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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia
   Granozzo con Monticeìlo (1957 ab.). — Nel basso novarese, in pianura, bagnato dalla roggia Rizza-Birago, con parrocchiale dell'Assunta, di costruzione moderna, senz'ordine architettonico. Il territorio produce in copia riso, frumento, segala, grano turco e civaie che srnereiansi a Novara e a Vercelli.
   Cenni storici. — Fu feudo dei Gagnola di Milano.
   Coli, elett. Novara I — Dine. Novara — P1 T. a Novara.
   San Pietro Mosezzo (1746 ab.). — Giace in pianura, bagnato dalla roggia Mosa e dal grande canale Cavour, a 7 chilometri da Novara, ed ha quattro chiese, tutte di semplice architettura. Avanzi di un forte castello, già residenza di un'antica famiglia feudataria che intitolavasi di Mosezzo. Il prodotto principale del suo vasto territorio è il riso ; frumento, segala, avena, uve.
   Coli, elett. Novara I — Dioc. Novara — P1 T. a Novara.
   Mandamento di A.R0NA (comprende 12 Comuni, popol. 15,899 ab.). — Territorio in monti, in colli e in piano, lungo la sponda occidentale del lago Maggiore, attraversato dalla strada del Sempione e bagnalo dal rivo Vevera. È fertile per molti prodotti, così per cereali come per vino. L'abitato di questo territorio e in generale d'aspetto ridentissimo. Cave di calcare alle falde dei monti e fornaci che dànno una calce molto economica e resistente.
   Arona (4174 ab.).— Piccola ma bella città commerciali sulla sponda occidentale del lago Maggiore, a cui si presenta maestosa con begli edilizi ed alberghi e belle strade, a 210 metri sul livello del mare e a 38 chilometri da Pallanza, attraversata dalla strada del Sempione. Nella collegiata di Santa Maria (nella città alta), ricca di stucchi e dorature, ammiratisi sei quadri e quattro freschi del Morazzone, la Nascita di Cristo, primo lavoro dell'Appiani, e a destra, accanto al coro, nella cappella Borromeo, la famosa ancona di Gaudenzio Ferrari, splendida per colorito ed espressione.
   Poco distante dalla Collegiata sorge la chiesa dei Ss. Martiri con una Madonna del Borgognone all'aitar maggiore, moderni dipinti sul vetro (Ss. Gratiniano e Felino, patroni d'Arona) del Bertini e moderni freschi dello Zerbino. L'urna funeraria di cristallo e bronzo dorato con rilièvi e statuette per le reliquie dei martiri Fedele e Carpoforo, fu lavorata nel 1870 dal Bellosio di Milano per lire 10,000. La chiesa della Madonna di Piazza fu architettata dal Pellegrini, ha una bella facciata di pietra calcare d'ordine corinzio, con peristilio d'ordine jonico e due ampi scaloni. Nell'interno è un tempietto che rassomiglia perfettamente alla S. Casa di Loreto, e in esso una bella statua della Vergine in marmo bianco d'ottima scultura.
   Sopra una collina, a nord della città e a mezz'ora dalla stazione, salendo dalla strada del Sempione lungo la villa Plezza-Maleta, torreggia la famosissima statua colossale di S. Carlo Borromeo, disegnata dal Crespi, modellata dal Cerano e fusa nel 1697 da Bernardo Falconi di Lugano e Siro Gianella di Pavia, a spese degli abitanti e della famiglia Borromeo.
   Il piedestallo di granito rosso è alto 12 metri e sovr'esso ergesi la statua all'altezza di 24 metri. Testa, piedi e mani sono di ferro fuso, il rimanente d: fitte lastre di rame collegate internamente da spranghe di ferro ed afforzate sino alle spalle da forte muratura per assicurare il colosso dall'impeto dei venti. Da una piegatura del rocchetto a destra si entra dentro per mezzo di una scala e per mezzo delle suddette spranghe interne di ferro si va salendo sino alla testa, ove è spazio sufficiente per dodici persone, come quello che misura 6 metri e mezzo. Dagli occhi larghi mezzo metro si gode di un vasto panorama sul lago, sui villaggi, castelli, ville, santuari sparsi sui monti circostanti. San Carlo stringe nella sinistra un libro