Mandamenti e Comuni del Circondario di Novara • il
Se ad Emanuele Filiberto dovette Biella la sua risorta H* 2S ~ Monumento a Quintino Sella in Biella
prosperità, al successore Carlo (da fotografia di V. Busso).
Emanuele I dovette l'erezione
a città capoluogo della provincia biellese (1626). Biella soffrì nuovamente per la pestilenza del 1630 che ne decimò la popolazione, poi per la guerra civile dell» Reggenza, durante la quale due volte entrarono gli Spaglinoli a dare il saccheggio. La prima volta, nel 1637, durò 28 giorni; la seconda, nel 1639, durò 43 giorni terminando coda demolizione delle fortificazioni.
Durante la guerra per la successione di Spagna, le truppe francesi avendo invaso il Piemonte (1700-1707) occuparono anche Biella, che loro servì come quartiere di inverno. Ad istanza del re Carlo Emanuele III, papa Clemente XIV, con bolla del 1° giugno 1772, eresse Biella e la sua provincia in diocesi propria, staccandola da quella di Vercelli, e a primo vescovo fu prescelto Giulio Cesare Viancini dei conti di Torricella, già arcivescovo di Sassari.
Biella nei tempi romani è posta in sodo dai materiali adoperati nella costruzione del suddescritlo battistero antico e da varie iscrizioni latine rinvenute nelle adiacenze. E ricordata in un diploma imperiale di Lodovico il Pio e Lotario nel quale è detta Bugella, Bucella, Bmiella, limetta, od altre simili denominazioni per le quali è facile riconoscere la trasformazione dell'antico nome nell'odierno. Nell'822 Carlo il Grosso la chiama Curtem nostrani Magnani. Nel secolo X si circondò di mura per difendersi dagli Ungari. Il vescovo Uguz-zone dì Vercelli vi edificò un castello che fu il nucleo della città alta. Biella fu costituita in Comune autonomo nel 1225, e stabilì i proprii statuti nel 1245. Nel 1351 si sottomise ai Visconti ed ebbe aspre lotte coi vescovi di Vercelli che avevano l'alta sovranità sopra di essa e principalmente col vescovo Giovanni Fieschi che vinse e fece prigioniero, finché, nel 1379, si diede ai duchi di Savoia. Frate Dolcino vi predicò la dottrina dei Manichei, e vi fece molti seguaci, ma fu arso vivo colla sua consorte per ordine del vescovo di Vercelli Raniero, degli Avo-gadro di Valdengo. Sotto il governo dei duchi di Savoia cominciarono a fiorire le sue industrie e il suo commercio cominciò ad estendersi per tutto, tanto che a Lione i Biel-lesi ebbero la cittadinanza lionese.