Mandamenti e Comuni del Circondario di Novara
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concesse in feudo marchionale a Pier Luigi Farnese la città di Novara col distretto, feudo continuato in Ottavio poi in Ranuzio Farnese, poi riscattato dal Governo spagnuolo giusta la riserva di Carlo V nell'atto di concessione (1002). La dominazione spagnuola lasciò in Novara triste ricordanza pel mal governo, ma specialmente per essere stata la città trasformata in piazza forte colla distruzione dei suoi popolosi sobborghi. La distruzione incominciata con vero furore fu intromessa e ripresa più volte e le fortificazioni non furono mai ultimate. Nel 1713, la città di Novara, caduta fino dal 1707 nelle mani del principe Eugenio di Savoia, capitano generale austriaco, è data alla casa d'Austria dal trattato d'Utrecht dell'll aprile. In seguito alla pace di Vienna, stipulata nel 1735 tra la Francia, l'Austria e la Sardegna, Novara fu ceduta a Carlo Emanuele 111 ed unita agli Stati Sardi. Da quel tempo seguì le sorti del Piemonte finché venne la Rivoluzione francese a scombussolare le cose.
Nel 1801 Novara formava parte della Repubblica Cisalpina, poi Repubblica italiana, effimero Governo trasformatosi poi nel Regno Italico Napoleonico di cui Novara fu capoluogo del dipartimento d'Agogna e tale rimase fino alle ristau-razioni del 1814 nel quale anno ritornò a far parte degli Stati Sardi e fu città di confine verso la Lombardia Austriaca fino al 1859. Durante quest'ultimo periodo i fatti politici più notevoli avvenuti in Novara, sono moti del 1820, la battaglia del 1849 contro gli Austriaci, colla quale s' inaugurò quella serie di avvenimenti guerreschi che addussero l'indipendenza e l'unità dell'Italia.
Uomini illustri. — Dirimpetto al Teatro, in metope doriche sul portico a colonnato, ammiransi i Medaglioni degli illustri Novaresi. Grande è il loro numero e non vi son tutti ; e anche noi ci starem paghi ai principali, incominciando da Cajo Albucio Silone, versato in giurisprudenza e in eloquenza forense, nato in Novara nella CLXIII Olimpiade sotto Tiberio. Di maggior fama fu quel Pietro Lombardo, il maestro delle scienze, che, nato da poveri genitori, pervenne all'alto grado di vescovo di Parigi e fu celebrato dall'Alighieri in quella terzina del canto X del Paradiso:
L'altro, che appresso adorna il nostro Coro, Quel Pietro fu, che, con la poverella Offerse a Santa Chiesa il suo tesoro.
Stefano de Cornaliis, esimio letterato della prima metà del secolo XIII, segretario di Carlo d'Angiò. Campano, lodato dal Tiraboschi e dal Bettinelli, autore della Theorica Planetarum e il primo che illustrò Euclide con eruditi commenti. Bartolomeo da Novara, peritissimo non solo in legge, ma anche nelle altre discipline, ed autore di opere pregiate, fra cui la Lectura super lnstitutionum. L'architetto Bertolino da Novara che, al dire del Franchetti, fu uno degli architetti del Duomo di Milano e costruì palazzi in Ferrara. Albertino da Cannobio, medico e poeta, amico del Petrarca, a cui indirizzò un'epistola in esametri che gli procacciò una lettera di lui. Pietro Filargo, luminare della diocesi novarese, assunto alla sede pontificia nel 1409. P. A. Collatino, autore dei Fasti Majores e di altre egregie poesie latine, come il suo concittadino Domizio Calciato. Martino Paolo Nidobeato, autore di un commento sulla Divina Commedia. Domenico Maria da Novara, nato nel 1464, professore ci' astronomia a Bologna, Roma, ecc., e maestro del gran Copernico. Livia Tornielli, poetessa di grido, morta nel 1554. Gerolamo Tornielli, giurisperito, professore nelle Università di Pavia, Torino e Padova. Agostino Caccia, poeta lodato dall'Alamanni, dal Caro, dall'Aretino, ecc., e modernamente dal Vallauri. Filippo Zaffira, professore di medicina all'Università di Pavia ed autore, fra le altre cose, di un Corso di filosofìa e di un Canzoniere, e Antonio Cerniti, lodato dal Merula quale meraviglioso imitatore d'Orazio, ecc.
152 — I^a Patri», voi. I.