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Parte Prima — Alta Italia
e quello d'Orla, elevasi il Rigi dell'Alta Italia, il monte Motterone (1491 rn.). La sponda sinistra è dominata dal monte Gamharogno (1784 in.), dal monte Lemo (1619 ni.), dal monle Nudo (1108 m.) e dal Sasso di Fervo (1084 in.). Verso mezzodì e levante le montagne scendono digradando alle pingui pianure lombarde.
Sui clivi, parte selvosi e parte vignati, annidansi ville numerose e chiesuole, e alle loro falde stendesi una corona di terricciuole, di villaggi, di cittadelle, di cui le più importanti sono Locamo, Magadino, Ascona e Brissago nel Cantori Ticino; Luino e Laveno, Ispra ed Angera nella provincia di Como sulla sponda a sinistra.
Ma la predominante sul Verbano (sponda destra) è la provincia di Novara, come quella che vi conta Cannobio, Cannerò, ove sorgono dal lago i Castelli, roccie incoronate da rovine; l'industre Intra, Pallanza, la Nizza di quella regione lacustre, Feritilo, d, cui nel 1867 sparvero improvvisamente quattro case inabissando nel lago senza lasciare alcuna traccia; e le ben note stazioni dei touristi: Baveno, Stresa, Lesa ed Arona. All'estremità inferiore del lago, là dove sbocca il Ticino, giace Sesto Calende appartenente alla provincia di Milano, circondario di Gallarate. Siccome la temperatura delle acque cristalline e di un azzurro cupo del Verbano è più alta di (fucila di tutti gli altri laghi alpini, così anche le plaghe intorno le sue sponde si distinguono per la mitezza del clima ed il lussureggiare della vegetazione, la quale accanto ai noci, ai castagni, ai fichi e alle viti, nudrisce anche olivi, lauri, aranci, limoni, magnolie, palme e conifere, cactee ed agave sub-tropicali.
Per vegetazione non meno ricca che variata primeggiano i dintorni di Locamo, ove la flora alpina si mescola alla mediterranea; la sponda destra da Cannerò ad Intra, ove nei giardini delle ville Adda e Franzosini prosperano palme, cipressi, conifere esotiche, magnolie, camelie, eucalipti, ecc.: Pallanza e le famose Isole Borromeo, delle quali toccheremo brevemente parlando del circondario di Pallanza a cui appartengono.
11 clima mite del Verbano non lo protegge però dai venti procellosi. Il lago assume allora un aspetto insolito e truce e le onde biancheggianti come quelle del mare travagliano la navigazione, impedendo non di rado l'approdo dei vapori e mettendo a repentaglio le barche a remi. I venti più noti sono il nordico, detto il maggiore o semplicemente il vento; il maestrale, detto mergozzo dal paese donde spira; il grecale, denominato bergamasco, che tira più di rado. La tramontana e il libeccio, chiamati inverna, hanno corso periodico e regolare, soffiando il primo dopo la mezzanotte sino alle 10 e 11 del mattino, e il secondo dopo mezzodì sino alla sera. Giovano essi a mitigare gli ardori estivi e a gonfiar le vele dei battelli che salgono e scendono il lago. Sul finir dell'autunno, ma più di frequente nel cuore del verno, una fitta nebbia avvolge il lago e i paesi circostanti con pericolo dei naviganti.
Pel diminuire e liquefar delle nevi in primavera avanzata e più ancora per le dirotte pioggie autunnali nelle Alpi ticinesi, avviene che i fiumi, rivi e torrenti gonfiati apportino tale un volume d'acqua da alzare il livello del lago sulla massima magra dallo stato ordinario di m. 1.80 alla piena ordinaria di 4.00 e alla massima di 6.39. Memorabili sono le piene del 1812, 1817, 1824, e più ancora quelle del 1829, 1834, 1840 e 1868. Quest'ultima nell'ottobre si lasciò addietro tutte le precedenti. Il lago superò di ben 6.70 m. il suo livello normale, e l'afflusso oltrepassò in due volte