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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte I'rima — Alta Italia
   Santuario ed Ospìzio cl'Oropa.
   Dal Favaro la strada continua a risalire la valle dell' Oropa serpeggiando per gli ameni fianchi del monte ove i boschi si alternano eoi pascoli. Lo sguardo si spinge verso est sino ai monti di Yalsessera e scorge in fondo alla valle del Cervo i bei paesi di Andorno, Sagliano e Tavigliano, i quali, per essere assai vicini, par formino una città.
   Dopo alcune risvolte comparisce distintamente in alto il bianco e grandioso Stabilimento idroterapico d'Oropa. Il santuario sta a destra un po' più in alto ma non è visibile, perchè gli sorge innanzi un poggio verdeggiante e sparso di candide chiesuole. Tutto ad un tratto ecco apparire sur un ciglione la prima delle diciassette cappelle (Il Martìrio di San Fermo), innalzate dalla pietà dei Biellesi a complemento del Santuario, con statue in parte degli scultori Sala e Brenno di Locamo e in parte di Aureggio Termine, biellese.
   Dirimpetto a codesta cappella staccasi la nuova strada rotabile che in pochi minuti conduce con leggiera salita al predetto Stabilimento idroterapico cVOropa, diretto dal proprietario cav. dott. Giacomo Mazzucchetti (aperto dal 1° giugno a tutto settembre).
   È il primo Stabilimento di questo genere fondatosi in Italia ed al presente è pure il più vasto. Dal 1850, anno in cui ebbe vita per opera dell'illustre cav. dottore Guelpa, iniziatore in Italia della cura idropatica, venne sempre acquistando in rinomanza, ampiamente giustificata dai felici risultati che si ottennero in casi di malattie ribelli ad altre cure, specie dì quelle riferentesi al sistema nervoso. A ciò contribuì non poco l'amenità del sito alpestre, a 10    Oltrepassato il poggio delle cappelle, le prime delle quali sono notevoli per bellezza di disegno e grandezza, ecco apparire in fondo ad un vasto spianato con bel viale l'edilizio imponente del Santuario di cui pubblichiamo le vedute (figg. 29-30). Il viaggiatore che vi sale da Biella vede sorgere innanzi a sè l'ampia ed elegante facciata, preceduta da due ale di fabbricati e da una vasta spianata erbosa, e nello sfondo la massa bruna del monte Tovo con a destra il colle della Colina e il Becco o Ciinon del Campo, e a sinistra gli aspri dirupi del monte Mucrone dal profilo caratteristico.
   Varcato il cancello elegante clie chiude il recinto a sud, si prosegue per una salita leggiera fra due file di fabbricati con due ordini sovrapposti dì portici e si arriva al vasto piazzale su cui prospetta la parte più ammirevole di tutto l'edificio vale a dire la maestosa scalea e la stupenda facciata del Juvara, il tutto di pietra viva. Lo sguardo ivi riposa soddisfatto nell'euritmia dell'insieme; ma sopratutto l'appaga lo svelto e ad un tempo grandioso loggiato che fa parte della facciata e lascia travedere sotto i suoi archi leggieri i rimanenti fabbricati, quasi a ridosso delle montuose pareti retrostanti.
   Sotto i portici attorniatiti il piazzale, in continuazione di quelli che fiancheggiano la salita si trovano i vari negozi e stabilimenti che costituiscono uria vera provvidenza per gli accorrenti. Oltre agli uffici postale e telegrafico, vi sono due trattorie e due caffè (uno dei quali con bigliardo), negozi di pane, di paste, di droghe, di sale e tabacchi, di commestibili, di terraglie e vetri, di attrezzi di cucina, di chincaglierie e di altri oggetti d'uso domestico, di libri, di imagini, di vedute e ricordi del Santuario, di oreficerie e non vi mancano neppure il calzolaio, il barbiere, ecc.
   A nord stendesi il gran cortile, o, direni meglio, la gran piazza del Santuario, di forma rettangolare, lunga 126 metri e larga 70 circa con in mezzo una fontana di