagne i cacciatori trovano pernici, fagiani, lepri, scoiattoli ed altro selvaggiume.
   Gli abitanti, docili e costumati, emigrano volontieri anche fuori del regno in cerca di lavoro, e danno opera in paese, olire all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla fabbricazione del burro e dei formaggi, alla concia delle pelli, all'estrazione delle lastre e dei marmi, alla lavorazione del ferro, alla coltivazione delle miniere, ecc.
   Scendendo dal Sempione in Italia il primo posto con dogana che s'incontra è Isella, uno dei più bei punti della strada, la quale fu distrutta per molti chilometri da violentissimi uragani nel 1834 e 1839. Ogni ponte in pietra fu portato via e la stessa galleria d! Iselle, un arco roccioso un po' sotto il villaggio, fu invaso dalle acque, tanto erano cresciute.
   La natura incomincia qui a cambiar d'aspetto dalla nudezza o dall'ammanto di arbusti al verde opulento del castagno ed al fogliame leggero dell'acacia. L'ultima galleria si passa vicino a Grevola, ove la Diveria si traversa per l'ultima volta sopra un alto ponte di due archi anziché si getti nella Toce, che sbocca qui da vai For-mazza e dove vai di Vedrò termina in vai d'Ossola. La via mulattiera del monte Gries termina a Foppiano; e da Foppiano a Crevola vi ha una bellissima strada carrozzabile.