Circondario di Saluzzo
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Oltre il Monviso, altre montagne drizzano le alte loro cime nel Saluzzese, fra cui, oltre il Visolotto e il Monviso di Vallanti in Val Varaita, ne basti citare il Pelvo di Chiana le, il Pelvo di Bellino o dell'Alitarci, la Salza, la Lausetta, il monte Ferro, punto culminante che separa Pontechianale da Bellino, la Meidassa, il Moni-bracco, ecc. Molti passi o valichi (cols) conducono, a traverso la catena alpina, dal circondario di Saluzzo in Francia.
Delle strade che solcano il Circondario sono da citare la provinciale che da Torino tende a Cuneo (chilometri 3?»), e le seguenti pure provinciali : da Saluzzo a Cuneo per Manta, Verzuolo, VilUrìiovetta, Costigliele e Busca, valicando ì tre ponti della Varaita, della Maira e della Grana (chilometri 15.42) ; da Saluzzo ad Alba per Sa vigliano e Marene (chilometri 27/J12); da Saluzzo a Torino per Torre San Giorgio, Moretta, Faule, Polonghera e Casalgrasso (chilometri 26.703); da Saluzzo a Pine-rolo (chilometri 14.440), con rettilineamento del fiume Po e il bellissimo ponte in pietra di cinque archi sul Pelliee nel Pinerolese, ecc.
Da Savigliano un tronco ferroviario della Torino-Cuneo di 16 chilometri conduce, per Lagnaseo, a Saluzzo, e nell'aprile del 1800 fu appaltato il terzo tronco della ferrata in costruzione fra Saluzzo e Cuneo (chilometri 13 nel Circondario).
Una seconda linea ferroviaria, la Saluzzo-Airasca, aperta il 3 giugno 1885, percorre nel Circondario circa 17 chilometri servendo a porre in comunicazione Saluzzo con Cervignasco, Torre San Giorgio, Moretta (dove si allaccia colla Moretta-Gaval-lerinaggioi e, di 15 chilometri, la quale mette Saluzzo anche in diretta comunicazione coi comuni di VHIanova Solaro e Cavallerleone), Villafranca Piemonte, Vigone, Cercenasco, Scalenghe ed Airasca (punto di allacciamento colla ferrovia Torino-Pirierolo-Torre Pelliee, e Bricherasio-Bagnolo-Barge).
In generale il suolo di questo Circondario, sebbene ammetta varie distinzioni nei terreni, secondo che giacciono in montagna e nelle valli, o nei poggi e nelle colline, o in pianura, puossi considerare come naturalmente ferace ed anco sulfi-cientemente produttivo nei siti meno fertili, in grazia dell'opportuna concimazione e della solerzia costante degli agricoltori. Tutta la pianura è generalmente fertile ed offre estesi campi, verdi praterie, moltissimi gelsi, molti alberi da frutta, numerose piante cedue, terreni coltivati a viti e ad orti, di cui sono notevoli i prodotti. Nelle alte montagne e nelle valli il suolo è fertilizzato dal concime e dalla coltivazione accurata per modo che se ne ritraggono alcuni prodotti, nonostante la fredda temperatura e la brevissima estate di quelle situazioni alpine.
Le colline danno una grande varietà di vini bianchi e neri, fra cui il dolcetto, la freisa, o fresia, la pelaverga, e il nebiolo della collina di Castellar, fatto con diligenza, migliora invecchiando. Dei vini bianchi sono da citare il moscatello di Costigliele, il bianchetto, la malvasia, la passeretta, ecc.
La pianura produce gran copia di cereali, legumi, ortaggi, patate e fieno. Ragguardevole la coltivazione dei gelsi e dei noci, dai quali ultimi già si ritraeva nei decorsi anni lauto guadagno, non tanto pel fruito mangiabile e per l'olio che se ne estrae, quanto per il legname da costruzione e da mobili; ora questa coltivazione trovasi molto limitata. Nei boschi d'alto fusto situati sulle alte montagne allignano bene gli abeti, i larici, il pino pinea, i faggi, la betulla; e nei siti montani più bassi, i frassini e i castagni fruttiferi. Nella pianura prosperano, oltre i gelsi, i pioppi, gli
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