11 fi Parte Prima — Alta Italia
Cenni storici. — Formò parte del marchesato di Gravesana, e nel 1431 se ne impadronì Francesco Sforza, capitano del duca Filippo Visconti di Milano. Ludovico li di Saluzzo lo alienò ai Vestarini, nobili lodigiani, dai quali passò ai Pensa con titolo comitale. Vi ebbero anche qualche giurisdizione i signori di Scalenghe ed un ramo dei Canale, signori di Cumiuna.
Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — P2 T. a Murazzano.
Paroldo (745 ab.). — Sta sul torrente Bovina, sul pendìo e quasi alla metà di un poggio, a 8 chilometri da Murazzano. La parrocchiale di San Martino vescovo è di semplice disegno e di costruzione moderna. Cereali, vino, castagne, legna.
Cenni storici. — Fu soggetto primamente ai marchesi di Saluzzo, dai quali passò ai San Giorgio di Castellargento e ai marchesi di Bagnasco. L'antico castello appartiene ora ai marchesi Coardi-Carpeneto di Bagnasco.
Coli, elett.. Cuueo IV (Mondovì) — Dioc. Standovi — I T. a Ceva.
Rocca Cigliè (658 ab.). — In colle, diviso dal Tartaro e a 8 chilometri da Murazzano, con parrocchiale dell'Assunta e di Santa Brigida, di bellissima costruzione. Congregazione di carità. Antico e forte castello, ora dei conti Gapris di Cigliò, con alta torre. Produce in copia cereali, castagne, vino, specie il cosidetto bruciulepre. Squisiti caci robiola.
Cenni storici. — Per la sua vicinanza a Cigliè, che gli die il nome, ne condivise sempre le vicende. Vi ebbero giurisdizione i marchesi di Ceva, che lo riconoscevano dai principi Saluzzesi, e quindi i marchesi di Monferrato, i quali lo cederono, in forza del trattato di Clierasco, al duca Vittorio Amedeo di Savoia.
Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — P3 T. a Niella Tarara.
Mandamento di ORMEA (comprende 3 Comuni, popol. 6246 ab.). — Territorio vastissimo nell'alta valle del Tanaro, bagnato da molti corsi d'acqua, fra cui il Tanaro, che formasi dalla congiunzione di parecchi rivi, dal Tanarello, dal Pesino, dall'Annela, dal Chiappino, dalla Corsa glia, ecc., ricchi lutti di buone trote e altri pesci. Fra i monti primeggia l'Ahnetta, alta 950 metri sul livello del mare. Due laghetti sull'alpe di Rovella, Selve di abeti, faggi, larici, pini ; cereali d'ogni sorta, patate, castagne e altre buone frutte, principalmente mele, vini assai buoni, tartufi, ecc. Pascoli, grosso e minuto bestiame. Uccelli rari sulle alture, aquile, falchi, ecc. Cave di portoro, detto di Nava, serravezza e marmo bigio-scuro.
Ormea (5266 ab.). — Giace sulla sinistra del Tanaro e dell'Armela, in un bacino delizioso, a 740 metri dal livello del mare, circondato da ridenti praterie e fiancheggiata a mezzodì da un ramo occidentale degli Apennini, e a borea da un ramo orientale delle Alpi Marittime. Chiesa parrocchiale di S. Martino vescovo, a tre navate, sorrette da pilastri, e quasi sul disegno della metropolitana di Torino. Costruita verso la metà del secolo XV, fu ampliata verso il 1612 del coro e delle tre cappelle superiori, sicché ora è capace di 3000 persone. Ila nove altari, cinque dei quali ili marmo, fra cui l'aitar maggiore, acquistato nel 1808 in Garessio, con un superbo trono ed un quadro del Crocefisso di qualche pregio. Reliquie di S. Faustino martire in urna dorata. Due oratorii, santuario della Madonna dell'Albareto e parecchie altre chiesuole. Ospedale, Opera Battaglieri per le fanciulle pavere, ritiro Saggia per le medesime, Congregazione di carità. L'antico castello, fiancheggiato da un'alta e rotonda torre, per chiudere il passo in Piemonte ai Genovesi, fu smantellato nel 1795 dall'esercito repubblicano di Francia; in quelle vicinanze venne di recente costruito il forte di Nava, ove trovasi anche un ponte di bellissimo marmo nero screziato di giallo, ad un solo arco, costruito nel 1823, e che dà accesso al colle di Nava, con una pianura spaziosa, fiancheggiata da monti e