Mandamenti e Comuni del Circondario di Mondovì
III.)
nel centro della quale, olire la casa del Comune, sorge la parrocchia principale di San Desiderio, esistente già nel secolo XI. Avanzi di antica rocca. Congregazione di carità, Asilo infantile Stalani, Monte di pietà, Canape, castagne, frutta, legumi e vino. Ferro solforato aurifero ed argentifero, non usufruito. Segheria idraulica di legnami ; rnoìini.
Cenni storici.— Chiamavasi anticamente l'etra Auriota, ed era difeso dalla suddetta rocca sulla destra del fiume. Appartenne ai marchesi di Susa, che nel 1033 lo donarono all'abbazia di San Giusto, fondata da essi. Venne quindi in potere di Carlo di Provenza, che nel 12G0 ne investì i marchesi di Ceva, uno dei quali lo vendè, nel secolo XIV, al comune d'Asti, continuando però a tenerlo in feudo. Passò quindi ad un ramo cadetto della famiglia Pallavicini, che prese il titolo di marchesi di Priola, e finalmente ai Cambiano di Rtiffia.
Uomini illustri. — Nacquero in Priola il P. Paolo Francesco Marsiglio, lettore primario dell'ordine dei Predicatori ; il P. Valfrè, professore dì teologia nell'Università di Torino verso il 17S6; e il P. Guidi, domenicano di svariata dottrina, direttore generale degli studi del suo Ordine, morto a Priola sulla fine del 1820. Discendente dei Pallavicini di Priola è il prode generale Pallavicini che succedè al compianto generale Pasi nell'alta carica di primo aiutante di S. M. Umberto I.
Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — I'2 ivi, T. a Garessio.
Mandamento di MONESIGLIO (comprende 0 Comuni, popol. 7830 ab.). — Territorio in piano e in colle; il primo coltivato a cereali, il secondo a vigneti molto fruttiferi, che danno ottimi vini dolcetto, di cui si fa smercio in tutta la valle del Tanaro e altrove. Abbondano nella parte superiore i castagneti ed altri alberi. La parte montuosa forma qui due catene, per mezzo delle quali la Bormida viene separata dal torrente Uzzone e dal Belbo.
Monesigho (1402 ab.). — Sia sulla destra della Bormida occidentale, a nord-est e a 44 chilometri da Mondovì. L'antica parrocchia fu aggregata, nel 182G, al castello del conte Saluzzo di Monesiglio, e nel medesimo anno fu consecrata la nuova di Sant'Andrea apostolo, di architettura semplice, ma bella. Poco lungi, oltre la Bormida, sorge un piccolo santuario antico e venerato di San Biagio e della Madonna dell'Acqua dolce. Oltre il suddetto castello, che torreggia sopra una roccia ed è veramente grandioso e bene ordinato secondo il sistema gotico, esistono in Monesiglio sei palazzi di nobili e antiche famiglie, e due piazze. Congregazione di carità. Cereali d'ogni sorta, gelsi, vini in abbondanza, castagne, legna. Filanda di seta e mollili a vapore.
Cenni storici. — Secondo la tradizione locale, l'abitato di Monesiglio trovavasi in prima nella borgata di San Martino, sul promontorio alto 1500 metri dal livello della Bormida, là dove sorge un altro piccolo ma antichissimo santuario di San Martino; e infatti negli scavi praticati si scoprirono tracce di antichi edifizi e sepolcri di guerrieri romani della famiglia dei Cassii. Una lapide romana attesta che l'agro monesigliese apparteneva alla tribù Camillia. Fece parte del contado di Alba, indi nel 1142 fu compreso nel marchesato di Cravesana. Fu feudo dei marchesi Del Carretto, che poi Io cederono ai nobili Calderara; quindi passò ai conti Saluzzo di Valgrana. Fu una di quelle terre occupate dal conte Sforza quando, con le genti di Filippo Visconti, duca di Milano, si condusse nel Monferrato contro il marchese Gian Giacomo.
Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — I T.
Camerana (1610 ab.). — Giace a nord, sur un colle, appiè del quale nasce un influente della Bormida, a 8 chilometri da Monesiglio, con parrocchiale di Sant'Antonio e Congregazione di carità. Cereali, castagne, piante cedue, prati e viti.