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Parte Prima — Alta Italia
Garessio (7370 ab.). — E situato in parte sulle rive del Tanaro, in valle circondata da poggi e alti monti, con direzione da sud a nord. L'aria vi è purissima, sì che riesce gradito soggiorno estivo a molti forestieri, particolarmente della non lontana Liguria ; e per la sua importanza, come pel numero degli abitanti, ottenne, nel 1870, dal R. Governo il titolo di città. Oltre parecchie villate sparse nei siti montuosi, lo compongono parecchi borghi, i principali dei quali sono Borgomag-giore, Rosolo e Ponte. Sette parrocchie disseminate in codesti borghi, e la primaria, matrice delle altre, sorge nel Borgomaggiore, dedicata all'Assunta. Notevole la stupenda chiesa di San Domenico, riedificata, non ha molto, sull'antico disegno del celebre Gallo, mondovita. Fra le tante altre chiese minori, confraternite e conventi, è da ricordare l'antica Certosa, detta di Casotto, demolita in gran parte con la chiesa, mentre nella parte risparmiata stabilivasi una vetreria. La regia tenuta di Casotto, ove recavasi di quando in quando a caccia il gran re Vittorio Emanuele lf, fu venduta non ha gran tempo.
1 fabbricati onde si compone Garessio sono disposti ad anfiteatro, e già vi sorge la stazione del nuovo tronco ferroviario sulla linea Geva-Orinea. Questo tronco di ferrovia, inaugurato nel luglio del 1390, va da Priola a Garessio, e misura 7 chilometri, costeggiando l'amena sponda sinistra del Tanaro. Belle le opere d'arte, quali le gallerie, ì lavori di sostegno e i ponti in ferro, costruiti tutti nelle Officine di Savigliano. Uno di questi ponti ha la lunghezza approssimativa di 100 metri. Nel medioevo Garessio era cinto di mura e difeso da quattro rocche ; le mura furono atterrate in gran parte nel 1G34 dal marchese di Santa Croce, e distrutte due anni dopo per ordine di Cristina di Savoia. Delle rocche, due furono demolite da tempo remotissimo e due nel 1497 per ordine del marchese Del Finale, quando invase il territorio con le truppe genovesi.
Ospedale, pio istituto Bandone, con Asilo infantile, lasciti Bandone e Mannelli, due Congregazioni di carità. Cereali, canape, legumi, patate, ottime castagne gara.s-sine, frutta e fieno. Oltre le cave delle suddette varietà di marini, havvi galena argentifera e, poco lungi da Borgomaggiore, acqua solforosa che sgorga da una balza, denominata la il lentia, analizzata nel 1781 dal P. Beccaria e dal Panza. Quest'acqua è giovevole nelle affezioni erpetiche e scrofolose, contro il gozzo, l'infarcimento del fegato, ecc. Molto attivo è il commercio in Garessio, e l'industria vi conta una filanda di cotone a vapore, fabbriche d'acido gallico, di cera, di prodotti chimici, di paste alimentari, segherie idrauliche, una vetreria, molini, marmisti, ecc..
Cenni storici. — Nei dintorni di questo Comune furono scoperti avanzi romani, con iscrizioni che attestano l'antica sua origine. Fu un tempo luogo forte per la sua posizione naturale e per le quattro rocche di cui era fornito, ora distrutte. Vi ebbero dominio gli Astigiani, i marchesi di Ceva, i duchi d'Orleans, i milanesi Visconti, Massimiliano Sforza e Carlo V, il quale, verso il 1531, lo cedette a Casa Savoia. Nei tristi tempi del feudalismo fu soggetto a dure ed infami oppressioni, fino a stancare la longanimità della gente; esse suscitarono ribellioni e provocarono la riscossa, che condusse all'antico governo municipale, limitando l'arbitrio del feudatario. Nei secoli XV e XVI Garessio combattè contro i Genovesi, poi contro gli Spagnuoli. Massena nel 1794 se ne impadroniva, e Napoleone Bonaparte lo faceva rioccupare nel 1796 come punto strategico d'importanza.
Uomini illustri. — Ebbe i natali in Garessio nel secolo scorso ii poeta comico G. B. Viassolo, detto Federici, morto in Padova nel 1802.
Coli, oletl.. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — P= T.
Priola (1735 ab.). Sta in perfetta pianura, parte a destra e parte a sinistra del Tanaro, percorso dalla ferrovia. Tre contrade mettono capo ad una piazza quadrata,