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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Mondovì
   III.)
   appositamente fatto e derivato dal Tanaro. Vi scorrono il Tanaro, la Covetta, la Bovina, con altri canali di derivazione. Molti gelsi e cacciagione abbondante.
   Ceva (504-5 ab.). — È situata sulla linea Torino-Savona, presso la foce del torrente Ce vetta nel Tanaro, fra la sponda sinistra del primo e la destra del secondo, a 2t chilometri da Mondovì e poco lungi dalla grande galleria del Belbo, una delle opere più notabili di tal genere, lunga 4228 metri. Case in generale ben costruite, vie abbastanza regolari e comode, alcune delle quali fiancheggiate da portici ; bel palazzo comunale, grazioso teatro moderno Carlo Mitrenco e piazza di mediocre grandezza. Dell'antica fortezza, ricostruita sopra una rupe scoscesa a cavaliere della città dal duca Emanuele Filiberto per difendere i confini verso la Liguria, non rimangono più che due torri con un tunnel scavato nella roccia. Vi fu rinchiuso lo storico Pietro Giannone. Nuovo e magnifico ponte in cotto sul Tanaro per la ferrovia.
   Sotto la roccia, all'estremità occidentale della città, ergesi il duomo, dedicato all'Assunta, fondato nel 1030, ampliato sul disegno dell'architetto Trona e condotto a termine nel 1706. Ammirasi nel coro un bel quadro della Natività, creduto del Conca. Da questa primaria parrocchiale dipendono tre succursali : San Marco, San Siro e Santo Spirito, parrocchie delle tre frazioni della città. Havvi inoltre la chiesa di Santa Maria di Piazza col sacro corpo di S. Clemente. Congregazione di carità, lascito Barberis, lascito Giorgia, Monte di pietà, Asilo infantile, Ospedale, Ospizio di carità, legato Piantahella, Rovea e Pecchino. R. Ginnasio, Convitto civico, Osservatorio filosserico, R. Osservatorio bacologico, Società tiro a segno; fabbriche ih birra, di acque gassose, di fiammiferi di legno, di laterizi, di stoviglie, di pesi e misure, filande, torcitoi di seta e indlini a vapore, tintorie, tipografia, libreria, giornale, Cassa di risparmio, ecc. Grano, meliga, palate, legumi, castagne, noci, fieno, gelsi, uve, tartufi, bestiame bovino e ovino, cacciagione, caci robiole già lodati da Plinio. Lignite fibrosa, strati di calce-schisto di tinta verdognola. Sorgente solforoso-bromica.
   Cenni storici. — Fu già circondata di mura, con otto porte e difesa da molte torri Sorse sopra l'antica Celta, menzionata da Plinio come popolosa città dei Liguri Stazielli. Nel 907 l'imperatore Ottone li ne fe' cessione ad Aleramo, con altre terre. Bonifacio, marchese di Savona e del Vasto, l'eresse, nel 1125, a marchesato a favore del quarto suo figlio Anselmo. Nello stesso secolo sorsero fiere contese per ragioni di vicinato ; i marchesi di Ceva si collegarono col comune d'Asti e la tranquillità di queste terre restò turbata per oltre trent'anni. In seguito al trattato d'Asti il marchesato di Ceva diventò una provincia della repubblica d'Asti e ne seguì le sorti sotto i Provenzali, cui essa soggiacque per le civili discordie. L'imperatore Arrigo VII, vedendo perdurare le interne fazioni nella repubblica astigiana, la cedette alfine, nel 1313, ad Amedeo V di Savoia, dandogli anche l'alta signoria del marchesato di Ceva. Troppo ci dilungheremmo se togliessimo a pure accennare le vicende successive di Ceva, ile' suoi marchesi e dei cento signori che vi ebbero giurisdizione. Diremo soltanto che, assediata nel 1543 dai Francesi in guerra col duca Carlo IH, si difese strenuamente. Nel 1584 fu inondata dalla Covetta e nel 1610 da una piena del Tanaro. La peste v'infierì dal 1015 al 1034 con poche interruzioni. Nel 161-9 i Cevesi respinsero gli Spagnuoli che tentarono di occupare la loro fortezza ; e nel 1706 le truppe collegate franco-ispane. Qui pose il suo quartiere generale, nel 1795, il Colli, generale in capo di Vittorio Amedeo III, e noi levò che dopo la battaglia di Montenotte, vinta dal Bonaparte. Dopo la battaglia di Marengo del 1800 i Francesi occuparono Ceva e ne demolirono la fortezza e tutte le mura di difesa. Sotto il dominio francese Ceva fu capoluogo ili circondario con sottoprefettura e tribunale di prima istanza
   136 — La Putrii», voi. I.