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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •10-2
   Parte Prima — Alta Italia
   Cenni storici. — I monumenti e le iscrizioni rinvenutevi lo qualificano romano. Nel Basso Impero formò parte del contado Albese e si chiamò JJoliana, come scorsesi ancora dal privilegio di Urbano II del 1091. Lo conquistò sul principio del secolo XII il marchese Bonifacio di Savona, da cui passò nel 1124, insieme ad altre terre, ad Ugone marchese di Cravesana, morto il quale senza discendenti, venne in potere dei marchesi di Busca, che nel 1183 lo venderono per 1150 lire genovesi al marchese Manfredo II dì Saluzzo, e, riscattatolo, lo rivenderono dopo dieci anni al marchese Bonifacio di Monferrato, l'ornato in possesso dei marchesi di Saluzzo, Dogliani fu costituito capoluogo dei loro possedimenti oltre il Tanaro, e Tommaso I lo diede ili appannaggio al suo secondogenito Giovanni, «letto il Grande, dal quale passò a' suoi discendenti.
   Il castello e la terra di Dogliani soffrirono nel 1431 gravissimi danni dalle truppe di Francesco Sforza, capitano di Filippo Visconti, nella guerra contro il marchese Gian Giacomo di Monferrato, il quale riacquistò questo ed altri paesi nella pace del 1430. I discendenti del predetto Giovanni il Grande se lo spartirono in piccole porzioni, una delle quali toccò in prima a don Alvaro Sanchez, capitano di Carlo V, indi a Marco Claudio di Rye, consigliere del duca Carlo Emanuele I, e da ultimo ai conti Solare di Moretta.
   Uomini illustri. — Nacquero m Dogliani molti personaggi degni di memoria, fra gli altri i seguenti: G. A. Perotto, carmelitano molto versato nella teologia, filosofia ed eloquenza sacra, peritissimo della lingua ebraica, lettore per 15 anni di sacra scrittura nell'Università di Torino ed autore di parecchie opere ; Giacomo Pizzorno, medico e professore anch'esso nell'Università di Torino; Borra, insigne architetto che diede i disegni di vari palazzi di Torino ; il conte Ignazio Corte di Bonvieino e suo figlio Giuseppe Amedeo, ambidue ministri di Stato, e il conte Vincenzo Marenco di Castellanionte, letterato e poeta insigne così in italiano come in latino; in quest'ultima lingua compose il poema De I'htysi, che emula il celebre De morbo gallico del Fracastoro.
   Coli, elett. Cuneo HI (Alba) — Dioc. Mondovì — P2 T.
   Belvedere delle Langhe (575 ab.). — Sta sulla vetta di un monte, donde sco-presi gran parte della catena delle Alpi Marittime e parte delle Cozie con le pianure sottostanti sino al Tanaro, donde il suo nome di Belvedere. Dista 0 chilometri da Dogliani, ha una parrocchiale di San Nicolò, con reliquia venerata di S. Lucia, e vi si vedono le rovine di un castello, smantellato dai Francesi nel secolo XVII. Congregazione di carità. Prodotto principale è l'uva, che dà un dolcetto rosso, gradevole al gusto e salubre.
   Cenni storici. — Ebbe comuni vicende con Dogliani, luogo principale di quella regione. Dopo di essere passato sotto il dominio di vari rami Aleramici, ne acquistarono una parte i Catena, nobili astesi, e un'altra gli Sbarati, i quali la cederono nel 1212 al comune d'Asti, come fecero nel 1292 per parte loro i marchesi d'Incisa. Vi acquistarono quindi giurisdizione parecchie altre famiglie, fra cui i Saraceni di Brà e i Ferrari.
   Coli, elett. Cuneo 111 (Alba) — Dioc. Mondovì — i12 a Dogliani, T. a Parigiiano.
   Bonvieino (069 ab.). — Sta in mezzo a quattro colli che formano una vallata pittoresca, bagnata dal torrente Bea, a 7 chilometri da Dogliani, con parrocchiale dei Ss. Giacomo e Cristoforo. Castagne, viti e pochi cereali. Bello stabilimento a vapore per la trattura della seta.
   Cenni storici. — Appartenne ai marchesi di Monferrato, a cui lo prese nel 1432, con altre terre, Francesco Sforza, generale di Filippo Visconti, duca di Milano ; ma fu restituito dopo due anni. L'ebbero quindi i marchesi di Saluzzo, e verso il 1500