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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario dì Mondovi
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   uve. Serpentino verde scuro, lignite fragile (non coltivata). Fabbrica di laterizi, niolini. A un chilometro dall'abitato, nel vallone di Mongia, scaturisce perennemente e in gran copia un'acqua solforosa, la quale, a giudizio dell'Abbene, ha la medesima azione terapeutica dell'acqua di San Genesio e di quella d'Acqui, ma non fu sinora adoperata.
   Cenni storici. — Sulla fine del secolo XI apparteneva ad un Ottone di Momba-siglio, vassallo del marchese di Savona. Fu quindi dato in permuta con Boves al vescovo d'Asti, che ne investì i marchesi di Ceva, ai quali lo confiscò nel 1495 il duca Ludovico d'Orleans per darlo ad Ettore di Montemard, suo luogotenente nel governo d'Asti. Questi lo vendè a Francesco Della Rovere duca di Sora e conte di Sinigaglia, prefetto di Roma. In seguito passò, con titolo marchionale, ad un ramo dei Trotti di Fossano, e fu da ultimo eretto in contea a favore della nobile famiglia dei Pallavicini delle Frabose.
   Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — P3 T. a Ceva.
   Roascio (443 ab.). — In colle pendente verso il Tanaro, bagnato dal rivo Sonato che sbocca nel Tanaro e a G chilometri da Ceva, con parrocchiale antica senza facciata e ili disegno rustico. Le case delle sette borgatelle onde si compone il piccolo Comune sono in creta e coperte di lastre di pietra. Congregazione di carità. Uve, bestiame e piante cedue; seme bachi.
   Cenni storici. — È luogo molto antico e alcune sculture in pietra da taglio rinvenutevi riferisconsi ai tempi romani. Nel 1260 il conte di Provenza ne investì i marchesi di Ceva. Fu contado dei Beccaria e dei Bianchi. Fu pure feudo dipendente dall'appannaggio di Gasa Savoia-Carignano.
   Coli, elelt. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovì — P3 T. a Ceva.
   Torresina (255 ab.). — Già Torricella di Ceva, dalla torre che sorgeva in mezzo alla borgata maggiore presso alla parrocchia dei Ss. Giorgio e Placido. Dista S chilometri da Ceva, ha una Congregazione di carità, e non raccoglie che cereali. Vi si allevano bachi da seta per sementi.
   Cenni storici. — Vi si rinvennero vestigia de' tempi romani e fu compresa nel marchesato dì Ceva. Fu quindi infeudata ad una lunga serie di famiglie nobili, ultima delle quali i Viarizi dei marchesi di Ceva.
   Coli, elett. Cuneo IV (Mondovì) — Dioc. Mondovi — P3 T. a Ceva.
   Mandamento dì CHERASCO (comprende 2 Comuni, popol. 13,578 ab.). — Territorio ferace d'ogni sorta cereali, erbaggi, canapa, fieno, ottimi tartufi bianchi, uve, gelsi da cui ricavansi ricchi raccolti di bozzoli, molto legname da costruzione e da ardere. È percorso da comode strade e bagnato dal Tanaro e dalla Stura, da cui derivano, con la cosidetta Bealera di Cherasco, parecchi canali per l'irrigazione delle campagne e per alcune industrie. Rocce gessose e ricche cave di gesso; pietra arenaria.
   Cherasco (9515 ab.). — Piccola e bella città sopra un'a meri issi ma collina, alla estremità della pianura che estendesi dalla valle di Mondalavia, presso Bene, sino alla valle della Stura, a settentrione di Mondovì, a libeccio d'Alba e a 34 chilometri da Mondovì. E cìnta d'antiche mura, ben conservate, che le danno l'aspetto d'un (juadrato quasi perfetto, e intersecata da vie ampie e diritte e regolari, in mezzo alle quali scorrono rivi perenni. Due archi superbì chiudono la maestosa contrada principale. Dalla parte nord ergesi l'Arco del Belvedere, assai elevato, con quattro colonne d'ordine vario, sopra un alto piedestallo, con ornati e cornicione. Codesto arco, sotto cui si passa per tre porte, fu terminato nel 1688 e restaurato nel 1832. In mezzo ad esso vedesi una bellissima statua in marmo della Madonna