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Parte Prima — Alta Italia
Bogogno (lf>99 ab.). — In pianura, a breve distanza dalla sponda sinistra dell'Agogna, e a 7 chilometri da Borgo Ticino, con parrocchiale di Santa Agnese e Santa Maria di Valli, che fu la prima chiesa di Bogogno e di Agrate. Cereali m abbondanza e vigneti.
Cenni storici. — Prima dell'era cristiana Bogogno era situato in Val Minerva ed adorava specialmente Diana, in onor della quale si rinvenne una lapide trasportata a Novara. Fu poi diviso in due parti, detta una Bogogno e Agrate l'altra.
Coli, elett. Novara I — Dioc. Novara — P2 T. a Itorgomanero.
Castelletto sopra Ticino (4992 ab.). — Sta sulla destra del Ticino, dirimpetto a Sesto Calende, a 4 chilometri da Borgo Ticino, con parrocchiale di S. Antonio abate e varie altre chiese. Antica piccola rocca dei Visconti. Alberghi per forestieri e caffè. Ogni sorta di cercali, fieno, canapa, legname da costruzione e da ardere, foglia di gelsi, noci, vino, bestiame. Gli abitanti fanno commercio attivo di pesci, che pescano tanto nel Ticino quanto nel lago Maggiore. Fabbriche di carta da imballaggio e di sapone. Opificio serico. Torba fibrosa.
Cenni storici. — Presso Castelletto Ticino terminava da questo lato l'antica cospicua contea di Staziona, di cui si sono tanto occupati gli scrittori di cose patrie. Fu feudo dei Visconti di Milano, consignori di Ornavasso, per concessione dell'imperatore Ludovico di Baviera nel 1328, e lo possederono eziandio i marchesi Visconti di Aragona, signori di Oleggio.
Coli, elett. Novara 1 — Dioc. Novara — P T. e Str. ferr. Novara-Duino.
Coinignago (773 ab.). — In pianura, bagnato dai torrenti Scolore e Rezza, cinto da colli ubertosi e a G chilometri da Borgo Ticino. La parrocchiale di S. Giovanni Battista sorge sopra un poggio non molto elevato sopra l'abitato, e vi si sale dalla piazza per una gradinata maestosa di granito. Su d'un altro poggio dirimpetto ergesi il castello degli Zaffira, famiglia patrizia di Novara. Sul ridente colle di Pennino, coperto di vigneti e frutteti, osservatorio con vasta prospettiva, costruito dal fisico Antonio Moro da Venezia, coltivatore di miniere aurifere in valle Anzasca. Granaglie, frutta, maiali, pollame e vini squisiti.
sarebbero altrimenti in più punti caduti a falso: ma l'intonaco impedi di verificare l'ipotesi, la quale però pare appoggiata da ciò, che lo sfondo degli archi è curvo, vale a dire, in altri termini, che la curva del cilindro interno gira attorno non interrotta dietro i pilastri.
Stava internamente nel mezzo una pila d'immersione che più non esiste, ed il vano rimasto, profondato di tre gradini ne darebbe l'ampiezza di 111. 2.30 di diametro.
Lo misure di questo monumento sono: diametro interno in. 8.30; esterno m. 10.00 a 90, essendo in qualche punto il muro grosso iti. 1.30. Altezza totale interna in. 12.20; esterna dal suolo al primo piano m. 4.75 ; al secondo m. 10.40. Non descriveremo ulteriormente l'esterno sufficientemente rappresentato dall'annesso disegno.
Vorrebbesi inferire qual titolo di fondazione, e non di mera appartenenza, il famoso stemma dei Visconti, il biscione che porta in bocca un fanciullo (spauracchio ili Lombardia dei bimbi discoletti) e che qui pure figura dipinto nel sommo dell'interna calotta : ma volendo pure accogliere con indulgente sorriso l'induzione, ella ci porterebbe ad assegnare al monumento l'epoca di Galeazzo II, vale a dire il 1355, ipotesi totalmente sventata dal solo primo aspetto dell'edilizio di stile pretto longobardo primitivo, che vi domina si nell'esterno che nell'interno del piano tor-rcggiante, e nei particolari che lo caratterizzano, e che lo fanno invece assegnare a parer nostro all'XI secolo, senza punto contraddire alle tradizioni che la parte inferiore sia antica romana ; e la di lui posizione anormale rispetto alla chiesa potrebbe eziandio essere da ciò appunto motivata.
Comunque ne sia di questo monumento barbaramente avariato coUinterna rottura per praticarvi una cappella, e coll'esterno portico e fabbricato addossatogli, egli è certamente del massimo interesse, ed unico nel suo genere.
(Atti della Società d'Archeologia di Torino).