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Il duello nella storia della giurisprudenza e nella pratica italiana

Iacopo Gelli
Loescher & Seeber Firenze, 1886, pagine 192

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   TRATTATIVE E SOLUZIONE
   l'avversario per provocarlo o sfidarlo, o trattare con lui delle condizioni, e peggio ancora tentare un accomodamento qualunque.
   III. — Scelta dei rappresentanti
   Se l'offesa che credete avervi colpito è dubbia, incaricate un amico, possibilmente reciproco, di scandagliare e approfondire l'intenzione del supposto offensore; se invece l'offesa è evidente, sceglierete tra i vostri migliori amici due capaci di
   rappresentarvi dinanzi ai mandatari dell'avversario; assistervi sul terreno se il duello dovrà accadere.
   Per tale scelta vedete quanto dicemmo parlando delle qualità dei testimoni. (Parte 2a, Capo VI).
   Se, per una ragione indipendente da voi, non trovaste chi vi rappresenti, vi rivolgerete tosto ad un ufficiale e non potendolo pregherete i rappresentanti dell'avversario a persuadere due loro amici ad assistervi.
   L'offeso, scelti i suoi rappresentanti, racconterà loro coscienziosamente come passarono le cose : non omettendo nella narrazione le più minute circostanze, che in materia d'onore possono avere gran peso.
   Quando i due avversari si rifiutassero di far conoscere ai loro mandatari la ragione della vertenza, prima di concedere loro l'onore delle armi, i rappresentanti dovranno farsi rilasciare una dichiarazione, sottoscritta dai due avversari, nella quale questi danno la loro parola d'onore « che il motivo non può essere divulgato per causa di delicatezza. »
   IV. — Cartello di sfida
   Terminato il racconto, pregherà gli amici di assisterlo nell'affare, incaricandoli di domandare in proprio nome una ritrattazione dell'offesa o una riparazione con le armi, motivando la sfida con termini circospetti e per quanto è possibile sobri.