Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Cuneo', Gustavo Strafforello

   

Pagina (107/516)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (107/516)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   •10-2
   Parte Prima — Alta Italia
   Vergine in atto di stringersi al seno il Bambino; l'uno e l'altra sono ingioiellali e portano una corona tempestata di diamanti. Serve di trono alla Vergine una grande corona dorata sostenuta da quattro angeli in marmo poggianti su quattro colonne ornate di altrettante vaghe lesene, e in mezzo ad esse ammiransi due belle statue di bianco e finissimo marmo, la Fede e la Carità, scolpite dal Solaro, carrarese. In una delle cappelle è il mausoleo del pio fondatore, duca Carlo Emanuele I, morto a Savigliano nel 1630, lavoro dei fratelli Collini. Un comodo tram unisce il santuario e il vicino comune di San Michele alla città di Mondovì (1).
   Il bilancio del comune di Mondovì per l'anno 1889 era il seguente :
   Attivo
   Entrate ordinarie.......E. 342,809
   Id. straordinarie.....» 30,925
   Differenza attiva dei residui ...» 23,551
   Partite di giro e contabilità speciali » 73,70S
   Totale L. 4-76,993
   Passivo
   Spese obbligatorie ordinarie . . L. 243,097
   ld. straordinarie . . » SO,891
   Partite di giro e contabilità speciali » 73,70S
   Spese facoltative.......» 79,297
   Totale E. 470,993
   Cenni storici. — Mondovì alta sorse verso il mille ; ma Breo e Carassone sono molto più antichi : Breo, o Bredolo, era una colonia romana (Jori Optimo Maximo Colonia Bredolensis). 11 suo primo nome fu Montevico, poi Monteregale. Lottò da prima coi vescovi d'Asti che ne pretendevano il dominio; più tardi dovette riconoscere la signoria degli Angioini, dei marchesi di Monferrato, dei Visconti di Milano, finché nel 1396 venne in potere del conte Amedeo di Acaia. Ebbe a soffrire danni e devastazioni nelle guerre che si combatterono in Piemonte tra i Francesi e gli Spagnuoli nel secolo XVI. Insorse al tempo del duca Vittorio Amedeo li, non volendosi sottomettere alla gabella del sale, e sostenne una lunga lotta che durò dal 1666 fino al 1699, provando quanto fosse il valore di'quelle popolazioni, che si mostrarono in seguito devotissime ai propri principi. Dal 1560 al 1719 fu sede di una Università degli studi. Fu una delle prime città d'Italia nelle quali fiori la stampa, giacché il primo libro quivi stampato è del 1472. Il 22 aprile del 1796 vi fu combattuta la decisiva battaglia di Mondovì fra Napoleone e le truppe sarde sotto il generale Colli, Codeste ultime occupavano la forte posizione di Mondovì, mentre il generale Beaulieu, con gli Austriaci ed un esercito sempre formidabile, stava dietro ai Francesi e poteva ripigliare l'offensiva. I Francesi risolvettero perciò di rinnovare l'assalto il di seguente. Il Colli, ch'orasi ritirato, fu raggiunto presso Mondovì dall'infaticabile generale Victor, il quale assaltò e prese la posizione principale riportando una vittoria decisiva. Il Colli perdè 2000 uomini, S cannoni ed 11 bandiere. Egli si ritirò a Cherasco inseguito da Napoleone, il quale in breve se ne impadronì e conchiuse l'armistizio di CItcrasco, a cui tenne dietro il trattato in forza del quale la Sardegna rinunciava alla coalizione coli'Austria, cedeva alla
   (1) La festa e i tre giorni di fiera nell'amena località del Santuario hanno una speciale riputazione, ma quest'anno (1890) sono, con soddisfazione, notati i lavori di compimento del tempio, il quale, grandioso perla mole, è specialmente notabile per la sua maravigliosa volta elittica; coi lavori che si stanno facendo, si scopre il torso ed anche la parte esterna fa la sua bella figura.
   I lavori sotto la direzione dell'ingegnere Uiccio sono bene avviati ed è bene esaminarli nelle loro particolarità per apprezzarli convenientemente nel loro insieme. Il Riccio si è fatto studio particolare di nulla variare dal disegno priniiiivo e di nulla fare di suo e con questo ci darà il vero disegno quale fu concepito dal Vittozzi e compiuto dal Gallo. Peccato che così non si sia fatto nel decennio antecedente e che ora occorrano nuove spese pei campanili e la copertura in rame della vòlta ! Ma certo a questo si può riparare ed è un dovere il farlo, specie pel Governo che, dichiarandolo Monumento nazionale, ne assumeva la responsabilità.