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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   11 fi
   Parte Prima — Alta Italia
   con un metro circa di diametro. E questa la cosidctta Guglia Giuseppina, dal nome di una gentile signorina entusiasta della caverna, e che più volte la visitò col Garelli. Simile nella forma alla mila, o guglia, che gli antichi ponevano ad ornamento dei loro edilìzi, essa torreggia sopra un piano angusto, come per indicare che lì presso
   termina la grande caverna.
   Per dare un'idea dei secoli trascorsi, mentre l'acqua andava formando a goccia a goccia quel masso di calcare, basti ricordare che appiè della guglia il prof. Bruno e il celebre geologo B. Gastaldi rinvennero quasi alla superficie tante ossa fossili, rivestite anch'esse d'incrostazioni, da formare con esse uno scheletro compiuto del famoso ursus spelaeus (od orso delle caverne), che trovasi ora in Torino, nel Museo della Scuola d'applicazione per gli ingegneri.
   Il breve piano su cui poggia la Guglia Giuseppina scende a picco verso il centro dell'ultima sala. Per altro da uno dei lati si può discendere sino alla lingua di terra che va restringendosi a poco a poco fra la parete rocciosa e l'acqua del lago, il quale occupa al basso lo sfondo rimanente della sala. Ivi cresce il fragore, per la ragione che, da un'altezza di circa 15 metri, sbocca impetuoso un torrente da un'angusta apertura e cade scrosciando sul fondo alabastrino di quella rupe fantastica, formando la grande Cascata (fig. 31). Una nebbia fitta e leggerissima a guisa di aureola perpetua si alza del continuo dal basso, si che, al chiarore delle fiaccole, quella non sembra piii acqua, ma una riviera di diamanti e di perle, di rubini e zaffiri che rovini giù dalla roccia in mezzo al nimbo di un polviscolo d'oro. L'aspetto di questa magica cascata rapisce, ed essa è senza dubbio la meraviglia principale della caverna. Per esplorare le fonti del torrente che forma la cascata, i due esimii professori Bruno e Perosino addentraronsi coraggiosamente per la fenditura elevata delle rocce, ma non trovarono che un ampio serbatoio d'acqua, il quale più e più si affonda a proporzione che si va innanzi nella selva intricata delle stalattiti che sorreggono la vòlta a breve distanza dall'acqua.
   La Caverna di Bossòa non è nota che da poco tempo, e incominciò ad essere visitata verso il 1850; ma le prime esplorazioni scientifiche avvennero nel 1SG5, quando vi si recò, per invito di Domenico Mora, proprietario dei luoghi attigui alla
   Fig. 33. — Caverna di Possèa : Guglia Giuseppina e Ponte di Ortensia.