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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Prima — Alta Italia
   della città, e fu un periodo di transazione o meglio di ricostituzione del libero reggimento municipale. Novara, come all'epoca romana, era stata un importante municipio della regione traspadana, cosi, nel Medio evo fu un importante Comune di Lombardia, la terra classica del Comune-Stato, Il Comune di Novara ha una bella pagina nella storia della Lega Lombarda, Le sue insegne sono ancora quelle della Lega, cioè la croce rossa in campo bianco. E quando, dopo la pace di Costanza, la
   Lega Lombarda si trasformò nella Lega Guelfa, Novara continuò in essa, perchè il Comune novarese, tranne brevi deviazioni, si mantenne sempre guelfo. Ma alle lotte contro l'Impero erano subentrate quelle meno gloriose e più funeste fra città e città, anzi fra cittadini, e furono visti osteggiarsi quei che un muro ed una fossa serra.
   Novara ebbe le sue fazioni che cominciarono a rivelarsi nella prima metà del sec. XII con strani nomi dei quali sa-rebbe vano iì cercar ragione. L uni fazione chiamavasi la sanguinea, l'altra la rotonda. Gli aderenti alla prima s'atteggiavano a guelfi, quei della seconda a ghibellini e tali si dicevano sebbene questi due nomi già più non avessero il ,,. ,„ , ., , significato primitivo e, anziché
   Fig. 1,!. — Chiesa della Bicocca presso Novara. . . . ...
   esprimere una tendenza politica qualunque, servissero a mascherare rivalità di famiglie, ambizioni personali, manìa di prevalenza. Nelle memorie novaresi i sanguigni appariscono più violenti, i rotondi più pericolosi per la libertà del Comune. Al disopra delle fazioni stava il Comune sebbene non riuscisse sempre a moderarle e talora venisse da esso travolto. Niun cittadino però arrivò mai a piena signoria della città.
   Alle intestine discordie s'aggiunsero gli attacchi d'esterni nemici e segnatamente dei Pavesi che vantavano diritti usurpati, danni patiti dai Novaresi. Novara, a togliersi da tante strette, non trovò miglior partito che di darsi un protettore e si rivolse a Martino della Torre (1263) clic in Milano, col titolo di capitano del popolo, aveva quasi la pienezza dell'autorità. Con ciò i Novaresi non intesero darsi in signoria, ma di creare una nuova e temporanea magistratura municipale che valesse a dare al Comune tranquillità e stabilità di ordini. Martino della Torre rimise ordine nelle cose novaresi ma il capitanato e protettorato, come in Milano, così in Novara, continuò in quelli della sua casa con alterna fortuna e con vicende varie fino all'anno 1310, quando, colla venuta in Italia dell'imperatore Enrico VII, declinò la fortuna dei Della Torre e si rilevò quella dei Visconti, ed il Comune di Novara, pur conservando molte prerogative e privilegi, finì col perdere l'autonomia e la sua storia si confonde con quella del ducato di Milano visconteo, sforzesco e spagnuolo. Nel 1538, Carlo V