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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •10-2
   Parte Prima — Alta Italia
   della Valle, elie ha un Ospedale suo proprio, come lo hanno anche Breo e Carassone, è osservabile il palazzo del conte di San Quintino, di bella architettura e prospettiva, con sale spaziose ed eleganti. Fra Borgatto e Pian della Valle, sulla opposta sponda dell'Ellero, piccola villata detta il Rinchiuso.
   In Breo, antico e nobile contado a' tempi di Carlo Magno, è da vedere l'ampia chiesa di San Filippo, ad una sola navata, di moderna e bellissima forma, come anco un teatro elegante, a cui si sale per una duplice grandiosa scalinata. È curioso l'orologio sulla facciata della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo: la statua di un moro in rame, seduto sur uno scanno, s'alza in piedi e, con un martello che stringe nella destra, battendo sopra una campana segna di e notte le ore, e, suonata l'ultima, si rimette a sedere. Pian della Valle e Breo sono attraversati dalla strada nazionale che percorre quattro piazze : quella del Pian della Valle, di Sant'Agostino, di San Pietro e di San Carlo, con un bel ponte in marmo sull'Ellero che mette sulla piazza della Stazione ferroviaria, donde la strada tende a Cuneo e a Torino.
   Nei piani e sobborghi hanno loro sede principale le industrie e manifatture: di carta a macchina (Cartiera di Mondovì), di colla, di fiammiferi in legno, di laterizi, di stoviglie, di liquori, di macchine, di orologi da torre, di maioliche, di paste alimentari, di pellami, di acque gassose, ecc. Sonvi inoltre fonderie in ghisa e in bronzo, filande di seta a vapore, laboratorio pirotecnico Viriglio, segherie idrauliche di marmi e legnami, stabilimenti meccanici Manfredi, molti mollili, marmisti, librai, tipografie, ecc. Attivissimo il commercio, principalmente delle granaglie, del vino, del bestiame, degli olii e altri generi d'importazione ed esportazione dalla Liguria.
   L'istruzione conta in Mondovì il R. Liceo e Ginnasio Giambattista Beccaria, con bellissimo Gabinetto di fisica e la ricca biblioteca Nani; nn Istituto tecnico, una Scuola tecnica pareggiata governativa, una Scuola normale femminile, un Convitto nazionale, una Scuola professionale, un Convitto e un Educandato femminile, un Ginnasio e Convitto vescovile. Distretto militare (79), Comizio agrario, due uffici postali (Piazza e Breo), con due uffici telegrafici; alcuni giornali.
   Oltre gli Ospedali, Mondovì annovera, fra Congregazioni di carità, lasciti e ritiri, quattordici Opere pie e sette Asili infantili sparsi nelle varie sezioni; ed oltre i due teatri di Mondovì e Breo, due gabinetti d: lettura, due clubs, parecchie Società operaie, Società femminile, Società militari in congedo, Comitato dei Veterani, Società Artisti ed Artieri, Consorzio dei canali irrigatorii, Banca e Cassa di risparmio, ecc. Le ultime e recenti opere pubbliche di Mondovì sono il Ricovero di mendicità, di cui fu approvato lo statuto organico nell'aprile del 1890, e la statua di Carlo Emanuele I del Della Vedova, sul piazzale del santuario di Mondovì presso Vicoforte.
   Voglionsi anche ricordare l'elegante monumento al marchese Emilio di Sambuy e il busto del generale Giovanni Durando sulla piazza Maggiore; la statua del fisico G. B. Beccaria sul piazzale delle Scuole, e il monumento al senatore Vincenzo Garelli sulla piazza del Municipio in Breo. Nell'ampio cortile poi del R. Liceo, oltre le molte lapidi, sono anche i busti del cardinal Bona, del Baruffio e due medaglioni eoll'effigie del Vasco e del marchese D'Ormea.
   A 3 chilometri circa da Mondovì sorge alle falde dei colli il famosissimo santuario della Madonna di Vico (fig. 27), maravigliosa opera architettonica, incominciata sotto gli auspici del duca Carlo Emanuele I nel luglio del 15'JG, e terminata per gli studi dell'ingegnere Francesco Gallo dal 1730 al 1749, con la spesa totale, dicesi, di 9 milioni di lire, su disegno di Ascanio Vittozzi. Questo magnifico santuario, a cui traggono tanti pellegrini, è di forma elittica e ha tre facciate di pietra viva, nella principale delle quali schiudonsi tre porte fiancheggiate da alte colonne sorreggenti un architrave formato di un monolito di peso straordinario. Vaghe finestre sovrastimo alle altre due facciate laterali ed un cornicione di pietra corona l'intiero