per le molteplici circostanze dei fatti che provocarono un' offesa, per la sua gravità, e per le persone implicate nella partita d'onore, tutte cose che devono essere necessariamente esaminate dai testimoni.
Altre volte, invece, un tal ritardo dipende dalla lontananza degli avversari o da un male involontario o da altra accidentalità qualunque che impedisce ad uno degli antagonisti di scendere sul terreno. In tale circostanza il duello può essere rimandato ad altro momento da destinarsi dai rappresentanti.
«Se l'offeso dovesse assistere un parente in primo grado gravissimamente ammalato, o che potesse provare che prima dell'offesa aveva stabilito d'intraprendere un viaggio per attendere ad interessi importanti, darà subito il cartello di sfida e si batterà quando il parente infermo sia ristabilito in salute o tre mesi dopo la sua morte, ovvero al ritorno dal viaggio progettato.
«Queste prescrizioni servono ad impedire che un'anima vile si valga del pretesto di offendere, per provocare una sfida e così recare danno ad un'onesta persona nei suoi interessi e nelle sue affezioni. » (Generale Angelini, Codice cavalleresco).
Sieno però circospetti i testimoni nell' accordare un ritardo in questioni d'onore, e sarà loro guida principale in ciò la reputazione dell' avversario che la domanda.
Se la ragione addotta per ottenere un ritardo allo scontro è una malattia di uno dei contendenti, i rappresentanti si recheranno dall' infermo con i medici delle due parti per constatare se colui che domanda una dilazione sia veramente nell'impossibilità di scendere sul terreno.
Trascorse le quarantott'ore dall'offesa senza che lo sfidato abbia risposto al cartello di sfida, l'ingiuriato può ritenere come negata la riparazione d'onore e farà appello ai propri rappresentanti perchè gli venga rilasciato un verbale che giustifichi pienamente la sua condotta di gentiluomo.
Questo verbale sarà pubblicato su vari periodici della città e provincia, nonché sui principali del Regno.