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Parte I'rima — Alta Italia
pietra. L'architettura è di ordine dorico; nulla di notabile nella decorazione. Nel mezzo della croce latina, che è sormontata da una cupola, e dietro l'aitar maggiore di stile barocco, sorge l'antica cappella Eusebiana a cui sovrasta una statua della Fede posata sopra il trono che servì per l'incoronazione del 1820.
Nel presbiterio è sepolta la serenissima infanta Donna Francesca Caterina di Savoia, figlia di Carlo Emanuele I e di Caterina d'Austria-Spagna. Passando nella navata a destra di chi entra, è bene ricordare che al ricorrere delle feste natalizie si espone nella cappella di S. Giuseppe un presepio dipinto da Bernardino Galliari quand'era ancor giovinetto. Nell'ultima cappella laterale è notevole un quadro del vivente Ciardi, biellese, raffigurante il Beato Agostino De-Fangi. L'altare della cappella in capo alla navata è ornato di una preziosissima tavola di Bernardino Lanino, raffigurante la Madonna col Bambino e S. Rocco.
Lì presso a sinistra, due porticine danno adito alla cappella Eusebiana. L'interno, di 10 metri di lunghezza per 5 metri di larghezza, è diviso in due parti da una inferriata, l'una pel solo clero, l'altra pel pubblico. Le mura della cappella dicesi siano ancora quelle stesse fabbricate da S. Eusebio (da circa 14 secoli); soltanto la vòlta ne fu ricostruita.
Sopra l'altare, entro una nicchia difesa da invetriata, scorrevole nella parte inferiore, sta il simulacro della Madonna d? Oropa. È una statua di grandezza poco meno del naturale in legno di cedro, oppure d'ebano.
La Vergine è vestita con abito a ricami d'oro e indossa un manto di colore azzurro. La fronte ha coronata da tre regali diademi d'oro purissimo, ammirabili per la ricchezza delle gemme e del lavoro. Colla destra sostiene un globo d'oro sormontato da una croce di diamanti, ricco dono del duca Carlo Emanuele IL Sul braccio sinistro sta assiso il Bambino, il quale porta una corona imperiale ornata di pietre preziose, dono del re Vittorio Emanuele I, nel 1820. Dal collo, dalle braccia, dalle mani e dal petto così della Madonna come del Bambino pendono ornamenti d'oro ingemmati, doni anch'essi dei Reali di Savoia. Dietro la cappella, sopra una serie innumerabile di quadri e quadretti rappresentanti grazie ricevute, veggonsi in alto due stendardi, uno a coda di cavallo, l'altro di finissima stoffa rossa con iscrizioni arabe tolte dal Corano, due trofei gloriosi della celebre vittoria di Lepanto (1571), tolti ai turchi dal principe Tommaso di Savoia.
La grande ancona del coro rappresentante la Natività della Madonna è d'ignoto pennello, ma vi si ravvisa la maniera e il colorire del Galliari. Nel vestibolo che precede la navata sinistra v'è un crocifisso pregiato dello scultore Carlo Plura di Lugano, il quale ha anche un Deposto di croce nella cappella del S. Sepolcro nella navata sinistra.
Meritano di essere visitati: il Tesoro, in cui contengonsi parecchi oggetti di valore e di molto pregio storico ed artistico, e la biblioteca con opere rarissime principalmente ascetiche, codici antichi, libri in lingue straniere, i più nelle orientali, ecc.
Nel fabbricato destinato alle Figlie d' Oropa (già Figlie di Maria, istituite nella metà del secolo XVII da Maria e Caterina, figlie di Carlo Emanuele I) si conserva il magnifico modello in legno del nuovo tempio (che sorgerà forse un giorno sopra un ripiano soprastante), ideato dal valentissimo architetto Canina per commissione datagli dall'Amministrazione del Santuario nel 1845. Codesto modello, ultimato in ogni sua parte, la decorativa inclusa, è di stile classico e di forma basilicale ed aspetta di essere recato in atto dalle oblazioni dei divoti.
A cinque minuti dal Santuario, dietro i poggi delle cappelle, fu costruito, non ha gran tempo, in una valletta, il nuovo camposanto in cui riposano le spoglie mortali di Quintino Sella. L'illustre statista e scienziato, morto nel 1884, volle per sua espressa volontà venir tumulato fra i putrii monti dell'Oropa. La famiglia gli eresse