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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Farle Prima — Alta Italia
   Trivero (4923 ab.). — In situazione alpestre, è, dopo Biella, il più popoloso Comune del circondario, ma non ci si accorge di questa importanza per essere l'abitato diviso in moltissime frazioni con cinque parrocchie, sparse per un vasto ed intricatissimo territorio che si stende in mille ombrosi declivi allo falde del monte San Bernardo ; la maggior parte poi trovansi nascoste tra folte macchie o in seno ai valloncini che solcano la montagna per ogni verso. Fra le borgate più alte vi ha quella di Bulliana, la cui parrocchia staccatasi dalla matrice nel 161G dista non più di dieci minuti dal santuario della Erogherà (m. 810), ritrovo delizioso in occasione di feste.
   La parrocchiale matrice dei Ss. Quìrico e Giulitta, di costruzione molto antica, ha tre navate con facciata non mollo regolare. 11 campanile è in gran parte antico, di stile lombardo e di bella struttura. Sopra la porta è il biscione, stemma dei Visconti di Milano che ebbero dominio sul paese. L'interno è dipinto a fresco dai fratelli Mazzietti, nipoti del Ciancia. Notevole fra tutti il dipinto rappresentante la cattura di Fra Dolcino, la cui figura fu ricopiata da un antico ritratto. 11 quadro dietro l'aitar maggiore rappresentante il martirio di S. Quirico, il titolare, è firmato Rutéms (17G0). Nel primo altare della navata sinistra entrando è una bella statua ìn legno della Madonna. Il secondo altare è ornato da un bel dipinto che par si possa ascrivere alla scuola di Gaudenzio Ferrari e sul terzo altare è un'altra tavola del martirio di S. Agata. Codesta chiesa parrocchiale dista appena dieci minuti da Lora, una delle borgate principali del Comune di Trivero.
   Asilo infantile e Congregazione di cariba. Gli abitanti sono m parte dediti alla pastorizia,-possedendo numerosi alp nelle regioni superiori della valle; ed in parte attendono alla lavorazione della lana che in questo paese è industria antichissima, tanto che si ritiene esserne quivi la culla pel biellese. Presentemente vi si contano non meno di 21 lanifici
   Il Comune di Trivero con grandissimi sacrifizi si è messo da alcuni anni in qua in comunicazione cogli -altri vicini mediante una strada che partendo da Coggiola sale a Portula, tocca le borgate più in alto di Trivero, e va a sboccare a Vie Bolche incontrandovi la provinciale che tende a Mosso Santa Maria. Questa strada, che fu causa di lunghi litigi e di grandi spese, sperasi non riuscirà affatto inutile quando il Comune di Trivero pensi a raccordarvi con essa le diverse strade che tendono alle varie sue borgate, e specialmente quelle, clic per trovarsi più a valle, e godendo del vantaggio di forza motrice fornita da un torrentello che si getta nel Ponzone, posseggono tutti ; lanifici di cui è ricco il Comune.
   Cenni storici. - Come molte altre terre biellesi appartenne fin dai secoli intorno al nulle alla chiesa di Vercelli e subi pure per qualche tempo la dominazione dei Visconti di Milano. Nel 1230 le montagne di Mosso e di Trivero furono prese in affìtto da certo Iinberto de Patrico e soci da Brescia per coltivare le miniere ivi esistenti. Secondo il Muratori (Ber. lied. Script., voi. ix) Trivero fu distrutto nel 1306 da Fra Dolcino. Bravi anticamente un forte castello e i Triveresi affermano per tradizione che i loro padri erano trattati barbaramente dai primitivi signori, In tempi non tanto remoti ebbero Trivero in feudo con titolo comitale i Delfini di Cuneo (1).
   (1) Nell'archivio comunale esistono parecchie pergamene dalle quali appare l'importanza che già aveva il Comune di Trivero lìn dai più remoti tempi :
   1, Copia senza data. — L'imperatore Corrado, ad istanza di sua moglie Gilda e di suo figlio il re Enrico, conferma alla Chiesa di Vercelli i suoi feudi, tra cui è Trivero.
   2. 1278, 11 dicembre. — Manfredo e libertino conti di Biandrate cedono al loro fratello Guido... e per pagamento di debito, un loro credito di 6 lire 17 soldi 3 denari verso il Comune e le singole persone di Trivero per fitto e proventi dell'Alpe Iinera. Alpe che Trivero teneva in fitto hereditario