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Parte Prima — Alta Italia
del Rosario dello scultore Saverio Pranzi di Viggiù, con parecchie altre statue di santi. L'altro arco a sud, d'architettura consimile, è tuttora in rustico. Delle quattro parrocchie, tre, San Pietro, San Martino e San Gregorio, sono di architettura gotica; la quarta, la Madonna del Popolo, ha una maestosa facciata in rustico ed una cupola assai alta e ricca internamente di pregevoli ornati a stucco. Nella chiesetta di Sant'Agostino ammirasi una stupenda Strage degli Innocenti del Garovaglio. Davanti al palazzo civico, con dipinti del Tancco, felice imitatore del Pussino, stendesi una hella piazza, ed un'altra più ampia fuori della porta dì Narzole, circondata da viali d'olmi e tigli.
Fra i palazzi primeggia il palazzo Salmaloris, col cosidelto Gabinetto della SS. Sindone che vi fu depositata nel 1704 ornato di statue al naturale dei grandi uomini dell'antica Grecia, ecc.., e col Gabinetto della Pace ; il palazzo Mantica, che accolse nel 1630 il Senato di Piemonte; il palazzo Ferraris, che servì anch'esso alle adunanze di questo Senato; il palazzo Gotti di Salerano con dipinti storici della Bibbia ; il palazzo Aurelio, ov'è figurato un bellissimo cornicione a dentelli. Ilavvi anche un piccolo teatro. Ospedale, Ospizio di carità, Ritiro delle maestre, due Asili infantili, Monte di pietà e lascito Oberti. Scuole ginnasiali comunali, Gabinetto numismatico e Museo di antichità. Banca, filande seta e molini a vapore, fabbriche di colla, di laterizi, tipografia, ecc. Cereali, vini, bozzoli, tartufi, molto bestiame bovino.
Cenni storici. — Nei remotissimi tempi l'abitarono i Gaturigi della tribù dei Vagienni. Acquistò sempre maggiore importanza sotto Roma, trovandosi posto fra due rinomate colonie romane. Sotto i Carolingi venne compreso nella contea di Bredulo, data poi in dono nel 901 da Lodovico III al vescovo d'Asti. Gravissimi disastri lo ridussero quindi a poche case. In bolle pontificie del secolo XII è chiamato Carascottum. Nel secolo seguente i vicini castellani, vedendosi ridotti coi loro dipendenti in dure condizioni dalle guerre d'Alba con Asti e quelle del Monferrato, si stabilirono in luogo più acconcio a difesa, vi fabbricarono molte case, le fortificarono e ne nacque l'odierno Gherasco, Se ne impadronirono nel 1260 i Provenzali e l'occuparono fino al 1346, nel quale anno passò ad Amedeo IV di Savoia ed agli Acaia. Nel 1348 se ne impadronirono i Visconti di Milano, e nel 1387 Gian Galeazzo lo diede in dote alla figliuola Valentina, sposa di Ludovico d'Orleans. Per tal modo Gherasco rimase sino alla pace di Gambrai (1529) sotto il dominio francese, finche passo a Carlo V, il quale lo restituì, nel 1531, ai duchi di Savoia. Soggiacque quindi a nuovi disastri, come quello di essere nel 1537 e 1542 preso dai Francesi, e, nel 1551, occupato dagli Spagnuoli per conto del duca di Savoia. Nel 1557 fu di bel nuovo preso dai Francesi, che uccisero il presidio austriaco e misero il paese a sacco. Tornato ai Sabaudi per la pace del 1559, Carlo Emanuele ne fece riattare, nel 1620, lo fortificazioni, aggiungendovi due bastioni. Nel 1631 si adunò nel palazzo Salmatoris il Congresso dei plenipotenziari d'Austria, Francia, Spagna, Monferrato e Mantova, colPintervento del cardinale Mazzarino e del duca Vittorio Amedeo 1 in persona, e in quel Congresso fu conchiusa la famosa Pace di Gherasco che abbiamo citato e in cui il duca di Savoia acquistò la maggior parte del Monferrato, assumendone il titolo di duca.
Nella guerra scoppiata dopo la morte di Vittorio Amedeo fra i suoi fratelli Maurizio e Tommaso e la duchessa vedova Maria Cristina per la reggenza, quest'ultima fu costretta a consegnare alla Francia Gherasco, fatto munire da lei stessa di bastioni, di lunette e di fossi, sì ch'era divenuto una fortezza importante del Piemonte. Nel 1640 gli Spagnuoli, giunti all'improvviso per impadronirsene, doverono, dopo inutili sforzi, levarne l'assedio. Dopo la vittoria di Gatinat a Staff'arda nel 1690, Vittorio Amedeo lì fu costretto a cedergli, fra le altre città, anche