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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte I'rima — Alta Italia
   sembra però la parte meno antica di tutto il recinto. Questo non è rovinato che ni piccola parte, specialmente nella merlatura, e conserva agli angoli le sue torri rotonde, alcune delle quali sono aperte alla gola perchè alla difesa potessero facilmente accorrere gli abitanti. L'interno del ricetto si presenta come un villaggio dall'aspetto severo, con vie diritte e tagliantisi ad angolo retto. Ne risultano degli isolati o gruppi di casette, separate in una sola direzione da intercapedini. Le casette sorto ad un solo piano, poco simmetriche e prive di qualsiasi linea ornamentale. La principale di queste case fu ridotta a piccolo teatro. Tutte le altre sono destinate per uso di cantina ed appartengono ciascuna ad una famiglia del paese. Ed in molte occasioni, specialmente di feste, gli abitanti vi convengono in allegre brigate per tripudiare, ossia, secondo il motto proverbiale del luogo, mangiar la salsiccia a cavallo della panca „.
   Nella parte ovest ergesi il nuovo edifizio scolastico con alloggio per gli insegnanti inaugurato nel 1SS3. Opera pia San Giovanni e, cosa singolare! gli abitanti non pagano imposte comunali.
   Caini storici. — Gandelo stava anticamente nella bassura vicino al Cervo, ma essendone stato inondato fu rifabbricato sull'altura ove sta. Sugli esordi del medio evo era un villaggio assai popolato e capoluogo di Pieve. E nominato in un diploma dell'imperatore Ottone 111 a favore del vescovo di Vercelli, il cui possesso fu poi confermato dai successivi imperatori. Dallo stesso vescovo di Vercelli venne dato in feudo ai nobili Fontana, piacentini, quindi ai nobili Ferrerò di Biella. Godette di molti privilegi e forse ebbe propri statuti, ma essendo stato posto a sacco e distrutto da truppe nemiche nel secolo XV, scomparvero dai suoi archivi i documenti clte precedettero quell'epoca. Venne munito di castello e dì due forti rocche, possedute in addietro dai Gazzarì.
   Uomini illustri. — Ebbero i natali in Candelo: il giureconsulto Pietro Melignati; il vescovo Agostino, oratore di Casa Savoia al Concilio di Trento; i fratelli Bussi, matematico l'uno, oratore l'altro; Jacopo Orsi, maestro (vissuto circa il 1520), autore d'una Cronaca biellese manoscritta che tratta della prigionia del vescovo Giovanni Fieschi in Biella e lo storiografo rev. prof. Severino Pozzo, noto per i suoi scritti di storia patria, defunto nel 1882.
   Culi, elett. Novara III (Vercelli) — Dioc. Biella — 1M T. e Str. ferr. Santina-Biella.
   Benna (G3Ì- ab.). — Presso le risaie di Villano va e Buronzo, diviso da un canale in due frazioni, Capo-Villa e Fondo-Villa, ha una parrocchiale di San Pietro a tre navate, di cui fu rimodernata la facciata nel 17GG. Del castello, smantellato dalle soldatesche dei Visconti di Milano, rimane ancor qualche muro ed una delle quattro torri d'angolo. Con aggiunte e restauri fu formata l'abitazione presente ad uso civile e rurale. Uve, legna e selvaggiuine. 11 territorio è irrigalo per una metà dalla roggia Marchesa.
   Cenni storici. — Fu un feudo antico degli Avogadro che l'ebbero dalla chiesa di Vercelli cui lo aveva donato l'imperatore Ottone III con suo diploma del 999. Ne furono consignori i Ferrerò di Masserano nel secolo XV. Ebbe un priorato di monaci Glunianensi.
   Coli, elett. Novara III (Vercelli) — Dioc. Biella — P2 T. a Candelo.
   Castellengo (434 ab.). — Si compone di molti gruppi di cascinali sparsi a varie distanze intorno al castello torreggiatilo in vetta ad un erto montichilo selvoso, e che non è che la riunione di più fabbricati di aspetto e proporzioni diverse, ma tutti moderni. l)i antico infatti non vi ha più che una torre svelta e qualche muro seininascosto. La proprietà è divisa fra parecchie famiglie. La parrocchiale di San Pietro, che può annoverarsi fra gli edifizi più antichi del biellese, è piccola,