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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Cuneo
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1891, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Cuneo .17
   camosci, lepri, marmotte, e talvolta di aquile, falconi, fagiani, gallinelle, calandre, Colombano. Cava di marmo bianco a macchie rosse vmacee, adoperato per abbellimenti al real palazzo di Torino, a quello del Municipio e a varie chiese; altra cava di Marmo bianco leggermente macchiato. Miniera di ferro ossidato, ora incolta.
   Limone Piemonte (3219 ab.). — E l'ultimo Connine della valle della Vermenagna per cui estende il sudde tto suo vasto territorio sull'anfiteatro montuoso, il quale ne forma la loslala irradiando parecchi valloni concentrici. Alla sua sommità ergesi il colle di Tenda, a traverso il quale passa la strada frequentatissima dal Piemonte al littorale Mediterraneo ed al cui traforo si sta lavorando per la ferrata Guneo-Ventimiglia. L'abitato capoluogo giace in fondo all'aprico bacino sul confluente dei due rivi principali originari della Vermenagna, dei quali quello che ne bagna la falda dal lato di ponente scaturisce dai valloni che fiancheggiano il piovente settentrionale del suddetto colle di Tenda e provengono dalle alte catene dell'Abisso e del Frisson, e quello che trascorre a nord-est, detto Valleggia, riunisco le acque dei valloni di San Giovanni e deH'Armellina, traendo sorgente dalle alture di Colla Piana, della Boaira e della Perla.
   Velia parrocchiale San Pietro in Vincoli, di architettura semi-gotica, già patronato della augusta Casa di Savoia e poi devoluta alla famiglia dei Nalta, ammirasi un pulpito antico con belle sculture in legno, già appartenente alla Certosa di Pesio, e dodici colonne di marmo non levigato che ne sorreggono le tre navate, dono delle dodici primarie famiglie di Limone. Marmoreo è l'aitar maggiore, la balaustra he atlraversa di fronte le tre navate è di marmo nero venato di bianco, i pila-strilli ne sono di Serravezza, la (piale non meno che gli altri marmi esistenti in questa chiesa si estrassero da cave limonasi, Allato alla parrocchia sorge il campanile d'antichissima costruzione. Sono anche degne di visita nella chiesa della Confraternita una statua dell'Assunta, creduta una delle migliori opere di scultura ìli legno, e nella chiesa Parrocchiale un'altra statua di S. Pietro assai lodata per belle e corrette proporzioni di forme. In cotesto chiese trovansi ancora altri pregevoli lavori d'arte, e, nel tempietto che sorge nel vallone di San Giovanni, il Battesimo di G. C. del Beauinont. Belle e pulite case ed una piccola piazza con fontana. Ospedale fondato nel 1717, con un reddito di 5800 lire, Congregazione di carità e Asilo infantile. I dintorni di Limone offrono molte e variate escursioni alpine, fra le quali notevoli i valichi alla Certosa di Pesio, ad Ormea in Val Tanaro, a Tenda e a Valdieri, non che le salite dell'Abisso (2755 ni.) e del Becco (2300 in.) ; come anche passeggiate amene alle sorgenti della Roja ed ai laghetti che celatisi nelle sinuosità dei valloni.
   All'uscita del paese, verso Tenda, trovasi il bel ponte murato a nove archi detto di Sant'Antonio. In capo al detto ponte, da cui ricomincia la regia strada di Nizza, sta un piccolo Santuario sotto il titolo di Sant'Antonio da Padova. Fu eretto dal Comune e dagli abitanti nel 1G57 per ottenere la grazia di andar esenti dal contagio che imperversava nelle confinanti terre del Genovesalo. Questo piccolo Santuario si riebbe appena dei danni che dovette soffrire nel 1795 in cui fu destinato ad essere il deposito di militari equipaggi.
   Cenni storici. — Limone è terra antichissima già attraversata da una strada romana. Fu già compreso nella contea Bredulense. nel contado di Mondovì, colla quale fu poi donalo al vescovo d'Asti. I Saraceni lo saccheggiarono nel secolo X. \ì principii del secolo XIII reggevasi a libero Comune e dopo pochi anni stringeva alleanza coi marchesi di Saluzzo per la reciproca difesa delle terre. Alla calata dei Provenzali in Italia se ne impadronirono i conti di Veritimiglia. I Limonosi, stanchi di questa signoria, si assoggettarono spontaneamente, ai duchi di Savoia. Il 17 gennaio del 1520 un'enorme straordinaria valanga rovinò l'abitato, clic nel 1557 fu