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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte I'rima — Alta Italia
   8000 Piemontesi e circa 1300 Austriaci, ma stretta d'assedio da ben 40,000 Francesi, con oltre 250 cannoni. Micca, venuto a Torino, fu incorporato nella compagnia dei minatori e ne faceva parte da soli quattro mesi quando si giunse alla memorabile notte dal 29 al 30 agosto di quell'anno. Tre compagnie di granatieri francesi calano alla chetichella nel fosso e s'impadroniscono per sorpresa della porla clic attraverso alla cortina métte nella fortezza; l'atterrano, penetrano nella galleria e giungono alla seconda porta, abbattuta la quale sarebbero nell'interno della cittadella. Ancora
   pochi istanti e Torino è perduta per Savoia..... I granatieri percuotono a furia la
   porta; questa scricchiola e cede sotto le scuri..... pochi colpi ancora e l'adito è
   aperto..... Se non che la galleria è minata sotto i loro piedi; inanca però alla mina
   quell'apparecchio che dà tempo all'accenditore di mettersi in salvo. A questa mina con un compagno sta Pietro Micca, che, vista l'imminenza del pericolo, salvati, grida al compagno, che io ho qui fermo di dare la vita per la patria incendiando questa mina, se non che pregoti voler raccomandare al nostro sovrano mia moglie ed il mio figliuoletto, i quali, trascorso non sarà un minuto, che più nò marito, nò padre avranno „ (Botta). Si ritrae il compagno in luogo sicuro ed allora Micca accosta intrepido la fatai miccia alla polvere e seppellisce con lui fra le macerie i Francesi assalitori ed una batteria di quattro cannoni. Così Torino è salva, essendoché il principe Eugenio di Savoia ha campo di giungere coi Tedeschi per dare ai Francesi, coll'aiuto dei Piemontesi del duca Vittorio, la memorabile rotta del 7 settembre. La figura 35 rappresenta la casa ove ebbe ì natali questo intrepido difensore della patria.
   Un altro eroe, comecliò non così famoso, trasse i natali in Sagliano il 25 luglio 1778. È questo un tal Pasquale Giacomo Antonio, detto San Giacomo, il quale, semplice guardia del genio, chiusosi con 100 compagni nel castello di Monzon in Aragona, seppe resistere per cinque mesi (dal 27 settembre 1813 al 14 febbraio 1814) a 3000 uomini dell'esercito del generale Mina e non si arrese che con tutti gli onori di guerra. Morì cavaliere della Legion d'Onore a Grenoble il 5 luglio 1833. Nacque anche in Sagliano il valente fonditore di metalli Pietro Barbisio che lavorò per 40 anni continui nella Zecca di Torino.
   Coli, elett. Novara II (Biella) — Tìioc. Biella — P2 ivi, T. ad Andorno Cacciorna.
   San Giuseppe di Casto (G31 ab.). — Paesello situato verso il fondo della valle del rivo Sobbia con parrocchiale di San Giuseppe ed alcune palazzine pei villeggianti nell'estate che amano la beala quiete campestre. Patate, noci, castagne, canape e fieno. Fabbrica di mobili; tornitori in legno.
   Cenni storici. — Era unito in addietro a Cacciorna e ne fu smembrato ed eretto in Comune da oltre un secolo. I suoi primi signori furono i marchesi di Patella e Goloreto e fu posseduto successivamente col titolo di contea dai Nusoli, dai Mangarda e dai Bottoni.
   Coli, elett. Novara II (Biella) — Dioc. Biella — P2 T. ad Andorno Cacciorna.
   San Paolo Cervo (998 ab.). — Giace in parecchie borgate alle falde del Becco o Gimon del Campo, piovente settentrionale, in una conca ricca di boschi e di pascoli, È ricercato nell'estate per la sua frescura dai villeggianti come attestano le case civili che vi si vanno man mano costruendo e principalmente le sontuose ville Biglia e Magnani ed altre nelle frazioni Mortigliengo, Rivabella, ecc.; sulla parete di un oratorio in rovina, accanto alla chiesa di Sant'Apollonio, si ammira una Vergine col Bambino della scuola di Gaudenzio Ferrari.
   Cenni storici. — Fu contado dei Bava di Fossano.
   Coli, elett. Novara II (Biella) — Dioc. Biella — P2 T. a Campiglia Cervo.