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l'arte Prima — Alta Italia
sul monte, le cui rocce sono schistoso-calcaree e calcaree compatte, e gli abitanti ne ritraggono ardesie sgrossate e calce. Prati e bestiame.
Prazzo (370 ab.). — Sorge a 1030 metri, in situazione pittoresca, sulla destra della Maira, diviso in due frazioni, detta una Soprano o superiore, e l'altra Sottana o inferiore. La prima giace in luogo più elevato ed è di minor conto; la seconda, situata inferiormente sulla strada della valle, è il borgo principale con la parrocchia e la sede del Comune. A nord schiudesi la Cornba di San Michele e in faccia, a sud, quella del Duco o dei Duchi. Congregazione di carità. Cave di ardesia e di pietra calcarea.
Cenni storici. — Vuoisi che il nome di Prazzo derivi da praz, prateria, per l'abbondanza dei prati che vi si trovano. Vi si rinvenne un frammento d'iscrizione romana e faceva anticamente parte della confederazione dei Comuni di vai di Maira. Fu feudo dei marchesi di Saluzzo; indi fu assoggettato alla Francia. Venuto in potere dei duchi di Savoia, questi v'infeudarono, con titolo marchionale, Francesco Villa ; quindi, con titolo comitale, i Filippa di Martiniana e i Clerici di Mondovi. Nel 1818 vi fu trasferito il capo di mandamento, che prima era a Stroppo, a cagione della sua situazione più centrale, massime rispetto ai Comuni più elevati della valle.
Uomini illustri. — Oriunda di Prazzo è la famiglia Poncho che si traslocò in Saluzzo nella persona del celebre Bergadano Bonello, valente giureconsulto, vicario generale del marchesato di Saluzzo, che fiori verso la fine del secolo decimoquarto. Vi nacque anche il letterato Giacomo Berardi.
Coli, elett. Cuneo I — Dioc. Saluzzo — P2 ivi, T. a S. Damiano Macra.
Acceglìo (2069 ab.). — Sta a 1265 metri in china della valle, alla sinistra della Maira, ed è l'ultimo Comune in capo alla valle centrale da cui vassi in Francia. È diviso in molte frazioni, di cui alcune assai grosse e che, per essere discoste non poco, hanno parrocchie a parte. Congregazione di carità, istituzione Calandra. Dogana di Saretto. Boschi estesissimi di abeti, pini e larici; letti di antracite. Pascoli eccellenti e numeroso bestiame che produce caci e lana in abbondanza; burro pregiato che smerciasi a Dronero. Rovine dell'aulica rocca.
Cenni storici. — Per la sua giacitura Acceglio fu considerato qual punto militare validissimo sin dal tempo dei Romani, che ne inscrissero la popolazione nella tribù romana detta Follia. Vuoisi si chiamasse Ocelum ad Macram superbis e vi si rinvennero molte vestigia dell'epoca dell'impero romano. Nei mezzi tempi fu sottoposto a Manfredo Olderico marchese dì Susa, e quindi alla famiglia Rusca, e successivamente ai marchesi di Saluzzo, finché, nel 1601, venne in potere di Carlo Emanuele I duca di Savoia. Durante la Riforma fu campo di vive lotte religiose. Coli, elett. Cuneo I — Dioc. Saluzzo — P2 a Prazzo, T. a S. Damiano Macra.
Canosio (742 ab.). — Sta in vai di Maira, fra i colli Servagno e del Cugno, sulla sinistra del rio Preit, con bel ponte in pietra, poco lungi dal suo confluente col rio Marmora. Due parrocchie : una della Natività di Maria nella villata principale, con facciata gotica in pietre da taglio lavorate ; la seconda nell'unito luogo di Preit. Tre Congregazioni di carità. Cave di ardesie, di gesso e di pietra calcarea; indizi di minerali di ferro. Fabbriche dì tele e di panni ordinari.
Cenni storici. — Soggiacque alle vicende degli altri villaggi della valle. Fu sottoposto in prima ai marchesi di Saluzzo e quindi a Carlo Emanuele I, che lo diede in feudo al conte Sebastiano Ferrerò ; in ultimo fu posseduto, con tìtolo di contado, dagli Alessi di Carru. I Valdesi, ch'eransi ricoverati dapprima nel suo territorio, ne furono prontamente scacciati dagli abitanti.
Coli, elett. Cuneo I — Dioc. Saluzzo — P2 a Prazzo, T. a S. Damiano Macra.